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Report non deve chiudere
Firmiamo.it - 12-09-2009
La TV nazionale Rai non garantisce piu' ai giornalisti di Report (rai 3) la copertura legale. Significa che gli inviati di Milena Gabanelli, da sempre attivi nel denunciare le illegalita' e i soprusi che ci circondano, dovranno provvedere di tasca propria alle spese legali cui, da bravi inchiestisti, vanno continuamente incontro.

I sottoscritti firmatari con la presente CHIEDONO alla societa' RAI Radiotelevisione Italiana S.p.A, il ripristino della copertura legale per gli inchiestisti del programma Report, trasmesso su Rai3, al fine di assicurare il libero esercizio della loro professione per arrivare alla verita' e rivelarla agli italiani.


F I R M A


La petizione Report non deve chiudere. FIRMA LA PETIZIONE è stata creata da e scritta da Gruppo Petizione per Report

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 Giuseppe Aragno    - 12-09-2009
Quasi senza parole:

Da: annozero@rai.it
Data: 9 Sep 2009 17:07:19 +0200
Oggetto: diffondi i nostri spot!

Buongiorno ,
cari amici, sono Michele Santoro e ho bisogno del vostro aiuto. Mancano
pochi giorni alla partenza e la televisione continua a non informare il... pubblico sulla data d'inizio di Annozero. Perciò vi chiedo di inviare a tutti i vostri amici e contatti su Internet gli spot che abbiamo preparato a questo scopo e che non vengono trasmessi.
Qui trovate i nostri spot:

Su Youtube:
Primo spot:
www.youtube.com
Secondo spot:
www.youtube.com

Su Rai.tv:
www.rai.tv

E come sempre il nostro sito
www.annozero.rai.it

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Di mio ci aggiungo che, se il destino e il "più grande presidente della storia", vorranno, l'appuntamento è per giovedì 24 settembre alle h. 21 su Rai2.

 da ORF - TV di stato austriaca    - 12-09-2009
Diktatur des Lächelns (La dittatura del sorriso)

Italien unter Berlusconi (L'Italia sotto Berlusconi)

