Pubblichiamo il comunicato stampa della FLC e CGIL di Brescia sulla posizione del capogruppo in consiglio comunale della Lega Nord Nicola Gallizioli, espressa nei giorni scorsi in commissione istruzione,che ha bollato come «documento discriminatorio per i cittadini bresciani» la delibera di giunta che riconferma i progetti ereditati dall'Amministrazione precedente di alfabetizzazione ed educazione alla cittadinanza per alunni e genitori stranieri.
Ulteriore nota stonata il tentativo di ricatto dello stesso esponente leghista che promette che non ci saranno stanziamenti comunali per questi progetti se «l'opposizione non farà marcia indietro sui ricorsi per il bonus bebè».
Comunicato stampa
Le posizione del capogruppo in consiglio comunale della Lega Nord Nicola Gallizioli, espresse nei giorni scorsi in commissione istruzione, dicono oramai dell'uso della vendetta quale normale strumento dell'azione politica.
Non si potrebbe definire in altro modo l'affermazione dell'esponente politico il quale bolla come «documento discriminatorio per i cittadini bresciani» la delibera di giunta che riconferma i progetti ereditati dall'Amministrazione precedente di alfabetizzazione ed educazione alla cittadinanza per alunni e genitori stranieri. E che arriva al ricatto, dicendo che non ci saranno stanziamenti comunali per quei progetti se «l'opposizione non farà marcia indietro sui ricorsi per il bonus bebè».
I ricorsi, ricordiamo, non sono stati presentati dall'opposizione, ma dalla Camera del Lavoro e dall'Asgi (Associazione studi giuridici sull'immigrazione).
Ma, a parte questo inciso, non sorprende che tale azione si rivolga verso i più deboli, i più piccoli, in questo caso nei confronti delle alunne e degli alunni che il prossimo anno frequenteranno le scuole in città.
Niente soldi per proseguire quanto in questa città veniva fatto per aiutare la convivenza civile, insieme con la qualità della scuola, attraverso progetti, iniziative condivise da tutti: sperimentate, utili. È impossibile infatti che azioni realizzate nelle scuole reggano nel tempo se sono il frutto di conflitti fra scuola e territorio, fra scuola e genitori. Tali azioni rappresentano al contrario il modo che una comunità educante elabora per affrontare i problemi che devono trovare composizione. È la ragione per la quale ne esistono di grande varietà, è costume della scuola infatti interpretare le necessità del territorio nel quale è inserita.
Brescia che per ragioni economico sociali è stata investita prima di altre città dei problemi di cui l'immigrazione è portatrice ha saputo, proprio attraverso la scuola in collaborazione con l'amministrazione comunale, cercare soluzioni alle questioni attraverso il suo operare quotidiano, fuori dalle ribalte mediatiche e propagandistiche. Questo riconoscimento era implicito in quanto si accingeva a fare l'attuale amministrazione.
Sappiamo che esiste in quella compagine politica il gusto della provocazione e quindi siamo in attesa della prossima (imporre entrate differenziate nelle scuole fra bambini bresciani e gli altri ?), spesso questo strumento nasconde paura e ignoranza, altre la violenza del potere.
In questi anni, ogni giorno, insegnanti, dirigenti della scuola, personale, genitori hanno realizzato tentativi ispirati in vario modo alle grandi idee di inclusione, comprensione, scambio, definendo i contorni di una nuova cittadinanza lontana dall'arroganza del potere di chi usa gli spadoni contro il sorriso dei bimbi.
Federazione Lavoratori della Conoscenza
Camera del Lavoro di Brescia
18-05-09
Tags: discriminazione, immigrati, educazione adulti, lega