Biblioteche in carcere: sfida o utopia?
Angela Barlotti - 11-10-2002

Questo ultimo anno ha fatto registrare progressi nelle Biblioteche in carcere della Romagna, in modo particolare rispetto all’interesse di organismi esterni agli Istituti di pena, che hanno assunto direttamente la gestione del servizio.

A Rimini la stessa è gestita direttamente dal locale Sert che è riuscito ad ottenere fondi per compensare sia la tutor esterna sia i due detenuti 1 che usufruiscono di una borsa lavoro nella Biblioteca per la catalogazione2 e il prestito3. La Biblioteca, grazie ad un progetto approvato dalla regione E/R, ha al suo interno un Centro Documentazione con documenti e letteratura grigia che interessa la popolazione carceraria.
Il catalogo è ora multiculturale e ben fornito; viene interrogato dai detenuti addetti alla biblioteca, uno italiano e uno straniero, che provvedono al prestito e alla circolazione degli elenchi delle nuove accessioni in lingua italiana e in lingua araba, all’interno delle celle.
I prestiti sono triplicati in modo particolare quelli di testi in lingua originale a detenuti stranieri.

A Forlì, la Provincia, ha appaltato ad una Cooperativa la catalogazione di 2.000 volumi che sta per terminare e una volontaria dell’Ispettorato locale CRI segue, insieme ai detenuti, l’apertura e l’accesso alla biblioteca.

Ravenna ha il catalogo online su SeBiNa a cura del Servizio Biblioteche della Provincia e i testi entrano in carcere già con l’etichetta, pronti per essere collocati negli scaffali. Compito che viene svolto da un detenuto il quale provvede a stampare gli elenchi per i desiderata dei detenuti, testi che lo stesso Servizio Biblioteche provinciale, provvede ad acquistare o a chiedere in omaggio.
E’ appena uscita la terza stesura del catalogo cartaceo4 .

I cataloghi sono più cospicui anche per le donazioni ottenute, in particolare dalla Casa Editrice Sellerio di Palermo, che ha inviato ben 250 testi dal proprio catalogo alle tre Case Circondariali.
La Casa Circondariale di Forlì attraverso il competente Magistrato, mi ha commissionato ricerche su testi e periodici da acquistare anche per i detenuti stranieri.
Rimini sta facendo la stessa cosa, a testimonianza della credibilità che le biblioteche in carcere hanno, oggi, da parte del personale degli Istituti.

Sembrerebbe che tutto funzioni al meglio anche se per me resta una piccola ombra:

l’isolamento di queste biblioteche, non più un isolamento dalle biblioteche esterne al carcere che ormai le hanno accettate e riconosciute come Biblioteche a tutti gli effetti, ma l’una con l’altra. Nessuna delle tre conosce, almeno a livello istituzionale, il lavoro delle altre due.
Questo interesse per la gestione diretta sembra voler dimostrare che si può lavorare in autonomia senza confronti, dimenticando la necessità di mantenere omogeneità e integrazione nel territorio e alla rete bibliotecaria, per garantirne la sopravvivenza e il riconoscimento.
Chi opera per il funzionamento delle biblioteche in carcere (Enti locali, Associazioni di volontariato, Scuole, ecc.) decide per sé, incurante dell’esistenza di una convenzione nata proprio per mantenere una omogeneità di lavoro e di obiettivi, e che è aperta a nuove adesioni.
E’ un po’ il fallimento dello scopo originario che portò la Provincia di Ravenna nel 1994 a proporre la convenzione citata, all’allora Ministero di Grazia e Giustizia5, per l’avviamento e la gestione delle biblioteche e dell’informazione in carcere, dove si dichiarava, fra l’altro, che
gli obiettivi comuni dei sottoscrittori6 della convenzione erano:
- favorire la crescita culturale, individuale e collettiva, garantendo a tutti l’accesso agli strumenti di conoscenza, di informazione e di comunicazione;
- avviare e incrementare il servizio biblioteca all’interno delle istituzioni carcerarie in maniera integrata con le realtà delle biblioteche del territorio
- favorire la formazione di detenuti per un futuro reinserimento sociale in attività lavorative nel campo documentario
- accrescere la preparazione culturale dei residenti nelle istituzioni carcerarie
- attivare forme di effettiva collaborazione tra le istituzioni carcerarie e le altre istituzioni…omississ…
e dove la Provincia di Ravenna si impegnava:
- a contribuire all’incremento del patrimonio e all’utilizzo di forme di prestito interbibliotecario per la circolazione di tutti i documenti disponibili nei cataloghi…omississ…
- a fornire agli Educatori addetti alla biblioteca, possibili percorsi formativi esterni specifici per l’acquisizione di conoscenza del settore.
e la Regione E/R – Istituto per i beni Culturali Artistici e Naturali si impegnava:
- a favorire il collegamento delle biblioteche delle carceri coi cataloghi informatizzati delle biblioteche pubbliche, consentendo l’interrogazione …omississ…


Isolando le biblioteche in carcere l’una dall’altra, non effettuando scambi di cataloghi e di informazioni per la gestione del servizio, si perdono occasioni di confronto utili ad ottenere risorse e collegamenti online.

Considerando poi la frequente migrazione dei detenuti da una Casa Circondariale all’altra, se si mantiene un collegamento fra biblioteche, il Bibliotecario-detenuto che eventualmente venga trasferito, porterà con sé vantaggi evidenti di risparmio per la formazione di personale da destinare al servizio informativo.

Riconoscere una figura di Bibliotecario-detenuto nelle carceri, sarebbe il primo passo per una vera omogeneizzazione delle stesse.
I vantaggi si estenderebbero anche agli Educatori che hanno il compito di gestire le biblioteche di Istituto, i quali, insieme, potrebbero affrontare i problemi con le loro Amministrazioni in modo più unitario e autorevole.

La soluzione migliore, per evitare isolamenti pericolosi, è certamente quella di avere i cataloghi in linea su SeBiNa Indice interrogabili con OPAC; ma ci sono ancora ostacoli da superare come quello che deriva dal fatto che il prestito non può essere effettuato da una biblioteca in carcere ad una biblioteca o un utente esterno (almeno fino ad oggi) ma soltanto ai residenti in Istituto.

Per ora l’idea che compensa l’isolamento, potrebbe risolversi con l’immissione dei cataloghi già informatizzati in Internet a disposizione di tutti, scaricando i dati periodicamente, e avviando un prestito interbibliotecario fra le carceri P-ILL (Prison Inter Library Loan) e fra le biblioteche romagnole ILL., con un unico referente, almeno a livello provinciale, per dare avvio ad un sistema bibliotecario carcerario romagnolo, inserito nel sistema bibliotecario già esistente in Romagna.

Nelle Biblioteche romagnole si potrebbe parlare di E-book e di Biblioteca Digitale, essendo tutte dotate di strumenti informatici con accesso consentito ai detenuti, se pur sotto il controllo di tutor.
Ancora di più quindi servirà una rete efficiente per ottenere licenze vantaggiose per l’uso di libri elettronici nelle varie biblioteche e l’accesso ai cataloghi di Biblioteche Digitali, oltre che per rendere disponibili ad altre biblioteche i testi o i documenti, di particolare interesse, digitalizzati da una Biblioteca carceraria.


M. Angela Barlotti
Servizio Biblioteche
Provincia di Ravenna
Via Garatoni, 6
48100 Ravenna

Biblioteche “Fuori di Sé”


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