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Le 10 ragioni per dire NO all'energia nucleare
Reset Staff - 16-03-2011
Dopo l'ennesimo, gravissimo incidente in Giappone molti Paesi abbandonano il nucleare. Ma il governo Berlusconi vuole andare avanti comunque...

E' opportuno conoscere e riflettere prima di parlare, lo sappia anche qualche Testa senza testa, pagata profumatamente per sparlare.

1) IL NUCLEARE È UNA ENERGIA FOSSILE.
L'uranio non è una fonte di energia rinnovabile. La sua disponibilità è limitata: tra 40 e 120 anni secondo differenti stime. La disponibilità dell'uranio è limitata quanto quella del petrolio...

2) IL NUCLEARE PRODUCE DEI GAS A EFFETTO SERRA.
L'emissione specifica di CO2 al kWh prodotto da una centrale nucleare è superiore all'emissione specifica per le energie rinnovabili...

3) IL NUCLEARE NON CREA POSTI DI LAVORO DECENTRALIZZATI E SICURI.
Il numero di posti di lavoro creati da una centrale elettronucleare è 15 volte inferiore al numero di posti di lavoro creati sviluppando, con lo stesso investimento e assicurando un risultato equivalente, il settore delle energie rinnovabile e le misure che rinforzano l'efficienza energetica. La potente organizzazione sindacale IG Metall in Germania difende pienamente il settore delle energie rinnovabile in nome dell'impiego... Il nucleare non lotta contro la disoccupazione.

4) IL NUCLEARE SPRECA UNA DELLE NOSTRE RISORSE PIU PREZIOSE: L'ACQUA!
Una centrale nucleare consuma molta acqua virtuale (circa 2 metri cubi/ MWh). Per cuocere un dolce nel forno elettrico con l'energia eolica si consuma 1 cl d'acqua, con l'energia solare fotovoltaica si consumano 0,3 litri, invece con l'elettricità nucleare 5,5 litri d'acqua...

5) IL NUCLEARE NON E ADATTO ALLE STAGIONI CALDE E IN ITALIA FA PIU CALDO CHE IN FRANCIA!
Una centrale nucleare per fare funzionare il suo sistema di raffreddamento preleva importanti volumi d'acqua dai fiumi o dal mare, e li rigetta riscaldati creando cosi un inquinamento termico. In Francia nell'estate 2006, l'aumento della temperatura delle acque entrante ha richiesto delle misure eccezionali: EDF sorella francese di ENEL ha ottenuto l'autorizzazione di superare di qualche grado il limite imposto per la temperatura delle acque scaricate e di ricorrere alla clorazione massiva. Questa clorazione ha per scopo di limitare la proliferazione di germi responsabili di una meningo-encefalite gravissima. Certe centrali hanno funzionato a basso regime, certe sono state chiuse, il tetto della centrale Fessenhein è stato annaffiato d'acqua per permettere il suo funzionamento...

6) IL NUCLEARE NON RISOLVE LA DIPENDENZA ENERGETICA DELL'ITALIA.
L'uranio che dovrebbe alimentare le centrali nucleari italiane proviene dai siti di estrazione dell'AREVA nel Niger, in una zona contesa tra il governo e le tribù locali, "pacificata" con l'aiuto economico e militare della Francia. Proviene dunque da una zona politicamente instabile ciò che non ci garantisce un approvvigionamento sicuro. L'introduzione del nucleare rende l'Italia dipendente:
- tecnologicamente dall'expertise francese;
- dall'uranio estratto dall'AREVA francese nel Niger.

7) IL kWh NUCLEARE È PIÙ CARO DEL kWh RINNOVABILE.
Il costo del kWh prodotto da una centrale nucleare è adesso comparabile al costo del kWh dalle energie rinnovabili.
Pero se si considera:
- la gestione della centrale nucleare dopo la sua fine di vita (incluso smantellamento),
- il stoccaggio sicuro delle scorie,
- i costi per garantire la sicurezza della centrale e del suo approvvigionamento,
Il nucleare è una delle energie le più care....

