Fame di educazione
Vittoria Menga - 16-02-2011
Una scuola senz'anima

La Littizzetto non rende giustizia alla scuola vera e attuale, se si considera il ritratto che ne offre durante una fiction televisiva che sembra ispirata più ai reality e al gossip nostrano che alla vita reale. Eppure ha ragione Claudio Cereda (sussidiario.net del 4 febbraio 2011) quando dice che questa scuola non ha un'anima.

Nel periodo degli scrutini le troppe insufficienze rilevate a livello statistico stanno ad indicare che il voto viene usato come premio o come punizione, quasi si trattasse di un tribunale.
Ma la scuola è un tribunale?

La società di oggi bombarda bambini e adolescenti con i suoi messaggi dissennati, per omologare, per fidelizzare i clienti-consumatori, per portare tutti ai comportamenti attesi dal mercato.

Come si può pensare che questi ragazzi abbiano bisogno di un tribunale? Prima di chiedere bisogna aver dato. E qui c'è tanto da dare!

C'è fame di educazione. Se i giovani sono inadeguati, non possiamo buttarli via. Non serve il rimpallo delle responsabilità tra scuola e famiglia. Serve un'alleanza forte tra scuola, famiglia e tutti gli adulti educatori. Quando c'è una guerra, ognuno deve dare il meglio di sé per contribuire a salvare il maggior numero di vittime potenziali. Il problema è che molti adulti non hanno capito che c'è una guerra in corso, e se qualcuno dà l'allarme non sempre viene ascoltato.

Ecco perché non si cercano le soluzioni, ma chi può scappa o se ne lava le mani.


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