breve di cronaca
Scuola. La RdB proclama la protesta nazionale
roma.corriere.it - 15-05-2010
Scatta lo sciopero degli scrutini «Perché la situazione non è cambiata»
La Rdb Scuola proclama la protesta nazionale: regione per regione il 7, 8 , 14 e 15 giugno. «Colpa del governo»

Prima partiranno gli emiliani con i romagnoli e i calabresi. Poi Piemonte, Lazio e Campania. Così il 7 e l'8 giugno, e poi il 14 e il 15 giugno prossimi, gli insegnanti si fermeranno, lasceranno cadere la penna e non faranno gli scrutini: sciopero. Anche i sindacati di base Rdb lanciano lo sciopero degli scrutini, dopo l'agitazione proclamata dai cobas.

«Dopo più di 10 scioperi "convenzionali", la situazione per la scuola non è cambiata», scrivono i sindacati di base della scuola in un comunicato. E allora Rdb Scuola ha pensato ad un'alternativa: niente scrutini in quei giorni. RdB Scuola, si legge nel comunicato, «fin da dicembre scorso si è detta disposta a raccogliere l'appello dei vari Coordinamenti di precari e dei comitati di lavoratori, studenti e genitori per l'attuazione dello sciopero degli scrutini. RdB Scuola, con spirito unitario, ha proclamato lo sciopero nelle stesse giornate in cui è stato indetto dai Cobas ma con modalità diverse. Con lo scopo di ampliare la partecipazione dei lavoratori ad uno sciopero importante e difficile per le gravi limitazioni della legge "anti- sciopero", lo abbiamo indetto: regionale per lasciarci la possibilità di indire, dopo sette giorni, lo sciopero del personale ATA in concomitanza della pubblicazione dei quadri e della consegna delle pagelle».
Ma l'agitazione sarà anche «breve: per consentire ai docenti di scioperare solo per uno scrutinio e, dunque, alternarsi nei due giorni consentiti per legge, con una trattenuta pari all'effettiva durata dello scrutinio "bloccato" (a 17,5 euro l'ora). Questa modalità si aggiunge a quella prevista dall'indizione dei Cobas ovvero l'astensione dal lavoro per l'intera giornata».

«Il Governo - spiegano i sindacati - ha varato i provvedimenti che porteranno alla soppressione di ulteriori posti di lavoro per più di 40.000 unità, tra docenti e ATA e altri 5 mila a rischio tra gli ex-LSU delle ditte di pulizie. La resistenza dei lavoratori della scuola in questo ultimo anno e mezzo è stata lodevole ma il tradimento dei sindacati collaborazionisti ne ha vanificato ogni possibilità concreta di vittoria. Costruire il Sindacato Generale, Conflittuale e di Base è divenuto indispensabile per ritrovare la nostra indipendenza nel formulare le nostre rivendicazioni così come nell'attuare forme di protesta più forti e, soprattutto, incisive. Contro la privatizzazione della scuola pubblica statale, per conquistare un futuro sicuro e dignitoso per i lavoratori e le nuove generazioni».

Lo sciopero è stato proclamato solo in alcune regioni, «ma siamo disposti ad allargarlo ad altre regioni: già in queste ore stiamo ricevendo diverse segnalazioni da gruppi di lavoratori interessati ad estendere l'iniziativa». Lo sciopero della scuola, inoltre, si colloca nella settimana della «Staffetta Precaria» che dal 7 giugno vedrà alternarsi mobilitazioni, scioperi di tutti i settori del pubblico impiego (sanità, ricerca, università, enti locali ecc..) fino al 14 giugno con la giornata nazionale di mobilitazione della scuola. «In quei giorni il Governo prepara, con il Documento di Programmazione Economica, la prossima Finanziaria di lacrime per i lavoratori e noi saremo in piazza per contrastare le politiche governative di distruzione e privatizzazione del settore pubblico per rifinanziare chi ha generato la crisi: banche, monopoli e imprese private».


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