breve di cronaca
Ma la Campania rifiuta la linea Formigoni
Il Mattino - 13-07-2001
Felice come un ragazzino, il presidente Formigoni si avvia a dispensare fin dal prossimo anno i buoni scuola agli studenti lombardi per un massino di due milioni, che salgono a tre per i portatori di handicap. Dai libri, a spese varie, compreso le rette versate agli istituti privati, punto quest’ultimo che aveva fatto scattare da parte del governo di Giuliano Amato un ricorso alla Consulta, ritirato l’altro giorno da Berlusconi. Si favorisce così la scuola privata a scapito di quella pubblica? Il centro sinistra, Rutelli in testa, grida allo scandalo, Cofferati altrettanto, non meno l’assessore regionale campano alla Pubblica istruzione, Adriana Buffardi: «Il sistema pubblico deve garantire il diritto allo studio, non certo il rimborso di spese sostenute da coloro che hanno scelto altre strade formative». La Campania non seguirà quindi la Lombardia, anche se il parallelo resta un’esercitazione accademica, visto che nel Consiglio regionale campano non c’è ancora traccia di una legge che garantisca il diritto allo studio, a differenza di quella approvata lo scorso anno a Milano: «Siamo in una fase di studio e istituiremo presto una commissione - dice Buffardi - che dovrà elaborare il testo».
Quanto sarà diverso da quello di Formigoni?
«È la base di partenza a essere diversa, in particolare rispetto al reddito: in Campania abbiamo una larga fascia di famiglie al di sotto dei 30 milioni a cui bisogna dare risposte. Non credo, inoltre, che si possa parlare di spese certificate o certificabili, visto che il diritto allo studio non passa per la presentazione di fatture».
Esclude contributi per le rette pagate ai privati?
«Le famiglie sono libere di fare quello che vogliono, ma la Regione è tenuta a garantire il diritto allo studio nella scuola pubblica».
Che funziona spesso male...
«I problemi non si risolvono sicuramente dirottando risorse altrove. Piuttosto i molti esempi, anche qui, di istituti che funzionano, devono indurci a fare di più sul piano finanziario».
L’ha detto al ministro Moratti?
«Se avessi avuto il piacere di conoscerla... Le ho già inviato due lettere, una di cortesia, l’altra pubblica, senza avere un cenno di risposta. Trovo singolare che mentre si assiste a una drammatica accelerazione sulla devolution, vi sia un ministro che blocca la riforma dei cicli, decide sul personale precario, senza interpellare affatto le Regioni. Lo dice una che resta convinta sulla centralità del ministero della Pubblica istruzione, per scongiurare rotture all’unità culturale del Paese, ma trovo singolare questo modo di procedere».


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