Trenta per cento uguale zero
Emanuela Cerutti - 05-09-2011
Il Decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, è un Regolamento recante norme di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero.
L'articolo 45 riguarda l'iscrizione scolastica e, al comma 1, recita: "I minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto all'istruzione indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno, nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani. Essi sono soggetti all'obbligo scolastico secondo le disposizioni vigenti in materia. L'iscrizione dei minori stranieri nelle scuole italiane di ogni ordine e grado avviene nei modi e alle condizioni previsti per i minori italiani ..."
Poco più avanti, il comma 3 precisa: "Il collegio dei docenti formula proposte per la ripartizione degli alunni stranieri nelle classi; la ripartizione è effettuata evitando comunque la costituzione di classi in cui risulti predominante la presenza di alunni stranieri".

A questa precisazione fa riferimento la Circolare Ministeriale n.2 dell'8 gennaio 2010, firmata dal Direttore Generale Mario Dutto, avente come oggetto: Indicazioni e raccomandazioni per l'integrazione di alunni con cittadinanza non italiana e come obiettivo una distribuzione degli alunni stranieri tra le scuole armoniosa e finalizzata al successo formativo degli studenti. A tal fine, si afferma, gli Uffici Scolatici Regionali dovranno promuovere patti territoriali con tutti i diversi attori istituzionali interessati e prevedere una serie di iniziative e di misure coordinate e convergenti. Tra i soggetti da coinvolgere sono elencati in calce Comuni, Province, Istituzioni scolastiche ... associazioni dei genitori, dei dirigenti scolastici e dei docenti, nonché del privato sociale non profit.

Se noto e pubblicizzato è stato il suggerimento clou di tale razionalizzazione - definire l'offerta formativa sul territorio in modo da garantire di norma il rispetto del limite del 30% - meno peso mediatico hanno forse avuto le deroghe, previste, per esempio, in presenza di alunni stranieri nati in Italia, che abbiano una adeguata competenza della lingua italiana; o di consolidate esperienze attivate da singole istituzioni scolastiche che abbiano negli anni trascorsi ottenuto risultati positivi; o di valide risorse di supporto...

E' invece il caso di rispolverarle, queste deroghe, soprattutto a fronte della recente non autorizzazione, da parte di viale Trastevere, "alla formazione della classe prima, presso la scuola di via Paravia" a Milano. Motivazione? "Quasi interamente composta da bimbi stranieri", come riportato sul sito del Comune.
La notizia fa discutere: il sindaco con il ministro; la vicesindaco con ministero e ufficio scolastico regionale; i genitori, attualmente impegnati in un ricorso, con il direttore dell'ufficio scolastico provinciale o ex-provveditore.
E' il caso di rispolverarle per provare a uscire dalla nebbia, che fa un po' perdere il conto delle cose. Non a caso dal coro di voci e silenzi legati alla vicenda, e alla sua discutibile motivazione, prende piede una bizzarra supposizione: vuoi vedere che il problema è di disordine matematico? E non solo perchè si tira in ballo una percentuale priva di evidenza e poggiata su criteri che rischiano, oltre a complicate interpretazioni, diversi elementi di contraddizione: ma di questo si è già dibattuto ampiamente a suo tempo e penso che Ulfred e Wolfgang se ne ricordino ancora (a proposito, che fine avranno fatto?)...
Il rischio è un altro e la crisi che viviamo sulla nostra pelle (ok, sarebbe da specificare il "noi", ma questa è un'altra storia) ci concede il beneficio del dubbio: siamo certi che il "chiudere", o ridurre, abolire, eliminare, licenziare, scacciare, trovate voi il sinonimo che preferite, sia una soluzione efficace? Da che mondo è mondo il segno meno si chiama negativo e toglie, senza scampo. Toglie opportunità, occasioni, crescita, benessere, felicità, pace. Nel gioco di sostituzioni delle paure che chi ci governa, a corrente alternata, propone, a perdere, alla fine, davvero non lo sappiamo chi è?

La scuola di via Paravia, come mille altre, sceglie il positivo: è una scuola "normale", dove la "normalità" ha imparato a confrontarsi con situazioni oggettive (Questo quartiere è un ghetto, sbotta qualcuno, cosa pretendono poi? ) e con tagli di risorse ormai proverbiali (Bastano due bambini italianissimi con qualche problema in più, aggiunge qualcun altro, e le insegnanti sono alle corde). Una scuola che continua, testardamente, a lavorare per avere di più, più bellezza e più consapevolezza. Fanno finta di non accorgersene quelli che troppo si guardano allo specchio.

Noi, invece, apriamola la finestra e guardiamoci qualche fotografia: potremmo ritrovare noi stessi, il nostro lavoro e il nostro instancabile desiderio di bene.
Quello che qualcuno, per errore di calcolo e per paradossale eccesso di difetti, vuole azzerare.

Tags: via Paravia Milano, trenta per cento, alunni stranieri, testo unico, immigrazione, crisi


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