La beffa ferragostana dei camerieri d'oltre Tevere
Gabriele Attilio Turci - 21-08-2009
Come c'era d'aspettarsi, com'era pure stato già previsto da qualche commentatore, i camerieri d'oltre Tevere avevano, da tempo, predisposto le cartucce di riserva.
Infatti ecco che il nuovo regolamento, già in bozza da marzo, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e siccome la sentenza del Tar al regolamento precedente faceva ricorso, ecco di fatto azzerata la sentenza!
Il regolamento è stato pubblicato sotto forma di decreto del Presidente della Repubblica (n. 122); anche su questo il Presidente Napolitano molto dovrebbe spiegare sui suoi, più che tentennamenti, veri e propri abbandoni agli assaltatori dei valori costituzionali.
Non c'è che dire, un capolavoro di doppiezza, molto bipartisan, del resto da tempo evidente.
Ora, com'è logico si andrà giù duro. Lo hanno annunciato le solite "minoranze" ossia i responsabili delle chiese evangeliche e metodiste, della comunità ebraica e delle diverse associazioni che avevano fatto il precedente ricorso al TAR.
Lasciamo parlare loro, nel caso qualcuno ancora non avesse udito le loro parole (e i media ingessati e blindati sono stati in ciò ineccepibili!).
Così, infatti, si esprime Domenico Maselli presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), che ha risposto così al ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini, la quale aveva già annunciato l'appello al Consiglio di Stato (ora forse neppure più necessario da parte dei camerieri) contro la decisione del TAR del Lazio in materia di crediti scolastici per gli studenti che si avvalgono dell'insegnamento della religione cattolica (IRC).

"...Contrariamente agli anni precedenti questa volta andremo fino in fondo. In caso di invalidazione anche di questo pronunciamento faremo ricorso alla Corte costituzionale.
"Mi stupisco delle reazioni così accese intorno ad una sentenza che semplicemente ribadisce il dettato costituzionale della laicità dello Stato. Non si tratta di lotta anticattolica, ma della tutela dei diritti di quegli scolari che non si avvalgono dell'IRC. La sentenza è la diretta conseguenza sia del fatto che l'ora di religione, sulla base dello stesso Concordato, è facoltativa, sia della dichiarazione della Corte Costituzionale secondo cui la Repubblica Italiana ha tra i suoi fondamenti il principio supremo della laicità",

Sempre alla ministro Gelmini, che commentando la sentenza del TAR ha parlato di una forma di nichilismo e relativismo, Maselli ribatte: "La laicità non ha nulla a che vedere con il nichilismo religioso, perché prevede il rispetto e la tutela di tutte le religioni e delle opinioni religiose. Non dimentichiamo che parliamo di un insegnamento di 'religione cattolica' inteso in senso catechistico, e che gli insegnanti sono scelti non mediante concorso statale, ma per nomina vescovile. Diverso sarebbe se si trattasse di un insegnamento scientifico e aconfessionale di storia delle religioni che permetterebbe anche il libero orientamento degli studenti".

Invece a mons. Diego Coletti, presidente della Commissione episcopale per l'educazione cattolica, che ieri ha parlato di "bieco illuminismo", Maselli ricorda come la separazione tra stato e chiesa sia antecedente all'illuminismo: "Nel 1636, fu il pastore battista Roger Williams, che fondò la colonia di Rhode Island e la città di Providence, ad istituire la separazione tra potere civile e religioso sulla base della completa libertà religiosa. Qualche anno dopo nacque la colonia cattolica del Maryland che applicò anch'essa lo stesso principio. Un'idea dunque non certo illuminista, ma che storicamente parte dal mondo delle chiese evangeliche".

Questa è la voce di chi ha serenamente e ostinatamente operato perché la Costituzione fosse applicata. Aggiungo che personalmente ritengo sia però doveroso cercare di promuovere, nei rispettivi collegi dei docenti, mozioni di critica a questo operato legislativo e normativo che offende la dignità e il rispetto dei valori costituzionali.


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