breve di cronaca
Per una lettura storica dei tagli alla scuola pubblica
L'Avvenire dei lavoratori - 29-10-2009
--------------------------------------------------------------------------------

Come lo scorso anno, quest'inizio di anno scolastico si presenta amaro e insereno per il personale precario della scuola.

--------------------------------------------------------------------------------

I numeri dei tagli di posti sono ormai da tempo noti nella loro concretezza impersonale e brutale. Le conseguenze di tutti questi tagli, che - giova ricordarlo - si sommano a quelli degli anni precedenti (anche durante governi di centro-sinistra, sia pure questi molto meno devastanti), si fanno già sentire nelle scuole: aumento del numero medio di alunni per classe, fine di percorsi pedagogici e didattici (a partire dalle compresenze), riduzione di fatto dell'offerta formativa. Nella sola Puglia i dati già forniti dal ministero in agosto parlano di 4000 tagli fra docenti e personale ATA.
Assunzioni divenute una rarità. Nomine annuali ridotte talvolta al lumicino. Supplenze al momento solo ipotetiche e solo per una ristretta fascia. In un contesto di crisi occupazionale la precarietà si trasforma in saltuarietà. La situazione è destinata - dati e leggi alla mano - ad aggravarsi nei prossimi anni. Con effetti non solo sul piano economico ma anche sociale, psicologico e professionale per quanti e quante vivono questa lunga fase di precarietà e di incertezza. Come presentarsi in una classe senza particolari motivazioni a ben operare e senza certezze per l'anno prossimo o fra qualche mese? Come presentarsi nelle rispettive società locali senza un'adeguata e sicura qualifica lavorativa, fondamentale per una solida identità sociale? Come accettare l'idea di alternare lavori diversi, tutti precari, e al contempo di promuovere le proprie competenze in un ambito come quello dell'insegnamento?
Il lavoro a tempo indeterminato nella scuola pubblica è divenuto una sorta di oasi nel deserto, per pochi "fortunati" di lungo corso precario. Lo stesso clima scolastico è peraltro segnato spesso da gravi difficoltà di lavorare serenamente, tanto più a causa della tendenza in atto a concedere pieni poteri (quindi anche possibilità di arbitrii) ai dirigenti scolastici.
Temo che a pochi e poche, anche fra noi lavoratori precari della scuola, sia chiaro il carattere costituente di questo processo di espulsione dalla scuola di molte decine di migliaia di lavoratori, di riduzione dei posti di lavoro, di esodo forzoso di massa dal quel settore, di uno stillicidio di norme o di "semplici" affermazioni vessatorie verso il personale delle scuole.
Non si comprende ancora a fondo che quello in atto verso i lavoratori e le lavoratrici precari della scuola è un attacco che ci anticipa configurazioni dei rapporti sociali da qui a venire, il tassello forte proemiale di un nuovo ordine. Precarietà dei contratti e assottigliamento dei posti parlano di gerarchie, di asservimenti, di varie ricattabilità. Sostituzione delle graduatorie attuali con concorsi d'istituto e chiamate dirette da parti dei dirigenti (cfr. proposta di legge Aprea) equivale all'aumento dei tassi di illegalità con l'istituzione di baronati vernacolari (sul modello universitario) anche nelle scuole. Fuga dalla scuola dice impoverimento della scuola rispetto a competenze altrimenti difficilmente recuperabili. Indebolimento della scuola pubblica racconta un rafforzamento delle analoghe strutture private, aziendali e/o confessionali (cattoliche), quindi fine di ogni istanza egalitaria.
Un'immagine mi sta tornando più volte alla mente: i precari della scuola in questi ultimi anni di macelleria sociale sono come i minatori nel Regno Unito all'inizio del riordino della Thatcher.
Assieme ai fratelli e alle sorelle migranti "clandestini" subiamo cose di cui un futuro l'Italia dovrà vergognarsi. Nel frattempo anche dall'esito delle vicende che ci riguardano dipende il futuro dell'intera Italia.

--------------------------------------------------------------------------------

Gaetano Colantuono
Docente e ricercatore precario


--------------------------------------------------------------------------------

L'Avvenire dei lavoratori (L'ADL) è un'editrice di emigranti fondata nel 1897 dalla federazione estera del Partito Socialista Italiano e dall'Unione Sindacale Svizzera.
Nato come organo di stampa per le nascenti organizzazioni operaie all'estero, L'ADL ha preso parte durante la Prima guerra mondiale al movimento pacifista di Zimmerwald; ha ospitato durante il ventennio fascista L'Avanti! clandestino (in co-edizione); ha garantito durante la Seconda guerra mondiale la stampa e la distribuzione, spesso rischiosa, dei materiali elaborati dal Centro estero socialista di Zurigo. Nel secondo Dopoguerra L'ADL ha condotto una lunga battaglia per l'integrazione dei migranti, contro la xenofobia e per la dignità della persona umana, di chiunque, ovunque (http://www.radio.rai.it/RADIO3/fahrenheit/mostra_evento.cfm?Q_EV_ID=255822).
Dal 1996, in controtendenza rispetto all'eclissi della sinistra italiana, siamo impegnati a dare il nostro contributo nella salvaguardia di un patrimonio ideale che appartiene a tutti.



  discussione chiusa  condividi pdf