breve di cronaca
Meno tagli e più tempo pieno?
Corriere.it - 29-04-2009
Il ministro rassicura sul futuro della scuola in un'audizione al senato
La Gelmini: «Meno tagli e più tempo pieno». Il Pd: «Numeri a caso»
La Cisl: «Dichiarazioni che lasciano esterrefatti perché vogliono negare l'evidenza»


ROMA - Il ministro rassicura e l'opposizione attacca: sulla riforma della scuola la tensione rimane alta. Meno tagli all'organico e più tempo pieno nelle classi; 20 mila nuove immissioni di docenti e Ata precari nel 2009/2010 e in dirittura d'arrivo le novità per la formazione iniziale dei docenti. Ma soprattutto un invito al Parlamento ad aiutare il governo nell'opera di cambiamento dell'istruzione italiana. Sono queste le novità del comparto scuola, illustrate dal ministro Mariastella Gelmini in un'audizione in commissione Istruzione al Senato. Intervento che però ha provocato le polemiche degli esponenti del Pd e del sindacato, che richiamano il ministro a fare i conti con l'evidenza della situazione.

20 MILA IMMISSIONI IN RUOLO - Il ministero dell'Istruzione ha chiesto al ministero dell'Economia di dar corso al piano triennale delle immissioni in ruolo del personale docente ed Ata e di autorizzare per l'anno scolastico 2009-2010, circa 20.000 nomine in ruolo, in pratica precari che verranno assunti.

TEMPO PIENO - Per l'anno scolastico 2009-2010, la richiesta delle famiglie di iscrizione al tempo pieno è cresciuta del 3,5% rispetto al 2008-'09. Un incremento pari a quello registrato negli ultimi 7 anni. L'organico disponibile consentirà di accogliere le richieste delle famiglie anche per quanto riguarda le 30 ore.

MENO TAGLIO ORGANICI - Era stata prevista una manovra di riduzione dell'organico di 44-45 mila unità. La riduzione si è ridimensionata perchè ci sono molti pensionamenti, circa 30-32 mila. Per il personale Ata era prevista una riduzione di 14 mila unità, ma a fronte di 8 mila pensionamenti, i tagli effettivi sono di 6 mila unità.

CRITICHE DAL PD: «NUMERI AL LOTTO» - «Basta dare numeri al lotto sulla scuola: la situazione delle istituzioni scolastiche italiane è al collasso ed è sotto gli occhi di tutti gli studenti, genitori, personale docente e non docente» ha replicato Giuseppe Fioroni, responsabile Pd Dipartimento Educazione. «Dire che aumenta il tempo pieno significa anche trarne le conseguenze: 100.000 alunni in più che chiedono il tempo pieno corrispondono a 3.500 classi in più e cioè a 7.000 docenti in più. «Le dichiarazioni del ministro dell' Istruzione Gelmini in Commissione Istruzione al Senato lasciano esterrefatti perchè vogliono negare l'evidenza» ha aggiunto Francesco Scrima Segretario Generale della Cisl Scuola. «I tagli ci sono e sono pesanti, certificati nei provvedimenti ministeriali. Spacciare i pensionamenti come se fossero una riduzione dei tagli è un'operazione del tutto priva di logica».


21 aprile 2009


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 Dall'Unione Sarda    - 29-04-2009
Tempo pieno, la Gelmini sorride

"Ormai è sempre più richiesto. Per l'anno scolastico 2009-2010 la richiesta delle famiglie di iscrizione al tempo pieno è cresciuta del 3,5% rispetto al 2008-'09. Un incremento pari a quello registrato negli ultimi 7 anni"

Lo dice il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, nel corso di una audizione in commissione Istruzione del Senato. Il ministro spiega questo con il fatto che "le richieste pervenute dalle famiglie sono state viziate da informazioni strumentali, distorte e ideologiche". "Stupisce - spiega Gelmini - la richiesta pervenuta da molte istituzioni scolastiche che non possono avere i requisiti per il tempo pieno". Per quanto riguarda l'organico, il ministro afferma che "non solo non è stato diminuito, ma è aumentato invece del 20 - 30% e l'organico disponibile consentirà di accogliere le richieste delle famiglie anche per quanto riguarda le 30 ore". "Il monte ore complessivo - sostiene - è superiore al fabbisogno. Si è utilizzato un modello più ampio proprio per venire incontro alle esigenze delle famiglie". Secondo Gelmini "c'è stato qualche sindacato che ha diffuso informazioni distorte nelle scuole proprio per far crescere le richieste del tempo pieno e poi dimostrare che il governo non era in grado di provvedere".