L'anno in-finito
Florenti - 29-06-2009
Nella primavera del 2008 dopo l'insediamento, il min. Gelmini dichiarava che la riforma sarebbe stata effettuata con i l concorso di tutte le forze, docenti, associazione genitori, studenti ecc.
Ma ad inizio estate la riforma era praticamente avviata dal duo Tremonti-Brunetta sulla linea che abbiamo conosciuto.
Al loro seguito il 22 agosto 2008 il ministro Gelmini rilasciava la seguente dichiarazione :
"...la scuola è diventata un ammortizzatore sociale, una macchina erogatrice di stipendi per gli insegnanti. Una tipografia di diplomi - inutili e inutilizzabili - per gli studenti. Un mostro burocratico produttore di normative e circolari che si contraddicono l'una con l'altra".
A distanza di quasi un anno, verifichiamo come l'erogazione degli stipendi e delle retribuzioni stia diventando sempre più incerta. Mentre le varie circolari sul voto di condotta, sulla valutazione, sulla ammissione agli esami hanno dato un valido e significativo contributo alla produzione di confusione normativa.
SI viene da anni di campagne mediatiche mirate a sottolineare la pochezza di risultati nei rapporti fra discenti/docenti nel Paese. Mentre ci si potevano attendere programmi miranti all'innalzamento della qualità, ci troviamo incredibilmente ad assistere al piano dell'attuale MIUR fondato su una semplice e chiara matematica,
+ alunni e - ore, - docenti per classi, piano che non può che far scadere ulteriormente il rapporto e i risultati didattici.
La categoria, capace di opporsi ai precedenti tentativi di dubbie riforme dei vari ministeri Berlinguer, De Mauro, Moratti, ha manifestato nell'autunno congiuntamente agli studenti e alle famiglie un dissenso che similmente attraversava paesi vicini come la Francia e la Grecia.
Le proteste e i rinnovarsi di scioperi, l'escalation della tensione riguardo al problema scuola culminava il 6 dicembre con l'uccisione ad Exarchia, la piazza della libertà d'Atene, dello studente quindicenne Alexis Grigoropoulos. Nelle principali città elleniche è esplosa la guerriglia urbana, sono stati occupati edifici universitari .
In Italia l'autogestione era presente in varie Università; si era nell'imminenza di un nuovo sciopero: nel timore che la protesa esplodesse, i l governo italiano rinviava la riforma di superiori ed Università
Si entrava così nel 2009. Ai primi di febbraio lo scrittore Michele Corsi avvisava in modo geniale a proposito della tattica attivata dal Miur e dal Governo :
"Gente forse saggia, forse crudele, racconta questa storia. Se una rana viene gettata su una pentola d'acqua bollente reagisce prontamente balzando fuori con un gran salto al solo contatto delle sue zampe col calore. Ma: se mettiamo una rana in acqua tiepida e poi scaldiamo la pentola gradatamente, l'animale non si accorgerà del variare della temperatura e, senza reagire, finirà bollito. Ascoltando questa storia, e quel che accade nella scuola, e il clamore del mondo, mi sono domandato: siamo già rane bollite?"

Effettivamente durante l'inverno e la primavera la categoria è rimasta in stato d'attesa, di fronte al dire e non dire, al dire e allo smentirsi del Ministero , di fronte alla disunità sindacale. Lo sciopero di febbraio, non supportato da adeguate assemblee in cui gli insegnanti potessero effettivamente avere spazio per comunicare e confrontarsi, per riconoscersi come soggetto che prende decisioni, non manifestava continuità con l'insorgenza d'autunno.
Preoccupa inoltre il montare di questo fenomeno: di fronte all'accrescersi del numero di studenti per classe crescono i malesseri per una parte docenti che già vi conviveva, in natura più o meno malcelata. Ora essi vengono, o rischiano di venire, cooptati dal conformismo della spinta reazionaria verso scelte di rapporti, di valutazione degli alunni, che tendono ad irrigidirsi.
Per tornare alla metafora di Corsi, c'è sentore di ribollitura, di zuppe trite e ritrite, nei sempiterni discorsi da stress, da frustrazione, per rapporti con i discenti avviati male e proseguiti ancor peggio, senza una dialettica adeguata alla realtà sensitiva e psichica dei giovani del secondo millennio avanzato. Ci si richiama a soluzioni da anni '50 senza riflettere che il tempo del cambiamento, del sentire, del pensare, del vivere è andato ben oltre il mezzo secolo che cronologicamente lo misura. E che quindi altre sono le soluzioni da prospettare. Non quelle moderniste che conducono nella direzione del dumbing down<(i> ( istupidimento, ammutolimento da eccesso tecnologico), ma certamente nemmeno quelle reazionarie proprie di modelli educativi defunti.
Tuttavia l'attività critica non è venuta completamente meno.
Da ultimo essa si focalizza su due questioni:
a) La disposizione di portare l'orario di ogni insegnante a 18 ore si scontra con alcune realtà che rendono impossibile tale effettuazione, se non con previsione di estensione oraria oltre le 18 ore, cosa che da contratto non può essere imposta, ma attuata soltanto con il consenso dell'insegnante/i interessati;
b) Il piano d'innalzamento del numero di alunni per classi pone allo stesso modo la questione della legalità dell'operazione, riguardo alla normativa sulla sicurezza negli spazi. Aule già ora umanamente sovradimensionate lo diverrebbero ulteriormente.

Tags: minostro, riforma, organici, alunni, contestazione, movimento, grecia


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 Rosa Scali    - 12-07-2009
Mi piacerebbe sapere per quali meriti la Gelmini sia diventata ministro. Bisogna abbatterli tutti con ogni mezzo, prima che completino la distruzione totale della scuola.