«Una maniera un po' farlocca per rifarsi la verginità».
Queste le parole con cui il sindaco della città di Livorno, Alessandro Cosimi, commenta sarcasticamente la decisione del ministero della Pubblica Istruzione di inviare degli ispettori in quel che fu il teatro San Marco e che oggi invece ospita un
asilo comunale.
Ad attirare l'attenzione del ministro Mariastella Gelmini è stata la notizia della presenza di alcune bandiere di Rifondazione Comunista e dei Comunisti italiani all'esterno dello stabile.
La verginità a cui il sindaco livornese, in quota Pd, fa riferimento con l'intento chiaro di raffreddare gli animi di chi ha gridato subito allo scandalo non ha nulla a che vedere con i cori un po' goliardici, un po' volgari, che in questi giorni si sentono cantare dagli studenti durante i cortei di protesta: storici canti in cui si raffrontano le supposte qualità politiche del ministro della Pubblica Istruzione alla ben meno certa pudicizia di una rinomata pornostar, nonché ex deputata.
Entrambe, a quasi due decenni di distanza, esponenti del Partito dell'amore.
Il richiamo ironico del primo cittadino di Livorno è invece diretto alle recenti polemiche sulla scuola elementare "Gianfranco Miglio" di Adro e a quel Sole delle Alpi, tanto caro alla Lega Nord, che per giorni è comparso sulla quasi totalità degli arredi dell'istituto e difeso dal sindaco del comune del bresciano, Oscar Lancini.
Nel frattempo sembra poter essere spiegata la presenza dei vessilli comunisti sulle mura esterne della scuola materna: sarebbero lì da mesi, dimenticati dopo una manifestazione in ricordo della nascita del "Partito Comunista d'Italia, sezione italiana della III internazionale comunista", avvenuta il 21 gennaio 1920, ad opera di Antonio Gramsci e Amedeo Bordiga.
I due, dopo aver abbandonato il congresso del Partito Socialista che si stava svolgendo presso il teatro "Goldoni" di Livorno, scelsero di riunirsi all'interno del Teatro San Marco, struttura che come detto sopra ospita oggi l'asilo.
Ma dal Ministero vogliono vederci chiaro per fare in modo che si verifichino le condizioni per cui «la scuola rimanga un'istituzione pubblica, che deve garantire a tutti un'educazione imparziale ed autonoma rispetto a qualsiasi orientamento politico».
Appunto.