breve di cronaca
Task Force "aziendale"
Il Sole 24 ore - 13-07-2001
di MARCO LUDOVICO

SUGLI INSEGNANTI IL CICLONE MORATTI
Nuovo stato giuridico per i docenti, comprensivo di un codice deontologico,
e un sistema articolato di carriera, per compiti e funzioni, che valorizzi
le professionalità migliori. Ma anche maggiori investimenti nel settore
dell’istruzione: a condizione, però, che la spesa sia riqualificata (basta,
insomma, con gli interventi a pioggia). E una spinta accentuata verso il
federalismo scolastico. Sono queste, in cinque cartelle, le proposte del
ministro della Pubblica istruzione, Letizia Moratti: e sono già sul tavolo
del Tesoro e della presidenza del Consiglio, che stanno mettendo a punto in
queste ore la stesura finale del Documento di programmazione economica e
finanziaria. Non è detto che tutto il paragrafo elaborato da Letizia
Moratti entri nel documento finale: sintesi e tagli alle proposte dei
singoli ministri sono nella prassi di tutti i Dpef. Il testo del ministro
Moratti, tuttavia, ha valore anche in senso assoluto, come nuovo quadro
programmatico della futura politica scolastica. E le novità previste sono
davvero clamorose. L’intervento sull’attuale profilo dell’insegnante è
forte: Viale Trastevere vuole definire un nuovo stato giuridico della
professione docente: decisione che metterà sicuramente in agitazione i
sindacati. In ogni caso, l’idea è immettere robusti criteri di
professionalità in una professione che da decenni tende ad appiattirsi
sulla routine. Ancora più innovativa è l’idea di introdurre un codice
deontologico della professione docente: un’ipotesi che circola da tempo nel
dibattito sull’attività degli insegnanti, ma che finora non si è mai
concretizzata. Si tratta di una proposta ancora da definire nel dettaglio.
Ma intanto il principio è stato posto: e, naturalmente, farà discutere. Al
progetto del codice deontologico non sarà estraneo neppure il recente
problema sollevato dalla Corte dei conti: la magistratura contabile aveva
denunciato nei giorni scorsi i troppi casi di docenti condannati con
sentenza penale definitiva — anche per gravi reati a sfondo sessuale — che
sono rimasti "regolarmente" al loro posto. Un altro punto che metterà il
batticuore ai sindacati riguarda l’intenzione di creare una nuova
articolazione della carriera dei docenti. L’idea del Governo è
"diversificare", definire competenze specifiche, valorizzare
professionalità diverse. Passare, insomma, dal "tutto a tutti" (anche se è
poco), perché "tutti sono uguali", a un riconoscimento di funzioni,
impegni, risultati particolari. In questo quadro si inserisce anche la
decisione di creare una commissione che prepari il progetto di un nuovo
Sistema nazionale di valutazione (si veda l’articolo pubblicato qui sopra).
Letizia Moratti giudica infatti con severità l’attuale stato
dell’istruzione italiana, nel quale ha riscontrato un livello qualitativo
non sempre soddisfacente, infrastrutture carenti e un debole raccordo tra
formazione e occupazione. Dal punto di vista economico, il ministro si
propone di aumentare gli investimenti per la scuola, con un piano
pluriennale. L’obiettivo è allineare alla media europea la percentuale del
nostro Pil investita in istruzione e formazione. Ma il vero problema è un
altro: riqualificare la spesa del settore, cioè passare da un impiego delle
risorse quasi integralmente destinato al funzionamento del sistema a un
investimento rivolto invece allo sviluppo e alla crescita. Un principio
sancito nel Dpef potrà, per esempio, essere quello di migliorare gli
attuali tassi di istruzione e di ridurre le sacche ancora diffuse di
analfabetismo e scarsa scolarizzazione. L’altra questione cara al programma
elettorale dell’attuale maggioranza, e ora nell’agenda dell’Esecutivo, è il
federalismo scolastico. L’uso delle parole, in questo caso, è a rischio: si
parla di federalismo, devolution, decentramento, ma il principio va
riempito di contenuti. Un fatto è certo: Letizia Moratti intende spostare
dal centro al territorio la gestione dell’istruzione. E neppure su questo
fronte si faranno attendere le polemiche. Ieri intanto il Consiglio
nazionale della Pubblica istruzione ha approvato all’unanimità un documento
che chiede il ripristino della sperimentazione nella scuola dell’infanzia:
sperimentazione bloccata nei giorni scorsi dopo il ritiro, deciso dalla
Moratti, di tutti i decreti legati al riordino dei cicli scolastici. La
posizione del Cnpi è stata resa nota dal segretario della Federazione
formazione e ricerca della Cgil, Andrea Ranieri: «Quello del Consiglio
nazionale — ha detto Ranieri — è un segnale di cui, ci auguriamo, il
ministro vorrà tenere conto non solo ripristinando la sperimentazione nella
scuola materna». Ma il parere del Cnpi ha mero valore consultivo. Del resto
il predecessore di Letizia Moratti, Tullio De Mauro, non volle tener conto
di un altro parere, del pari negativo, che il Cnpi espresse sul regolamento
di attuazione dei nuovi curricoli della scuola di base.


UNA "TASK FORCE" PER LA VALUTAZIONE
Una task force per istituire un sistema di valutazione nazionale della
qualita' nelle scuole: Letizia Moratti l'ha appena nominata, ed e' gia' al
lavoro. Oggi al ministero della Pubblica Istruzione si riunisce una
commissione di 14 persone - esperti della scuola e del mondo aziendale -
che dovra' mettere a punto un nuovo modello di Istituto di valutazione in
grado di misurare i risultati delle strutture scolastiche pubbliche e
private. Nella commissione ci sono nomi ben noti al mondo della scuola:
Antonio Augenti, ex direttore generale del ministero, Giuseppe Bertagna,
pedagogista e direttore di "Nuova secondaria", Bruno Bordignon, numero uno
delle Scuole salesiane, Luisa Ribolzi, docente di Sociologia
dell'istruzione a Genova e collaboratrice del Sole-24 Ore. Il presidente
del gruppo sara' Giacomo Elias, un nome prestigioso nel settore della
certificazione di qualita' aziendale. Elias, infatti, e' stato, tra
l'altro, presidente dell'Iso, l'ente mondiale che definisce gli standard
di qualita' (come quelli delle imprese Iso 9001).
Nelle intenzioni, dunque, si vuol partire con un patrimonio culturale
fortemente legato al mondo dell'impresa. Anche perche' l'idea che sta al
fondo ddell'iniziativa e' quella di metter mano all'attuale Istituto
nazionale per la valutazione del sistema dell'istruzione (ex Cede) con sede
a Frascati: la struttura guidata da Benedetto Vertecchi, con il quale il
ministro Moratti ha avuto un colloquio nei giorni scorsi. L'Istituto
nazionale e' sotto la tutela di Viale Trastevere, ed e' proprio questo uno
dei motivi di critica al sistema in vigore: la valutazione dell'istruzione,
sostiene la maggior parte degli esperti, non dev'essere affidata a un
organo che dipende dall'amministrazione scolastica.
Insomma: l'Istituto che dovra' valutare la qualita' degli istituti pubblici
e privati avra' natura privatistica e dovra' garantire piena indipendenza
di giudizio. Da oggi si comincia a studiarne il modello.


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