Riceviamo, a commento di un precedente articolo in cui una mamma si chiedeva "Perchè tanti compiti?", la testimonianza di un'altra mamma.
La pubblichiamo qui per riprendere e allargare un dibattito che negli ultimi tempi pare abbia ripreso interesse. Il titolo è nostro. - Red
Salve. Sono la mamma di due bambini di 7 e 6 anni. Entrambi sono iscritti al tempo pieno e quindi sono a scuola 40 ore a settimana.
Il primo bambino riporta lo zaino a casa il venerdì per svolgere dei compiti che chiaramente hanno la funzione di "non rilassare", nel senso che ho sperimentato che quando il bambino stacca completamente la spina, il lunedì riprende con maggiore difficoltà. In ogni caso sono compiti in quantità adeguata che impegnano il bambino nel modo giusto. Questo bambino è andato a scuola che non sapeva leggere e scrivere e il 17 novembre (dopo due mesi di scuola) ha svolto il suo primo tema:
osservazioni climatiche. I risultati: ottimi!
Il secondo bambino ha iniziato quest'anno la scuola e fin dal primo giorno è tornato carico di compiti (atteso che anche lui non sapeva nè leggere nè scrivere). Siamo all'inverosimile. Porta a casa compiti tipo: trascrizione di un testo da stampato grande o piccolo in corsivo piccolo, con obbligo di disegnare e colorare, pagine di
S nei quattro stili tipografici, due esercizi, lettura per 10 volte di un testo sul libro di
Linguaggi che comprende 2 pagine - non piene chiaramente (sapete che ci sono i disegni) - ma diciamo in tutto almeno 13-14 righi.
Lettura della trascrizione del testo: 10 volte. Due esercizi di matematica su equipotenze ed equivalenza, filastrocca di inglese. Il tutto assegnato il lunedì per il martedì.
In più il bambino a scuola aveva svolto un lavoro e aveva disegnato ma non aveva colorato. La maestra il martedì mi ha mandato una nota: i disegni vanno colorati. Cioè il bambino a casa deve fare i compiti e deve completare quello che lei non riesce a fare a scuola. Non si capisce come mai a casa il bambino riempie pagine di quaderno e a scuola vedo una pagina di lavoro.
Ma indipendentemente da questo, il risultato è che oggi 18 novembre il bambino non scrive autonomamente e non legge fluidamente (diciamo che legge lo stampato).
C'è da dire che i miei figli hanno la tessere dalla biblioteca provinciale da quando avevano 1 anno e ci rechiamo periodicamente per prendere dei libri che prima leggevo io e che adesso pian piano leggono da soli
(il primo legge autonomamente libri tipo
Geronino Stilton ecc. fin dallo scorso anno); oggi non ho la possibilità di portare mio figlio in biblioteca e dargli la soddisfazione di scegliersi un libro, portarlo a casa e leggerlo: non c'è tempo. Il bambino è in preda all'ansia.
Quindi il carico di compiti e l'eccessiva severità, non portano frutti. E' sempre lo stesso discorso: occorre qualità e non quantità. Questa severità non genera senso di responsabilità ma rifiuto: mio figlio va a basket due giorni a settimana, si fa accompagnare e dopo un pò gli viene l'ansia perchè deve tornare a casa a studiare. Ma ditemi: vi sembra giusto che un bambino di 6 anni che fino all'anno scorso era alla scuola dell'infanzia debba subire questo? Per me è infanzia negata!Per me è violenza.
Non ditemi: "che aspetti a cambiare" perchè c'è un percorso avviato con azioni in cui abbiamo messo nero su bianco queste cose, ma la dirigente deve ascoltare la campana della maestra, deve verificare ecc.
Intanto io continuo a mandare mio figlio a scuola perchè ottemperiamo all'obbligo scolastico posto in capo a noi genitori e perchè non mi va di insegnare a mio figlio che quando vuole può scappare dalle responsabilità. Lui sa che stiamo cercando di aiutarlo, ma ci vuole il tempo per farlo, intanto si impegna.
Sono solo molto triste nel sapere che mio figlio prima andava a scuola saltellando ed adesso non mi lascia la mano.
Sono triste perchè, manifestato il disagio del bambino alla maestra, lei mi ha risposto: "
non far fare i compiti al bambino". Ma che discorsi sono: io devo dire a mio figlio che un adulto con cui sta 8 ore al giorno non ha autorità.
E poi quando io lascio l'aula la maestra rivolgendosi a mio figlio dice :
"
tu vuoi giocare?" - il bambino risponde "
si ho un gattino piccolo!" e lei dice "
ti faccio vedere io quanti compiti avrai da adesso in poi. Che crede tua madre qua comando io".
Scusate lo sfogo !
Gabriella Fiorini - 21-11-2010
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Mi dispiace tanto, signora, ma persone incompetenti si trovano in tutti i settori lavorativi e lei è incappata in una di queste.
Ha perfettamente ragione di preoccuparsi: la situazione è assolutamente nociva per il suo bambino.
Purtroppo non so quanto la dirigente potrà modificarla. E soprattutto mi domando quanto l'insegnante in oggetto possa rispettare anche nelle lezioni in classe i tempi di un bambino di 6 anni, se le sue pretese per i compiti a casa sono così inadeguate.
Insegno da molti anni e le consiglio di leggere i segnali che le manda suo figlio. Il primo, fondamentale è questo: deve andare a scuola felice.
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Adele De Vito - 22-11-2010
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Il bambino non va a scuola felice,è timoroso.
Io non sò come fare per aiutarlo.
Stamattina sono andata dalla dirigente per spostarlo di classe ( ho appreso dalle colleghe che la maestra in questione è un muro, non coopera con nessuno neanche per la programmazione di intersezione, è un lupo solitario ma è anche una bene amata della dirigente) e non mi ha ricevuto ha detto che devo incontrare le maestre nel pomeriggio e provare a trovare una soluzione. Sinceramente non voglio una soluzione con questa maestra perchè mio figlio non solo non fà progressi a scuola ma è paralizzato e soprattutto ho capito che la maestra gli sta incutendo paura: lui non mi dice più nulla di quello che prova perchè ha paura che io mi reco di nuovo a scuola a parlare con la maestra e lei continua a "minacciarlo".
Ma è possibile che non posso fare niente.E' possibile che la dirigente si rifiuti di parlarmi è possibile che io non posso scegliere la soluzione migliore per l'equilibrio di mio figlio. E' possibile che mio figlio debba subire questo comportamento, cosa devo fare. C'è qualcuno che può darmi una mano, che può indicarmi un percorso da fare.
Vi prego rispondetemi
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Alberto - 23-11-2010
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Signora De Vito, iscriva suo figlio in un'altra scuola. Accadde a me una cosa opposta (mio figlio non aveva compiti per casa e dopo 5 mesi non sapeva leggere, nè scrivere) . Dopo aver discusso, l'anno successivo lo iscrissi in un 'altra scuola. |