breve di cronaca
Ora di religione: il Ministro Gelmini istituisca l'ora alternativa

Le reazioni scomposte della Gelmini alla sentenza del TAR e l'inutile ricorso al Consiglio di Stato. Una proposta dei Radicali di Sinistra per risolvere in modo pragmatico la controversia


Come previsto, il ministero dell'Istruzione ricorrerà al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio sull'ora di religione. "La religione cattolica - ha detto il Ministro - esprime un patrimonio di storia, di valori e di tradizioni talmente importante che la sua unicità deve essere riconosciuta e tutelata". "I principi cattolici dunque, che sono patrimonio di tutti, vanno difesi da certe forme di laicità intollerante che vorrebbero addirittura impedire la libera scelta degli studenti e delle loro famiglie di seguire l'insegnamento della religione".
Di fronte a queste enormità, abbiamo ragione di credere che il Ministro - forse troppo impegnato tra scatti fotografici a Positano e a difendersi da un'inchiesta del Corriere della Sera - non abbia avuto modo di leggere la sentenza del Tar del Lazio.

Il Tar ha giudicato alla luce di principî costituzionali, quello dell'eguaglianza dei cittadini senza differenza di religione (art. 3) e dell'uguaglianza delle confessioni religiose (art. 8), pur in presenza di un Concordato, per il quale una religione, quella cattolica, è, come nella Fattoria degli Animali di Orwell, più uguale delle altre.

Partendo da questi presupposti, invece di scatenare una indecente guerra di religione, sia il Ministro che la classe politica, meglio farebbero a porre rimedio ad una situazione di oggettiva criticità, cioè quella di un trattamento discriminatorio verso gli studenti che non si avvalgono dell'insegnamento dell'ora di religione.

Guardando in faccia alla realtà, altro non si può rilevare il carattere eversivo delle ordinanze del Ministro Fioroni (Pd). Eversivo non solo rispetto ai sopra citati articoli della Costituzione, ma anche dello stesso Concordato, nel quale si stabilisce l'ora di religione come insegnamento facoltativo.

Di fatto le due ordinanze obbligano, pena un danneggiamento verso alcuni studenti, la frequenza dell'ora. Non è un caso che il ricorso, giuridicamente ed economicamente sostenuto da associazioni laiche, sia stato presentato proprio da studenti.

Se oggi siamo di fronte alla sentenza del TAR è proprio a causa di una gestione ideologica ed autoritaria dell'ex ministro Fioroni, una gestione condivisa - da quanto si vede - anche dalla Gelmini. Da questo punto di vista, preoccupa (ma non ci stupisce) il pensiero unico che unisce PD e PDL, il menefreghismo verso gli studenti, trattati come numeri.

L'unica possibile via di uscita potrebbe essere quella di istituire un'ora alternativa, paritaria a quella dell'ora di religione. La annunciata "ora di educazione civica", oltre ad essere l'unica misura seria adottata da questo governo, potrebbe essere proprio questa ora alternativa, garantendo agli studenti la piena libertà di scelta e la parità di trattamento in sede di giudizio.

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