breve di cronaca
L'Italia non è un paese per giovani
Il Sole 24 ore - 12-06-2011
Morelli (Confindustria): «L'Italia è contro i giovani. Irap giù per favorire le start up»

MARGHERITA LIGURE - L'Italia è contro i giovani e non è un paese per giovani. «Ma l'obiettivo è diventarlo». Jacopo Morelli, neo presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, ha quattro proposte per far sì che i giovani non diventino una «generazione esclusa», a partire da una revisione del sistema pensionistico e da un taglio delle tasse sui giovani.

Sulle pensioni, primo passo è una equiparazione uomo-donna. Ma non basta: bisogna «rapidamente» arrivare ai 70 anni di anzianità, salvaguardando i lavori usuranti e senza mettere in discussione i principi del sistema pensionistico contributivo. «Una scelta che in altri paesi è già realtà», ha detto Morelli nella relazione con cui ha aperto il convegno dei Giovani di Santa Margherita, dal titolo 'Giovani, guardare lontano per vedere oltre'.

Sarà la sua battaglia, per intercettare i bisogni di quella generazione nata dopo la caduta del muro di Berlino, cresciuta a «pane e Internet». La riflessione parte dai quei 2,1 milioni di ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano. Sono schiacciati da catene, dice Morelli: regole del lavoro complicate e antiquate, un welfare basato sull'egoismo generazionale, una fiscalità oppressiva, un sistema scolastico e universitario non adeguato, una Pubblica amministrazione pervasiva, una giustizia civile che genera incertezza.

«Stiamo sacrificando sull'altare dei diritti acquisiti i diritti delle nuove generazioni», è la tesi di Morelli, subentrato a Federica Guidi, che dice «giù le mani dal futuro dei giovani». Ecco perché va rivisto il sistema pensionistico: «Il sistema oggi è in equilibrio, ma al costo di contributi previdenziali troppo elevati e sulle spalle dei giovani». Alzando l'età della pensione si riducono gli oneri per i nuovi entranti. L'Italia è indietro: solo il 62% degli uomini in età compresa tra i 55 e i 59 anni partecipa al mercato del lavoro, rispetto a circa il 78% della media Ocse. «Un segno che gli incentivi al pensionamento sono ancora troppo alti». Inoltre va ridotto il cuneo contributivo per chi entra nel mercato del lavoro.

Così come andrebbero anche abbassate le tasse sui giovani: i salari reali di inserimento, denuncia Morelli citando dati della Banca d'Italia, sono scesi e questo non è stato bilanciato da una carriera più rapida. Un neo laureato tra i 25 e 34 anni guadagna l'80% della media della retribuzione dei laureati nel loro complesso; nei paesi Ocse è il 90% e nel Regno Unito al 96 per cento.

«Non si possono ignorare questi temi mentre si parla di riforma fiscale». Sì, quindi, ad aliquote più basse per le donne occupate, no al quoziente familiare, «perché scoraggia il lavoro femminile». Un più alto tasso di occupazione è fondamentale «per la coesione sociale e la sostenibilità del welfare». Ma c'è un altro aspetto su cui il presidente dei Giovani insiste: abbattere l'Irap sulle nuove imprese, che sono quelle che creano maggiore occupazione, «senza attendere il 2013 e il federalismo fiscale». Morelli cita l'esempio di Israele, che grazie al fisco ha sviluppato una classe di nuovi imprenditori e oggi ha 125 imprese quotate al Nasdaq. E uno studio della Fondazione Kaufmann: negli Stati Uniti le start up creano in media ogni anni 3 milioni di nuovi posti di lavoro.

Infine, l'università e la ricerca: bisogna abolire il valore legale dei titoli di studio, una richiesta su cui il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, invitato al dibattito del convegno, si è dichiarato d'accordo. Per il presidente dei Giovani c'è un'unica parola da valorizzare: il merito, creando concorrenza tra le università per attrarre studenti dall'estero.

Oggi ultima giornata del convegno: a concludere, la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Parlerà anche il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. E, come ha anticipato il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, a Morelli arriverà una risposta: «Ne abbiamo parlato insieme e Tremonti lo confermerà. Nella riforma fiscale lavoriamo sul cardine giovani e imprese giovanili e sul cardine del lavoro, cioè incentivare l'assunzione di under 30». Sarebbe la dimostrazione di quella «capacità di leadership e di scelte» che Morelli chiede alla politica.


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