8) IL NUCLEARE PRODUCE DEI RIFIUTI INSOSTENIBILI PER IL SISTEMA TERRA.
Che cosa fare delle scorie radioattive? Affondarle con le barche? Mandarle in Siberia come fanno i francesi? Lasciarle in regalo ai nostri figli? I nostri figli ci accuseranno! Che nonni e che genitori siamo?

9) IL NUCLEARE È ALTAMENTE VULNERABILE.
Una centrale nucleare è vulnerabile nel caso di un attentato terroristico o nel caso di guerra, molto più vulnerabile che tutte le fonti di energia rinnovabile. Nessuno ci può boicottare il sole, il vento, i rifiuti organici,.... Anche in tempi di crisi le fonti d'energia rinnovabili sono sempre disponibili....

10) IL NUCLEARE È UN'ARMA POTENTE CAPACE DI DISTRUGGERE OGNI FORMA DI VITA SU TERRA.
Le centrali nucleari sono un rischio per l'ambiente e la salute. Già durante il suo funzionamento normale, una centrale è responsabile di un inquinamento radioattivo a bassa intensità, il cui impatto è difficile da valutare a causa dell'assenza di studi epidemiologici.
Probabilmente più grave è l'impatto sulla salute degli incidenti nucleari - qualunque sia il livello di tecnologia, il 100% senza rischio d'incidente nucleare grave è un assoluto inaccessibile.
L'incidente di Chernobyl ha provocato la morte tra 5.000 e 200.000 mila persone (mancano i dati per un'analisi epidemiologica). Vaste regioni sono state, e lo sono sempre, gravemente inquinate. Una zona attorno alla centrale di un raggio di 30 km è vietata all'accesso. Nella fauna e flora di questa zona è stato osservato un aumento delle alterazioni genetiche.
In più, una catastrofe ancora più grande (l'esplosione nucleare del nucleo del reattore) era possibile ed è stata evitata di poco, grazie alla lucidità di uno scienziato e il sacrificio non consapevole di soccorritori "volontari".
Senza di loro chi lo sa se oggi l'Europa sarebbe abitabile...Con le nostre conoscenze attuali, chi di noi andrebbe a sacrificarsi per spegnere un incendio in una centrale nucleare ?
Ma se l'errore è umano, se la malafede è di regola, se il non sacrificio è legittimo e se l'analisi lucida non è sempre al RDV, allora nessuno, tranne un pazzo, ci può garantire un rischio zero d'incidente nucleare che contamina tutta l'Italia....

ALLORA, PERCHE' VOLER IMPORRE ANCORA IL NUCLEARE?

Oggi, possiamo produrre tutta l'energia necessaria in Italia con le fonti rinnovabili: VARI SCENARI CE LO DIMOSTRANO.

PERCHE' NELLO SPECIFICO IL GOVERNO ITALIANO VUOLE IL NUCLEARE?

Una sola risposta in favore del nucleare: come le altre energie fossili (es. gas, carbone), anche il nucleare permette di centralizzare il potere e il guadagno tra le mani di poche persone, in due parole il nucleare rende ancora possibile L'OLIGARCHIA.

Il vento, il sole, l'acqua, i rifiuti organici, sono elementi alla portata di tutti e tutti, se lo vogliamo, possiamo produrre la nostra energia. Queste fonti di energia essendo diffuse su tutta la terra, tanti imprenditori sia del Nord sia del Sud possono investirsi nel mercato delle energie.

Anche l'autoproduzione è possibile. Nel mondo ci stanno tanti esempi di autoproduzioni individuali e collettive. Il comune di Prato di Stelvio, nelle Alpi italiane, produce più energia che ne consuma solo con le energie rinnovabili.

Oggi non abbiamo bisogno di tecnologia in più, abbiamo solo bisogno di cooperazione in più. Difendere il nostro diritto d'accesso alle energie rinnovabili è lottare per LA DEMOCRAZIA!

