Sicurezza e rivoluzione
Francesco Di Lorenzo - 27-11-2010
Dallo Speciale Notizie dal fronte



Passa la notizia che i genitori italiani hanno una fiducia molto scarsa sulla sicurezza delle scuole frequentate dai propri figli.
Come se fosse facile fare il contrario. Si legge che il 39% dei genitori, in caso di scossa di terremoto, si precipiterebbe con la macchina a prendere i figli a scuola. Un percorso mentale istintivo che complicherebbe le cose più che facilitarle. Che indica la pochissima considerazione che abbiamo della sicurezza delle nostre scuole, ma che forse è comprensibile, umanissimo ed ineliminabile.
Con tutto quello che è capitato, con i terremoti che si susseguono regolarmente, con soffitti crollati anche senza scosse, sarebbe difficile per qualsiasi genitore ostentare calma e gesso.
Se si aggiunge che i tagli alle spese scolastiche incidono anche sulla ristrutturazione degli edifici, la maggior parte dei quali fatiscenti e pericolosi, il quadro è ultimato. Manca solo la coscienza che i più volte progettati grandi piani per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, in questi ultimi anni annunciati periodicamente, non sono mai partiti. E siamo al completo.

Apprendiamo, poi, dalle sue dichiarazioni, che il ministro Gelmini è per la rivoluzione. Gli studenti, invece, difendono il passato e quindi i 'baroni'. Pensavamo di aver capito male. No, lei dice proprio così.
Certo è complicato riuscire a pensare in questo modo. Ma non c'è, ormai, nessun limite al peggio. Oppure bisogna adeguarsi e pensare che è rivoluzionario non rispondere alle proteste che da mesi universitari e studenti medi stanno portando avanti. Che è ultra-rivoluzionario non prendere in nessuna considerazione le proposte di modifica del disegno di legge sull'Università. E che è ultra-ultra- rivoluzionario un governo ormai senza nessuna credibilità che vuole lo stesso imporre tale decreto.
Smetterla ed accettare di rivederlo (il ddl), sarebbe solamente una scelta di buon senso. Ma questa espressione, si sa, nel vocabolario di un rivoluzionario non esiste.

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 Giuseppe Aragno    - 27-11-2010
I baroni gliel'hanno scritta la "riforma". E un barone, l'amico suo Tremonti, l'ha poi manomessa quel tanto che bastava per completare il regalo ai privati. Sua è solo l'etichetta.

 Giuseppe Trimigno    - 28-11-2010
Forse il buon senso è proprio quello che manca. Io vorrei aggiungere anche che tutto il lavoro della ministra Gelmini andrebbe rivisto, perché non è mica buono quello che ha fatto per la scuola.