breve di cronaca
Non tocca alla politica riscrivere la storia
Famiglia Cristiana - 06-05-2011
Anticipiamo l'intervento dello storico Giovanni Sale su Famiglia Cristiana n. 19, in edicola dal 4 maggio: tutelare il principio costituzionale di libertà scolastica e di insegnamento.

03/05/2011
Giovanni Sale


Diciannove deputati del Pdl, guidati da Gabriella Carlucci, chiedono l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta per esaminare l'imparzialità dei libri di testo scolastici, in particolare quelli di storia. Il progetto di legge è stato presentato alla Camera il 18 febbraio scorso. Secondo la Carlucci in questi libri, infatti, ci sarebbero «tentativi subdoli di indottrinamento per plagiare le nuove generazioni a fini elettorali». Essi tenderebbero a esaltare «l'attuale schieramento di sinistra gettando fango sui loro avversari», cioè su Silvio Berlusconi e sul Pdl.

Questa iniziativa un poco insolita e bizzarra, anche se in realtà non inaspettata considerato il vento di contestazione politico-istituzionale che spira dal Centrodestra, sembra una boutade giornalistica più che una proposta seria: neppure nei momenti più duri della storia della Repubblica, come ad esempio negli Anni di piombo, si giunse, dietro la spinta dell'" emergenza culturale e formativa", a proporre iniziative così limitatrici della libertà di insegnamento, che è un principio tutelato dalla nostra Costituzione.

Purtroppo, per molti esponenti del Centrodestra la nostra Carta fondamentale è ormai superata dai fatti, troppo radicata, si dice, nella cultura "resistenziale" e "ipergarantista" del dopoguerra e, soprattutto, non tutela più gli interessi (spesso privati) della classe politica al potere. In ogni caso, ritornando ai libri di testo scolastici, essi non potrebbero essere imposti per legge o per altro provvedimento direttivo (ciò accade nei Paese totalitari o a democrazia controllata), ma dovrebbero scaturire da un confronto serio tra diversi agenti culturali, cioè da coloro che fanno la ricerca nei rispettivi ambiti di intervento, i professori che li adottano e gli studenti che alla fine li valutano sulla base delle loro idoneità.

Di questo parere è anche il vicepresidente della Camera Rocco Buttiglione, che pure non può essere sospettato di essere di sinistra: «I politici», ha ammonito, «debbono restare fuori dalle questioni culturali, lasciando che sia la libera polemica scientifica a decidere di queste cose».

Detto questo, va anche però rilevato che nella scuola italiana a partire dagli anni Settanta gli autori cosiddetti di "sinistra" (generalmente studiosi di notevole serietà e levatura) hanno avuto un ruolo per così dire preponderante; anche perché in quegli anni di duro confronto il Pci, a differenza della Dc e dei partiti di cultura liberale, aveva investito molto nella cultura e nella scuola. Tale influenza, sebbene ammorbidita, arriva fino ai nostri giorni. Per questo alcune prospettive critiche messe a punto dagli storici di matrice cattolica (Scoppola, De Rosa, Rumi) hanno avuto difficoltà a entrare.

Altro limite di questi testi è di usare due pesi e due misure quando si tratta di condannare i crimini commessi da nazisti e fascisti e quelli altrettanto deprecabili commessi dal comunismo di marca leninista e staliniana. Giustamente essi trattano della vergogna dell'Olocausto; spesso però alcuni di questi non fanno alcun cenno al genocidio degli armeni e alla tragedia tutta italiana delle foibe. E questo ci sembra inammissibile.

Del resto, la cultura storica prodotta in questi ultimi decenni dalla destra risulta per molti versi improponibile, sia per mancanza di rigore critico nella ricerca sia per le posizioni apertamente e a volte provocatoriamente revisioniste da essa assunte. La cultura cattolica è oggi nella scuola italiana poco rappresentata, anche se conta studiosi seri e competenti. Purtroppo, coloro che spesso vengono citati, sono quelli di indirizzo tradizionalista, molto corteggiati dalla stampa laica, che per la faziosità delle loro posizioni fanno poco onore alla causa cattolica che dicono di voler difendere. Sono, inoltre, antiunitaristi e scettici riguardo al concilio Vaticano II.

Nonostante gli inevitabili limiti presenti nei libri di testo, non tocca alla classe politica "riscrivere" la storia sulla base di interessi di parte. Se nel sistema di trasmissione della conoscenza esistono delle deficienze o dei limiti, è compito della scuola stessa porvi rimedio, utilizzando gli strumenti della ricerca e del dibattito tra studiosi, professori e studenti. L'importante è che venga tutelato il principio costituzionale della libertà scolastica e di insegnamento, tenendo fuori la nefasta influenza dello "Stato docente", che peraltro ha poco da insegnare alle nuove generazioni sotto il profilo sia culturale, sia politico-morale.


Giovanni Sale, storico, redattore de La civiltà cattolica


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