Ci mancava solo la chicca, o forse questa è solamente l'ultima ed ennesima - stupida - uscita sulla scuola della maggioranza e del ministero dell'Istruzione. Diciannove parlamentari del PDL, capeggiati da Gabriella Carlucci, hanno chiesto l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta "sull'imparzialità dei libri di testo scolastici". Perché, secondo loro, i libri di storia in uso nelle scuole sono parziali e gettano fango su Berlusconi. Naturalmente, non lo dicono ma lo pensano, chi scrive i libri di storia è comunista.
O comunque di sinistra, e questi uomini, scrivendo libri di storia, vogliono far cadere l'unico baluardo, il premier, contro il ritorno al potere di persone rozze e con la barba. Insomma, chi scrive di storia (e i loro libri) attaccano chi sta arginando una marea di estremisti che premono.
Il problema è che il ministro Gelmini è d'accordo.
Uno pensa, è d'accordo che l'istituzione di una commissione del genere sia una stupidità infinita?
No! Lei è d'accordo con i 19 firmatari. È in sintonia con loro sul fatto che nei libri di testo non debba entrare la politica e dice: "Credo che si dovrebbero evitare letture interessate di parte e cercare di consentire ai ragazzi di esercitare la propria formazione su libri di testo che siano indipendenti e rispettosi della veridicità storica degli accadimenti". Ottimo.
Una cosa del genere era più o meno avvenuta nella precedente legislatura di Berlusconi, quando era ministro la signora Moratti.
Addirittura allora ci fu un assessore regionale del Lazio che insieme a Francesco Storace, presidente della regione e sostenitore della stessa idea, voleva riscrivere i libri di storia perché quelli in commercio non piacevano, secondo lui erano di parte.
Eminenti storici spiegarono che voler riscrivere la storia perché a qualcuno non piace ciò che trova scritto sui libri, è una delle fissazioni che ogni regime ha, e quindi come minimo, per correttezza, prima di dire o fare qualcosa che vada in questo senso, la persona normale ci pensa un po' su. Se poi, si disse allora, una mattina l'assessore regionale e il suo presidente, si svegliano con la voglia e l'idea di scrivere la storia al posto degli storici, allora tutto diventa una barzelletta.
Questo successe appena qualche anno fa. Ed era già una farsa.
Figuriamoci adesso.