breve di cronaca
Dipendenti pubblici in fuga per evitare penalizzazione
Tiscali notizie - 28-05-2010
Manovra, l'allarme dei sindacati

L'allarme per le misure penalizzanti della manovra economica per pensioni e liquidazioni stanno spingendo molti dipendenti, ma soprattutto alti dirigenti, a presentare la domanda di pensionamento. Secondo numeri che si fanno in ambienti sindacali, solo al ministero della Pubblica Istruzione in poche ore sarebbero sette le nuove richieste, mentre al ministero dell'Economia tra ieri e oggi sarebbero pervenute dieci domande. Numeri complessivamente destinati ad aumentare.

Dipendenti in fuga - Ne sono convinti i sindacati: "Chi può farlo scappa, - dicono - è una corsa contro il tempo, per far sì che la domanda venga accolta prima che il decreto legge contenente la manovra sia pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, e quindi non incappare nelle nuove norme con la rateizzazione fino a tre anni della liquidazione". La 'corsa' riguarderebbe, in particolare, professori universitari, alti burocrati dello Stato e degli enti pubblici non economici. "L'insieme delle misure inaccettabili sulle liquidazioni e le nuove finestre - commenta il coordinatore settori pubblici Cgil, Michel Gentile - sta determinando la corsa verso la pensione. Nel 2010, quindi, l'effetto potrebbe non essere quello previsto. L'unico settore che rischia di essere penalizzato senza poter trovare soluzione è la scuola che ha una sola finestra, a settembre, e le domande si presentano a gennaio".

Sotto accusa la riforma Brunetta - Secondo Gentile, più in generale è la stessa riforma Brunetta "nata, a detta del proponente, per valorizzare il merito, che si trova a scontrarsi ed essere oggettivamente bloccata da due misure della manovra che vanno in senso contrario alla riforma stessa: il blocco delle retribuzioni al 2010 fino al 2013 che impedisce la valutazione del merito per fasce e le misure sulla dirigenza che fanno sì che anche i dirigenti che raggiungono gli obiettivi prefissati possono essere rimossi dall'incarico senza garanzia della retribuzione percepita". "E' un fenomeno che può diventare allarmante - dice il segretario confederale della Cisl, Gianni Baratta -: può produrre un danno per la pubblica amministrazione. Se la fuga infatti divenisse consistente, le posizioni lasciate libere non sempre potrebbero essere ricoperte da un riposizionamento dell'assetto organizzativo. Che la Ragioneria faccia i suoi conti".

28 maggio 2010
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