ARTICOLO TRATTO DA RESET ITALIA

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 Lucio Garofalo    - 18-03-2011
L'apocalisse nipponica e la lezione da trarre

L'orribile cataclisma che si è abbattuto sul popolo giapponese deve indurci ad una profonda autocritica politica, filosofica ed esistenziale della nostra civiltà per constatare anzitutto la finitezza della condizione umana, riflettere sul rapporto tra la vulnerabilità dell'essere umano e la potenza smisurata della natura e prendere atto che la nostra tecnologia, per quanto avanzata possa essere, evidenzia una serie di limiti e di carenze oggettive che soccombono di fronte alla furia spaventosa degli elementi naturali.

Ma proviamo a ricostruire in breve i fatti per ricavarne, se possibile, alcuni preziosi insegnamenti che potrebbero servire all'intera umanità, a patto che questa sappia e voglia afferrare e comprendere il senso trasmesso dai recenti accadimenti. Come ogni esperienza traumatica che travolge la vita delle persone e dei popoli, anche l'immane tragedia collettiva che ha sconvolto il Giappone ha impartito alcune lezioni storiche.

Il popolo giapponese è abituato da secoli a convivere con il rischio perenne di terremoti spaventosi ed ha imparato a fronteggiare come nessun altro paese al mondo le dolorose conseguenze causate dalle forze naturali contro cui l'umanità è da sempre costretta a confrontarsi. Non a caso il Giappone è all'avanguardia nel settore delle tecnologie antisismiche e costituisce un modello da seguire per tutti i popoli che abitano la Terra.

Nei giorni scorsi il Giappone è stato colpito da una serie disastrosa di eventi sismici, tra cui la scossa più violenta è durata 400 secondi (cioè oltre 6 minuti e mezzo) ed ha sprigionato un'energia tellurica elevatissima, con una magnitudo misurata a 8.9 della scala Richter, assai vicina al limite massimo che è 10 gradi. In parole semplici, l'intensità del sisma è stata 20 mila volte superiore al terremoto che distrusse L'Aquila e raggiunse una potenza di 5.8 gradi della scala Richter. Dopo quella più forte in Giappone si sono registrate numerose scosse di assestamento che hanno superato i 6 gradi Richter.

Se un terremoto simile si fosse verificato in qualsiasi altra parte del mondo, avrebbe provocato un eccidio inimmaginabile, mentre il Giappone ne è uscito praticamente illeso non avendo subito vittime, tranne un paio di decessi che pare siano dovuti ad infarto cardiaco. Purtroppo, al sisma ha fatto seguito uno tsunami di una forza inaudita che ha investito le coste nord-orientali dell'arcipelago giapponese, penetrando nell'entroterra in un raggio di oltre 5 chilometri con intere città allagate e villaggi rurali sommersi dalle acque e decine di migliaia di morti e dispersi. Dunque, lo tsunami ha arrecato il maggior numero di danni ed ha fatto strage tra le popolazioni stanziate lungo le zone costiere.

Come se ciò non bastasse, si sono verificate violente esplosioni ed incendi in alcune centrali atomiche generando il pericolo di una catastrofe ambientale e sanitaria, per cui l'allarme e la protesta che si vanno diffondendo in queste ore nel mondo contro lo sfruttamento dell'energia nucleare, sono assolutamente inevitabili e più che giustificati.

Le considerazioni da fare sono molteplici, alcune "confortanti", altre un po' meno.
Anzitutto occorre prendere atto che la vicenda giapponese fornisce la conferma che anche l'evento sismico più devastante, per quanto imprevedibile, può essere contenuto nei suoi effetti catastrofici mettendo in sicurezza le abitazioni che non sono a norma e costruendo gli edifici pubblici e privati con criteri rigorosamente antisismici come quelli applicati da anni in Giappone, che hanno dimostrato di reggere alle prove più terribili.