Documentario della televisione di stato austriaca ORF2

PARTE 1



PARTE 2



PARTE 3



PARTE 4



PARTE 5




  da paolobarnard.info    - 12-09-2009
Ma dov'è la dignità di Santoro? Di Travaglio? Della Gabanelli? E delle centinaia di migliaia di voi che li seguite? Lewis Hill si vergognerebbe di loro, e di voi.
Rampognano da non so quanti anni che in Italia c'è il 'regime', un regime viepiù bieco e nero, ma poi alle casse del 'regime' vanno a piagnucolare spazi televisivi e denaro. Mai nella storia degli oppositori d'Italia, dai giorni dei fratelli Rosselli a oggi, né nella storia d'Occidente, si è vista una condotta talmente penosa. E voi pubblico strillate che l'informazione è di 'regime', ma tutto quello che volete fare è starvene a casa in salotto e avere la libertà servita gratis in Tv dal 'regime'. Ridicoli. Mai nella storia delle società civili organizzate, dalla nascita del socialismo a oggi, si sono visti così tanti incapaci cittadini.
Santoro naviga per 20 anni fra le fila dei comunisti e post comunisti di Ingrao nella televisione di Stato, e oggi finge di non sapere che la Tv di Stato è un cadavere decomposto, inutile scuoterlo. Gabanelli si infila nella Tv di Stato di Craxi, col socialista Roberto Quagliano (vero ideatore di Report) e con Giovanni Minoli, e oggi lamenta 'censura' dopo 5 anni di prime serate sotto Berlusconi. Travaglio dichiara che nella Tv di Stato "tutti hanno il guinzaglio, e senza guinzaglio lì dentro non ci si entra", poi sta anche lui abbarbicato al botteghino di viale Mazzini ad attendere i suoi contratti firmati. Tutti e tre a pretendere la paghetta dal 'regime'.
Uno spettacolo indecente. Nel 1943, un uomo di nome Lewis Hill contemplava il suo Paese, gli Stati Uniti, in piena corsa agli armamenti, controllato con ferrea determinazione da un 'regime' militare, poliziesco, ma soprattutto bancario e industriale senza pari nel mondo occidentale. Non esisteva, negli USA di allora, neppure la più pallida idea di partecipazione democratica nei media, meno che meno la libertà di espressione. Hill e alcuni giornalisti-attivisti si trovavano a quell'epoca internati in un campo di semi-libertà per obiettori di coscienza a 2.500 metri di altezza sulle Sierra Mountains; non avevano telefoni, Internet, né editori nazionali che li pubblicassero, né V-day pensabili o Star di sostegno. Lewis Hill e il suo collega Roy Finch volevano la libertà dei media. Era tutto ciò per cui vivevano e avevano lavorato. Non bussarono alle porte del New York Times o di NBC Radio, né in seguito alla CBS o ABC. Non rampognarono i consiglieri d'amministrazione dei media americani per uno spazio nel 'regime'. Ebbero dignità.
Hill partì da un seminterrato di San Francisco con un microfono e due idee: libertà di opinione a qualsiasi costo e i finanziamenti da chi ascolta. Le sue prime parole all'etere, il 15 aprile 1949 alle 3 del pomeriggio, furono: "Questa è radio KPFA, Berkeley". Gli ascoltatori accertati quel giorno furono 12. Oggi quel microfono perduto nell'indifferenza del dopoguerra, è divenuto Pacifica Radio e la Tv Democracy Now!, la più vasta rete di media pubblici d'America e del mondo, con 800 stazioni che la ospitano, più satellite e internet, e una audience mondiale di quasi 200 milioni di persone. Interamente auto-finanziata.
Eppure mai, mai in questa grande storia di giornalismo libero è accaduto che un singolo giornalista di Pacifica e Democracy Now! si sia sognato di bussare alle porte del 'regime' a elemosinare libertà. Essi hanno capito che un cadavere non rivive, che bisogna abbandonarlo alla decomposizione e partorire altro. Esattamente quello che si dovrebbe fare in Italia. Ma costa. Costa l'immenso prezzo dell'oscurità per decenni, costa, cari finti eroi della finta libera informazione italiana, la perdita della carriera, delle copertine sui giornali, delle collaborazioni con i settimanali, delle folle adoranti, dell'adrenalina dell'essere famosi, della candidature in politica, delle cene con magistrati o 'principessine'. Significa affrontare il destino amarissimo di coloro che hanno dato tutta la vita per poter raccontare il mondo, ma gli tocca farlo dalle catacombe dei 12 ascoltatori o giù di lì, giornalisti come Carlo Ruta, Antonella Randazzo, Carlo Gubitosa, Paolo Barnard, e tanti altri come noi. Come Lewis Hill quel pomeriggio di 60 anni fa.
Ma se fra Santoro o Gabanelli e Lewis Hill o l'attuale Amy Goodman passa un'oceanica differenza in dignità (oltre che bravura), lo stesso va detto degli attivisti italiani e di quelli americani. Qui si fanno feste di piazza e falò colorati, girotondi patetici o petizioni, poi tutti a casa, e quando c'è da metterci le proprie ore di uggioso e anonimo lavoro per pagare e per far funzionare un'informazione libera, capita sempre che dopo il solito strepitoso inizio rimanete in 5, perché un mese dopo c'è già un altro V-day da fare, e via! di corsa tutti al nuovo party. Così, in questo Paese di pavidi e adoranti servili, sono fallite tutte la iniziative ispirate a ciò che invece gli altri sanno fare.
Gli altri hanno giganti del calibro di John Pilger, Dean Baker, Alexander Cockburn, Amy Goodman, Naomi Klein, Nir Rosen, Amira Hass, Akiva Orr, Tariq Ali..., che nessuno ha mai, mai visto, neppure per sbaglio, aggirarsi per i corridoi del 'regime' a piagnucolare per un paio di riflettori puntati addosso.
Berlusconi li vede i piagnucolanti, e non per nulla, mentre alternativamente gli allunga un tocco di pane o glielo toglie, li disprezza.

Fonte: http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=134.


 Doriana Goracci    - 13-09-2009
Con due diversi articoli mi sono posta il tema Informazione e noi, comprendendo Barnard e magari qualche alta riflessione.
Per chi volesse leggerli, eccoli quà:
REPORT DI CHI?
http://www.agoravox.it/Report-di-chi-Una-petizione-per
Già che il 19 settembre arriva ma che colpa abbiamo noi ?
http://chiarelettere.gruppi.ilcannocchiale.it/?t=post&pid=2331569
CONCLUDEVO IL SECONDO COSI':
"Buona lettura, e poche buone azioni, a quelle ci pensa Mamma Rai e Famiglia Tutta".
un saluto grande a chi legge e sopratutto partecipa...