breve di cronaca
Cattedre di sostegno
Cub scuola - 19-03-2011
La Gelmini, ma non è una novità, parla di un argomento che non conosce per sostenere che un diritto sin troppo negato verrebbe utilizzato in maniera scorretta dalle famiglie dei disabili

Tra le molte bugie proferite nella trasmissione televisiva "Che tempo che fa" del 13 marzo scorso dal ministro Gelmini, spiccano alcune notevoli considerazioni sul sostegno che la scuola pubblica dovrebbe fornire agli studenti diversamente abili.

Vale la pena riportare per intero la frase del ministro: "Per quanto riguarda la disabilità, io sono anche stufa di ripetere questa cosa [...] Perché mancano gli insegnanti di sostegno? E' un problema di distribuzione degli insegnanti di sostegno e, qualche volta, di qualche eccessiva superficialità nel riconoscere in alcune regioni disabilità che non esistono. Per cui qualcuno ha l'insegnante di sostegno pur non avendo, di fatto, bisogno dell'insegnante di sostegno e qualcun altro resta senza perché qualcun altro ha fatto il furbo."

Il pensiero (sic!) del ministro si svolge in perfetta continuità con quanto sostenuto dall'Onorevole Aprea il 29 ottobre 2010 nel corso della trasmissione televisiva "Articolo 3". Anche in questo caso merita citare quanto dice la deputata PDL, Presidente della VII Commissione della Camera: "Il problema è che le ASL dichiarano troppo facilmente problemi che in un certo senso hanno a che fare con l'handicap e quindi costringono l'amministrazione ad assegnare insegnanti di sostegno anche in casi [...] meno gravi che in una scuola più flessibile, che in una scuola che magari è organizzata diversamente questi ragazzi potrebbero trovare delle soluzioni."

In primo luogo ci piacerebbe che il ministro chiarisse il seguente arcano: in una qualunque struttura organizzativa, a maggior ragione se articolata verticisticamente, chi sarà mai il responsabile della (presunta) distorta distribuzione delle risorse? Certo il ministro, che ha quella responsabilità, dovrebbe almeno conoscere la materia di cui parla. Così non è. Infatti sia il deputato Aprea, sia il ministro Gelmini sembrano ignorare completamente che l'attribuzione dell'insegnante di sostegno non dipende dalle scuole o dalle ASL, ma sostanzialmente dalla decisione delle famiglie di avvalersene. E assicuriamo loro che nessuna famiglia affronta la certificazione di handicap di un proprio componente a cuor leggero. Detto questo appaiono davvero incomprensibili e insultanti le affermazioni secondo cui "qualcuno" possa fare "il furbo" allo scopo di farsi riconoscere "in alcune regioni disabilità che non esistono." Si resta davvero stupiti di fronte ad un simile concentrato di palese insipienza, nonché di larvato razzismo (Quali sarebbero le regioni furbette? Che il ministro, già nota per i suoi pregiudizi nei confronti delle scuole del Sud, stesse pensando a quella in cui ha temporaneamente trasferito la propria residenza per conseguire l'abilitazione alla professione di avvocato?)

Conveniamo che una scuola più "flessibile" potrebbe rispondere alle necessità di studenti con disturbi di lieve entità - tenuto fermo il fatto che a stabilirlo sia un medico e non un politico. Tuttavia, in bocca agli esponenti di questa maggioranza che aumenta gli studenti per classe e riduce insegnanti e finanziamenti, affermazioni del genere appaiono quantomeno ironiche. Si dice "flessibilità" ma si intende "arrangiatevi".

La realtà, che nessun contorcimento dialettico di Gelmini o di Aprea può mascherare, è che in troppe occasioni i genitori di alunni portatori di handicap, anche gravissimi, hanno dovuto ricorrere ai tribunali per vedersi garantire il diritto all'integrazione e allo studio per i propri figli.

Le bugie della Gemini ci indignano ma non ci stupiscono. Cos'altro aspettarsi da un ministro dell'istruzione che sostiene la scuola privata privando di risorse quella statale, millantando una "qualità" che qualsiasi logica dimostra sia impossibile da conseguire senza investimenti? A questo ministro e alla sua boriosa mediocrità noi non ci stuferemo mai di chiedere: Dimissioni!

Natale Alfonso
Grazia Cerulli
CUB Scuola


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