breve di cronaca
Dopo i buoni, anche i responsabili
Viva la scuola - 06-06-2011
di Alessandro Cartoni

Immaginiamo una nave sbrindellata, con la linea di galleggiamento sotto il limite consentito, che stia affondando a causa di una "tempesta perfetta", oppure a causa di un'onda anomala che la trascina in alto e poi a fondo, come nel folle volo di Ulisse, con inusitata violenza. Ebbene su questa bagnarola c'è qualcuno sottocoperta che sorprendentemente, fa finta di non accorgersi di nulla, ma è del tutto impegnato a mantenere lucida e in ordine la propria cabina. Con uno zelo straordinario e con altrettanta emozione si aspetta che da un momento all'altro il capitano venga a fare l'ispezione, trovi la "cabina in ottime condizioni", gli faccia un encomio e magari lo passi di grado. Quasi inutile aggiungere che il capitano è saltato nella scialuppa di salvataggio oppure dorme ubriaco nella cabina comando.

Questa è l'immagine che mi è venuta in mente leggendo l'appello del "Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità" per la "correttezza degli esami di stato". Confesso purtroppo che la parola "responsabilità" evoca ormai un alone oscuro che sa di connivenza e di grigi maneggi poiché la si riferisce naturalmente a quel gruppo di transfughi in cerca di prebende e ministeri che hanno salvato più volte il moribondo governo Berlusconi. E' dunque oramai abbastanza naturale diffidare di chi si autodefinisce "responsabile" e proprio evocando l'impegno etico fa invece trapelare interessi tutt'altro che etici.

Ma se arrivano i "responsabili" anche nelle scuole allora c'è qualcosa che non va.
Tralascio di entrare nel merito dell'"atto di fede" per la "correttezza" perché sarebbe semplicemente grottesco, mi limito a segnalare che contro gli abusi, gli aiuti indebiti, o il "copiaticcio" o i trattamenti di favore che gli "indignati di Firenze" evocano con furore giansenistico esistono le leggi dello stato, la normativa scolastica e il codice penale. Non si vedrebbe dunque il quid di questo giuramento epocale. Tuttavia, ripeto, c'è qualcosa che non va: il ricorso allo spirito, alla coscienza, diventa sospetto quando la storia infuria, quando la Costituzione è sotto i piedi, quando la scuola è a brandelli, quando ci promettono altri tagli e le prove INVALSI per l'esame di stato 2012, la tortura per gli "inculcatori" e i risparmi delle famiglie per pagare il sostegno.

C'è sempre stato nelle élites intellettuali di questo paese un disprezzo per la critica vera, per l'impegno attivo, per la scelta di campo vista come una cosa volgare, oppure dannosa o brutalmente materialistica di fronte all'incommensurabile (e connivente...) altezza dello Spirito e della coscienza. In fondo questo giuramento spirituale degli indignados fiorentini non è che l'ultima variante di quella società degli Apoti di cui andò fiero Prezzolini: "Non è niente di male per la società se un piccolo gruppo si apparta, per guardare e giudicare; e non pretende reggere o guidare, se non nel proprio dominio che è dello spirito".

Ai responsabili fiorentini andrebbe forse ricordato che chiudere la stalla quando i buoi sono già usciti non è solo inutile ma complice, che prendersela con l'esame di stato quando tutto il percorso fa acqua è miope, che pulire la cabina quando la nave affonda è ridicolo, che curare il "particolare" quando è l'universale che sta male non eviterà la degenerazione dell'intero organismo.


  discussione chiusa  condividi pdf