Questo è il dato positivo, che ci conforta nella misura in cui attesta che è possibile salvaguardare la vita umana e l'integrità degli agglomerati urbani rispetto alle conseguenze prodotte da un sisma di quelle dimensioni, mentre una riflessione negativa si deve avviare di fronte all'incontenibile furia di uno tsunami. La constatazione di un'evidenza così innegabile deve spingerci ad ammettere i limiti e le debolezze insite nell'attuale modello di sviluppo che esalta oltremodo una tecnologia che pretende di asservire e subordinare la natura e l'uomo alla logica cinica ed affaristica del capitale.

Un discorso a parte merita la questione delle centrali atomiche e l'uso dissennato dell'energia nucleare. Infatti, mentre i terremoti e i maremoti sono disastri naturali assolutamente inevitabili, benché gli effetti siano arginabili e ridimensionabili almeno nel caso dei fenomeni tellurici, i rischi derivanti dal ricorso all'energia atomica sono evitabili in quanto si tratta di una scelta che dipende dalla volontà politica degli Stati.

Il dato più allarmante consegnatoci dai mezzi di informazione concerne l'esplosione alla centrale atomica di Fukushima 1, che dista 250 km da Tokyo, con il nocciolo del reattore che rischia la fusione, l'impianto di raffreddamento del reattore n. 2 ufficialmente fuori uso, alcune quantità di cesio radioattivo rilasciato nell'ambiente esterno, decine di persone già contaminate dalle radiazioni e non si sa cos'altro sia successo e cosa possa accadere nelle prossime ore. Inoltre, una nuova esplosione si è verificata nell'impianto di Fukushima durante la notte scorsa, danneggiando il reattore numero 3 e destando forti timori e preoccupazioni. Lo stesso governo nipponico è stato costretto ad avvisare stampa e opinione pubblica rispetto al rischio di fusione nel reattore n. 3 dell'impianto.

Gianni Mattioli, esponente del "Comitato vota sì per fermare il nucleare", si chiede giustamente: "In una situazione in cui i francesi dal 1991 stanno costruendo una sola centrale, gli americani dall'80 non stanno realizzando nessun impianto, perché noi in un territorio sismico nel quale i siti possibili si riducono alla Sardegna e poco altro dovremmo costruire centrali?". La convinzione a cui approda Mattioli è "una profonda ribellione per l'incompetenza e l'ignoranza di chi porta avanti questa scelta, contro la quale stiamo organizzando una grande battaglia di democrazia e cultura scientifica".

Il presidente della Camera Gianfranco Fini, ospite del programma "L'Intervista" condotto da Maria Latella su Sky Tg24, a proposito delle possibili ripercussioni "emotive" che potrebbero condizionare il piano di rilancio dell'energia atomica in Italia, ha dichiarato: "Il mio auspicio è che non si decida solo sull'onda dell'emozione". Ricordo che anche in seguito al disastro di Chernobyl si disse che non bisognava decidere emotivamente e che si trattava di una centrale arretrata dal punto di vista tecnologico. Cosa che non vale nel caso degli impianti giapponesi, per cui è certo che la decisione più saggia sia quella di rinunciare all'impiego dell'energia atomica. Alla faccia di Chicco Testa e della lobby di scienziati, politici ed affaristi fautori del ripristino del nucleare in Italia (che oltretutto presenta un territorio ad elevato rischio sismico) in un momento in cui altrove si discute l'ipotesi di superare definitivamente lo sfruttamento delle fonti energetiche nucleari.

In conclusione, non è "sciacallaggio" l'atteggiamento di chi rileva i pericoli concreti legati allo sfruttamento del nucleare alla luce della drammatica esperienza giapponese, ma il cinismo e l'affarismo che alimentano la propaganda condotta negli ultimi anni per convincere l'opinione pubblica italiana ad accettare l'inganno sinistro delle centrali nucleari come soluzione, puramente illusoria, dei problemi energetici del nostro paese.