breve di cronaca
Negato a migliaia di bambini palestinesi l'accesso alla scuola
Unicef - 09-10-2002



Gerusalemme, 2 Ottobre 2002- A un mese dall'inizio dell'anno scolastico in Palestina, il Rappresentante Speciale dell'UNICEF nel Territorio Occupato Palestinese, Pierre Poupard, ha espresso oggi serie preoccupazioni per il numero di bambini palestinesi a cui viene attualmente impedito di frequentare la scuola, a causa delle restrizioni imposte da Israele.
"Al momento, i militari israeliani stanno impedendo a migliaia di bambini e di insegnanti palestinesi di recarsi a scuola", ha affermato Poupard. "A una generazione di bambini palestinesi viene negato il diritto a ricevere un'istruzione".
Anche se, rileva l'UNICEF, la maggior parte dei bambini palestinesi hanno fatto ritorno a scuola o stanno comunque ricevendo un'istruzione scolastica alternativa, più di 226.000 bambini e oltre 9.300 insegnanti non hanno la possibilità di raggiungere regolarmente le proprie classi, e che almeno 580 scuole sono state costrette a chiudere a causa del coprifuoco israeliano, delle restrizioni imposte e del divieto di uscire di casa.
L'UNICEF ribadisce che Israele ha l'obbligo di garantire che ogni singolo bambino palestinese abbia la possibilità di avere accesso all'istruzione, in conformità con la IV Convenzione di Ginevra e la Convenzione sui diritti dell'infanzia. Come condizione minima, le restrizioni alla mobilità imposte ai civili palestinesi devono essere revocate, durante le ore di scuola, in tutto il Territorio Occupato Palestinese. Vi sono quasi un milione di bambini palestinesi in età scolare. Quelli maggiormente colpiti sono i bambini che vivono nei distretti di Nablus, Jenin, Tulkarem e Hebron .
Le restrizioni alla mobilità imposte in tali aree hanno reso indispensabile la creazione di un sistema scolastico alternativo. Molti scolari palestinesi vengono al momento istruiti nelle proprie case dai genitori, o sono riuniti in classi di fortuna allestite in moschee, negli scantinati o per le strade. "Le iniziative per l'istruzione scolastica alternativa sono l'indice di quanto la normale vita dei bambini venga sconvolta da questo conflitto", ha affermato Poupard.
L'UNICEF ammonisce come la qualità dell'educazione impartita in casa non possa essere né valutata né tanto meno garantita. L'UNICEF ha inoltre sottolineato come gli organizzatori e gli insegnanti impegnati in questa forma alternativa d'istruzione abbiano la responsabilità di garantire che la loro azione sia mirata a soddisfare l'interesse primario dei bambini.
Attualmente l'UNICEF sostiene l'iniziativa "back to school", al fine di garantire che anche i bambini palestinesi più poveri possano permettersi di andare a scuola. L'iniziativa prevede la fornitura di uniformi e cartelle scolastiche, le quali rappresentano una spesa che spesso impedisce ai bambini di frequentare le rispettive classi. L'iniziativa sta fornendo aiuto a oltre 14.000 bambini.
"Quest'anno, con l'economia sull'orlo del collasso, molti genitori palestinesi non possono permettersi di mandare i propri figli a scuola. L'UNICEF fa appello alla comunità dei donatori per un sostegno ulteriore", ha dichiarato Poupard. Qualcosa come 317.000 giovani scolari palestinesi hanno disperato bisogno di assistenza a causa delle difficoltà finanziarie.

Per ulteriori informazioni, Ufficio stampa UNICEF-Italia, 06.47809233,
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