Coordinamento permanente e paritario per una nuova professionalità
Associazione Nazionale Docenti - 05-10-2002

Giornata Mondiale degli insegnanti
5 ottobre 2002
LETTERA APERTA ALLE ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI DEGLI INSEGNANTI



I processi culturali, tecnologici, economici in atto nel mondo impongono
a tutti noi -come singoli e come Associazioni- un ripensamento profondo
del fatto educativo e dell'essere scuola. Appaiono ormai evidenti tre
grandi fattori che incidono sulla funzione e sul significato
dell'insegnare: la perdita di centralità della scuola rispetto ad altre
agenzie educative; il progressivo imporsi di una cultura mondiale
uniforme; l'incapacità delle organizzazioni sindacali tradizionali di
comprendere le trasformazioni e di assumere quindi un ruolo propositivo.

È certo un momento difficile per la scuola ma -non sembri paradossale- è
anche un'opportunità decisiva per le Associazioni professionali. Dal
saper cogliere il nuovo senza distruggere l'antico dipenderà il nostro
futuro e la capacità di incidere sul presente. Il problema scuola,
infatti, coincide con la questione docente. Ogni altro aspetto può
essere valorizzato o rimanere sterile in base a come la funzione docente
si configura nel concreto del quotidiano fare scuola. La questione
docente è a sua volta il problema della cultura del docente, della
profondità del suo sapere disciplinare, della costanza con cui lo
aggiorna, dello studio come elemento centrale della professione. Il
docente deve essere -pur nei limiti di ciascuna persona- in qualche modo
un maestro e non un semplice facilitatore o trasmettitore di nozioni. La
condizione prima per svolgere appieno questo difficile compito è la
consapevolezza della centralità del sapere disciplinare rispetto alle
metodologie didattiche, del che cosa sul come; dove accade il contrario
si crea in realtà un grave vuoto epistemologico. Bisogna affidare la
complessità della scuola non alle strutture o agli strumenti ma alle
persone vive, libere, dialoganti fra di loro, per fare dell'insegnare e
dell'apprendere un'espressione di saggezza educativa.


È sulla base di questa visione generale della scuola che l'Associazione
Nazionale Docenti propone al mondo professionale italiano l'istituzione
di un coordinamento permanente e paritario, che superi gelosie e
steccati, i quali producono come unico effetto il permanere di
rappresentanze ormai del tutto burocratizzate e la perenne condizione di
inferiorità dei docenti nella scuola. Proponiamo di lavorare insieme per
il raggiungimento di alcune finalità generali da noi tutti condivise e
di alcuni obiettivi professionali concreti:

- Fare del docente il fulcro di ogni riforma e il vero responsabile
dell'insegnamento, poiché avranno successo solo quelle innovazioni che
viaggeranno sulle gambe di chi nelle scuole opera tutti i giorni.

- Liberare l'attività di insegnamento da imposizioni amministrative,
gerarchiche e collettivistiche per legarla invece alla comunità
scientifica di appartenenza, garanzia di qualità del sapere e di
costante rinnovamento didattico.

- Costruire un ordine professionale, nel quale i docenti che lo vogliano
possano trovare sostegno e che nello stesso tempo garantisca sulla
responsabilità dei risultati; un ordine che caratterizzi gli insegnanti
in quanto professionisti che lavorano nel settore pubblico senza essere
però impiegati della pubblica amministrazione.

- Porre al centro della scuola né lo studente né il docente ma quel
rapporto educativo dal quale soltanto scaturisce l'apprendimento e, con
esso, la crescita delle persone.


I più urgenti obiettivi concreti sui quali impegnarci ci sembrano i
seguenti:

- confermare la laurea specialistica per chiunque intenda dedicarsi
all'insegnamento;

- ristabilire un legame costitutivo fra la scuola e l'università, nella
precisa direzione dell'arricchimento didattico che la scuola può offrire
all'università e dell'aggiornamento disciplinare e culturale che
quest'ultima può proporre alla scuola;

- migliorare le retribuzioni, che sono del tutto inadeguate ai compiti
che ineriscono all'insegnamento;

- distinguere nella gestione della scuola la responsabilità
amministrativo-contabile, da lasciare a presidi e direttori, da quella
educativa, da affidare a una figura scelta dal Collegio docenti fra i
colleghi che rispondano a determinate caratteristiche;

- fornire a ogni docente un proprio «spazio fisico» all'interno
dell'edificio scolastico, spazio che consenta di sentire l'istituto come
casa propria; i docenti, infatti, sono gli unici a non avere una stanza
personalizzabile rispetto non solo ai dirigenti e al personale
amministrativo ma anche ai bidelli;

- aumentare le dotazioni strumentali come computer, stampanti,
fotocopiatrici, fornendole ai docenti in numero adeguato alle loro
esigenze professionali, sempre più complesse e differenziate;

- istituire un'area di contrattazione autonoma per i docenti: si tratta
di una richiesta professionale assai più che sindacale poiché
rappresenta la condizione normativa e il presupposto logico per
configurare l'attività docente come una professione intellettuale e non
come un impiego.


Crediamo che solo le Associazioni -per la loro natura culturale prima
che sindacale e politica- possano ormai farsi promotrici credibili e
ascoltate di queste esigenze, le esigenze che ogni giorno provengono dai
settori più consapevoli, competenti e appassionati della classe docente.
Rispondere a tali voci non è solo un diritto delle Associazioni
professionali ma anche e soprattutto un loro dovere.



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