Commento a notizia
Vittorio Delmoro - 09-01-2009

Leggo la seguente notizia sulla cronaca locale del Resto del Carlino :

Pesaro - 8 gennaio 2009

UCCISA DA UN'EMORRAGIA IMPROVVISA

Isabella, incinta di sette mesi
muore al funerale di uno zio
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Al figlio di 7 anni, Daniele, il suo papà ha detto subito tutto: ''Non potevamo non dirglielo - spiega il padre - lui sa che la mamma continuerà a proteggerci e che la vita deve continuare. Il mio bambino è andato a scuola anche oggi perché è l'unico modo per superare questi momenti tremendi''.

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Questa notizia rappresenta un evento quasi rivoluzionario nel panorama scolastico che il governo si appresta ad offrire al nostro paese.

Fra 5/10 anni notizie del genere non potranno più esistere : la scuola percepita e vissuta dalle nuove generazioni di alunni e genitori non sarà più quella che il papà di Daniele conosce oggi.

Questo padre, che nel mezzo di una tragedia enorme come poche nella vita di una persona, percepisce la scuola come unico modo per superare questi momenti tremendi, dimostra nella maniera più lampante possibile cosa (ancora) sia la scuola elementare italiana : non solo luogo degli apprendimenti di base (il famoso leggere, scrivere e far di conto), non solo tempo per una crescita globale della persona in formazione, ma pure il posto caldo e accogliente in cui rifugiarsi nei momenti peggiori, in quelli in cui tutto ti cade addosso, in cui un genitore non trova più risposte ai tremendi fatti della vita.

Generazioni di educatori, di maestre, di pedagogisti hanno contribuito a costruire questa realtà italiana e questa immagine forte nel sentire collettivo; schiere di governanti incompetenti obnubilate solo dal dio economico hanno messo mano a questo bene prezioso nell'intento di succhiarlo fino alla sua sostanziale distruzione.

La scuola elementare che questo governo ha deciso di cominciare fin dal prossimo settembre sarà una scuola corta, povera, minima; con un tempo dedicato esclusivamente agli insegnamenti fondamentali, alla verifica dei relativi apprendimenti e ad una valutazione che promuova i cosiddetti meritevoli e lasci perdere tutti gli altri. Niente di più!

Quell'unico maestro tanto sbandierato da un governo incompetente non potrà fare altro, neppure se lo volesse.

Il futuro maestro unico di Daniele, reduce da un trauma terribile, non farà altro che la sua solita lezione, come tutti gli altri giorni e il papà di Daniele smetterà di pensare che la scuola sia davvero il posto migliore per il figlio colpito così duramente.

C'è poi un secondo elemento altrettanto grave, se non di più, accanto alla diminuzione della scuola pubblica perpetrata dal governo : l'offerta fatta ai genitori di diversi moduli orari; ben 4 : 24 ore settimanali, 27 ore, 30 ore o 40 ore.

Partendo dalla constatazione che attualmente la scuola elementare italiana è costituita sostanzialmente su due offerte, una di 30 ore settimanali (con due o tre rientri pomeridiani) e una di 40 ore settimanali (il cosiddetto tempo pieno), tutti coloro che ne hanno un po' di pratica sanno che la differenza oraria non è tale per l'insegnamento delle discipline (30 ore per tutti), ma per un'offerta di tempo maggiore (dedicato alla mensa e al gioco).

In altre parole lo stato garantisce che tutti i bambini italiani abbiano una formazione di base uniforme, costituita da 30 ore settimanali di lezione, secondo un curricolo nazionale uguale per tutti.

Al contrario, il governo offre alle nuove generazioni ben quattro possibilità formative, dalla minima di 24 ore settimanali, alla massima di 40 ore (il tempo lungo). Appare dunque altrettanto chiaro che in questa differenziazione lo stato non garantisce più l'uniformità formativa che dovrebbe secondo la Costituzione, venendo meno al principio di uguaglianza della scuola dell'obbligo.

Provo molta pena per il babbo di Daniele colpito così duramente dagli eventi famigliari, ma ne provo una maggiore per tutti quei padri che in futuro non potranno più neppure contare sul servizio che lo stato ha finora garantito a tutti.



Vittorio Delmoro - maestro

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