breve di cronaca
Firenze dei diritti
La Repubblica - 08-11-2002
Parla il presidente della Regione, il diessino Claudio Martini
"Ho pensato che nella nostra città si potesse ripetere Porto Alegre"
"A Firenze vinca il dialogo
contro il fantasma di Genova"
"I partiti della sinistra devono dialogare con il movimento
la globalizzazione non può calpestare i diritti"




ROMA - "Nessuno resti prigioniero dei fantasmi di Genova". Alla vigilia del Social Forum a Firenze Claudio Martini, presidente della Regione Toscana, lancia un appello alle migliaia di persone che per quattro giorni trasformeranno il capoluogo toscano in una nuova Porto Alegre. Chiede, il governatore toscano, "che il movimento non perda un'opportunità e colga l'occasione di non vivere i propri eventi come un prolungamento delle sanguinose giornate di Genova". Una strada c'è, spiega Martini, e a Firenze da mesi viene percorsa: "Quella del dialogo con le istituzioni che ha dato e sta dando buoni frutti". Torna però, nelle parole del presidente toscano, il rammarico che, fino ad oggi, si sia parlato moltissimo dei rischi legati all'ordine pubblico e pochissimo dei temi della globalizzazione. Quei temi che Martini ha voluto conoscere da vicino andando prima a Genova e dopo a Porto Alegre. Allora nacque "la disponibilità" ad ospitare in Toscana il Social forum.


Presidente Martini che significa per lei la globalizzazione?

"La globalizzazione è la scomparsa delle frontiere, il fatto che non esiste nessun fatto che non ti riguarda. Purtroppo in questo tempo si è imposta un'interpretazione della globalizzazione dominata da logiche economiche e finanziarie. Un'interpretazione che ha messo i diritti in secondo piano".

Ed è a questo punto che entra in ballo il movimento No global.

"Si, anche se troppo spesso viene evidenziata solo la parte distruttiva. si dimenticano le battaglie per il protocollo di Kyoto, quelle contro gli Ogm, quelle contro una privatizzazione selvaggia dei servizi pubblici".

Lei lo sa che se dovessero accadere episodi di violenza, finirà sul banco degli imputati?

"Guardi, io ero a Porto Alegre e allora pensai che Firenze potesse essere il luogo dove ripetere quella straordinaria esperienza. Chi mi ha chiesto la disponibilità lo ha fatto in termini pacifici. A loro ho chiesto che la fase di preparazione fosse costituita in collaborazione con le forze dell'ordine, con le istituzioni, con la Prefettura. Se ne parla poco, ma noi veniamo da mesi di dialogo e lavoro comune".

Dialogo che però potrebbe non interessare ai violenti..

"Mi chiedo: se la stragrande maggioranza è pacifica perché darla vinta a pochi violenti e negare a tanti giovani la possibilità di incontrarsi? Facendolo, finiremmo per subire il ricatto del fantasma di Genova".

Il suo partito, i Ds, ha mostrato un atteggiamento spesso oscillante nei confronti del movimento. Lei invece andò a Genova quando ancora la Quercia si dibatteva nel dubbio. Da allora cosa è cambiato?

"Diciamo che per il mio partito il tempo non è passato invano. A Firenze i Ds ci saranno e questo conta più di tante dichiarazioni e distinguo che ho sentito fare in questi giorni. Emerge una nuova fase nei rapporti tra noi e il movimento e non vedo feconde le posizioni di chi mette in evidenza solo i problemi legati a questo dialogo. Adesso serve fiducia e capacità di sfida".

MATTEO TONELLI
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