Piangere fa male al re
Francesco Di Lorenzo - 24-11-2010
Dallo Speciale Notizie dal fronte



Un gruppo di intellettuali francesi, capeggiati dallo scrittore e docente Daniel Pennac, ha presentato un manifesto per l'abolizione del voto nelle loro scuole elementari. Noi, invece, lo abbiamo reintrodotto due anni fa. Era stato abolito, sostituito dal giudizio, nel 1977.
Da questa notizia si è colta l'occasione per dar sfogo alla 'rumba' delle stupidità. Eccole.

Il ritorno del voto numerico per i bambini delle scuole elementari è stato presentato come l'ennesima 'epocale' decisione. Senza alcun pudore si dice, nella motivazione, che adesso i bambini percepiscono le differenze, prima invece no. Tra un sei scritto a numero e un sufficiente motivato, bisogna avere una scarsa opinione delle intelligenze di tutti gli italiani per sostenere che ci sia diversità. Mentre ci si poteva facilmente confondere (evidentemente per chi lo afferma) tra il bambino che non raggiungeva la sufficienza e uno che prendeva ottimo. Ora non più. Perché tra un cinque e un nove c'è una bella differenza. Così siamo tranquilli, ci ripeteremo fino all'ossessione che si usano per tutti gli stessi pesi e misure e dormiremo felici e beati. Ma non è così. La realtà è diversa. Nell'ultima finanziaria sono stati tagliati, mentre i più si concentravano sul merito e sui voti, 85 milioni (ben l'80% del fondo) alle borse di studio per gli alunni con famiglie a basso reddito. In più mancheranno soldi per i libri scolastici che, guarda un po', toccheranno gli alunni provenienti dalle famiglie disagiate.
Altri fondi mancheranno per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili nella scuola. Come dire, i soldi si tolgono sempre a quelli che già non hanno. Un ritornello, un refrain. Forse, si capisce, lo fanno per noi. Per non farci dimenticare che a coloro che già hanno non sarà tolto nulla. Al privilegiato non sarà torto neanche un capello. E se solo si potesse, gli sarebbe regalato anche il brivido dell'inutile. Se non lo fanno, ci avvisano, è solo perché non si vuole esagerare.
Non ci resta che sorridere per non far dispiacere il re, diceva qualche anno fa Dario Fo. Ora, sostituite il re con presidente, ministro, dirigente e il gioco è fatto. Siamo uguali. Bisogna stringere la cinta. Sono tutti a predicarlo, mentre a farlo sono sempre gli stessi.

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 Claudia Fanti    - 24-11-2010
Grazie Francesco.

...E neppure i giudizi sintetici si stavano più usando in certe realtà (figuriamoci i voti!) che avevano scelto altre tipologie di valutazione d'accordo con colleghi e genitori, fin dagli anni '90, ma chi è andato mai a studiarle? A cercare di comprendere? Qui, come ho già scritto, non ricerca più nessuno...ci si accontenta...
Tagli tagli tagli tagli alle economie degli ultimi e alle possibilità di cambiamento.