breve di cronaca
L'appello dell'Unione studenti: aboliamo i buoni scuola
L'Unità - 24-09-2002
Questo il testo dell'appello dell'Unione studenti contro le proposte del
ministro Moratti: «Proponiamo di cominciare a impegnarci dal 1° Ottobre
nelle piazze di Venezia, in una manifestazione regionale che segni l'avvio
del movimento studentesco e per la scuola pubblica, una manifestazione per
dire no al buono scuola. Per dire no, soprattutto, a chi ha in mente una
società in cui lo Stato si disinteressa della crescita culturale dei
cittadini, appaltando l'istruzione ai privati o promuovendo sistemi di
gestione privatistica della scuola pubblica».


Cari studenti, cari professori, cari cittadini,

Un anno nuovo è alle porte tra mille incertezze. Che anno sarà quello che
abbiamo davanti? La domanda, forse, può essere riformulata: cosa siamo
disposti a fare per la scuola pubblica, per la nostra scuola? Non si tratta
di un interrogativo generico o di circostanza, ma una questione fondamentale
che noi, studenti e studentesse, intendiamo porre a tutti quelli che vivono
la scuola e a tutti i cittadini italiani.
Noi vi proponiamo di cominciare a impegnarci dal 1° Ottobre nelle piazze di
Venezia, in una manifestazione regionale che segni l'avvio del movimento
studentesco e per la scuola pubblica, una manifestazione per dire no al
buono scuola. Per dire no, soprattutto, a chi ha in mente una società in cui
lo Stato si disinteressa della crescita culturale dei cittadini, appaltando
l'istruzione ai privati o promuovendo sistemi di gestione privatistica della
scuola pubblica. Perché se è dalla scuola che prende vigore la democrazia di
un paese, allora la nostra è una lotta di portata e interesse generale, una
lotta per la democrazia e per conquistarci un futuro.
Quest'anno comincia per noi nel segno di un'immagine fondamentale: quella
degli Stati generali dello scorso anno, anzi, dei "controstati" generali.
Una giornata che ha visto tutti noi studenti a Roma per delegittimare un
progetto di riforma fortemente autoritario e classista.Per noi quella
giornata conserva un'importanza particolare. Il corteo dei "controstati" ha
rappresentato un importante momento di unità e di coesione del movimento
studentesco e ha posto l'importanza di dar vita anche quest'anno a momenti
di lotta unitari che partano da piattaforme comuni. Dobbiamo ripartire da
quella giornata. Dobbiamo vincere la nostra battaglia contro una politica
che disegna la scuola come luogo di selezione, piuttosto che di
emancipazione sociale, rendendo più deboli i cittadini di domani. Dobbiamo
vincere la nostra battaglia contro la tendenza generale dei governi
regionali a svalutare la scuola pubblica in favore di quella privata,
attraverso lo strumento dei buoni scuola. Ma per vincere queste battaglie
dobbiamo essere uniti, dobbiamo fare fronte comune. E adesso abbiamo
un'occasione importante per farlo: il referendum in Veneto sui buoni scuola.
Martedì 1 Ottobre portiamo nelle piazze di Venezia la nostra lotta e le
nostre idee, per arrivare al giorno del referendum, il 6 Ottobre, capaci di
dare un segno positivo a quella giornata. Quello deve essere il momento in
cui tutti i soggetti studenteschi, le associazioni di insegnanti, i
sindacati e tutti i cittadini che credono in altro modello di scuola si
rincontrano per dar vita ad un nuovo grande movimento di protesta unitario.
Un grande movimento perché non possiamo restare a guardare. Non possiamo
restare a guardare mentre il ministro cerca di scavalcare il dibattito
pubblico e parlamentare, attraverso gli strumenti della delega e dei
protocolli con le regioni, per imporre un modello di scuola inaccettabile.
Non possiamo restare a guardare mentre si cerca di rivedere in senso
restrittivo i diritti degli studenti e gli spazi di democrazia nelle scuole
vengono cancellati senza tener conto delle conquiste del movimento
studentesco degli ultimi trent'anni. E non possiamo certo restare a guardare
mentre in Veneto si cerca di contrastare la legge sui buoni scuola. Si
tratta di un referendum regionale, certo, ma la questione del finanziamento
alle private, spacciato per diritto allo studio attraverso i buoni scuola,
riguarda oramai troppe regioni perché il problema possa restare confinato
nei singoli territori. Insomma, dobbiamo essere vicini agli studenti e ai
cittadini veneti che si stanno mobilitando, dobbiamo sostenerli nella lotta,
dobbiamo far capire che con loro c'è tutto il movimento, ampio e variegato,
che lo scorso anno contestava gli Stati generali. Costruiamo un movimento
che non si limiti ad un mero antagonismo ma che sappia elaborare e far
proprio un modello di scuola diverso da quello attuale. Riflettiamo, tutti,
ma cerchiamo di cominciare a vederci presto. Prestissimo.Perché questo
governo ha l'abitudine di approvare leggi e decreti senza che nessuno se ne
accorga. Mettiamo in rete le nostre idee. Anche in vista dello sciopero
generale, luogo ideale per unificare ulteriormente un movimento della scuola
che deve essere forte. E, dato il ripetersi sistematico di minacce di
guerra, continuiamo a coltivare insieme, nel nostro movimento, la cultura
della non violenza e il netto rifiuto alla guerra. Sperando di incontravi
tutti al più presto,

Gli studenti e le studentesse dell' UDS


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