Durante l'era fascista, messo da parte l'anglosassone e tradizionale "
self controll", il britannico "Time" raccontava agli inglesi il "
duce" da operetta che qui da noi spopolava, facendo leva sulle frustrazioni piccolo borghesi e sui sogni imperiali del re e degli spennapolli che recitavano i ruoli del "grande capitale". Sassate, più che parole: "
Colui che governa l'Italia crede di essere un Cesare, ma è il vero tipo dell'imperatore assiro Antioco, chiamato il Brillante e soprannominato il Pazzo" [1].
In tempi di repubblica traballante, nostalgie repubblichine e
tentazioni autoritarie, pudicamente coperte di governabilità e imbellettate da vallette ministre e ministri Brunetta, la
perfida Albione non perde occasione per raccontare ai lettori "
an italian story of a selfmade man" [2] che se la prende con tutti e tutti demonizza:
giudici psicolabili,
giornalisti protagonisti di una
bolscevica congiura internazionale, televisioni pubbliche e private misteriosamente controllate dal
nemico comunista e giovani facinorosi che si oppongono ai decreti sovrani e ai valletti del re perché li hanno tirati su i professori sessantottini che infestano la nostra scuola e si sono irrimediabilmente persi dietro gli orrori e le nefandezze del "Manifesto" e del "Capitale". E se l'inglese "
The Guardian", durante la vendita dell'Alitalia, abbandonando i toni anglosassoni, ha fatto cenno per due volte a "
Silvio Buffone", la Spagna di Zapatero non ci ha pensato due volte: sostituendosi all'imbelle Veltroni, "
Publico.es", un vero tizzone dell'inferno rosso, ha rammentato al mondo ciò che la premiata ditta "D'Alema e compagni" s'è messo in testa di non ricordare: "
la Costituzione italiana afferma che lo stato non può sostenere economicamente la scuola privata" e, non contento, ha aggiunto che il potere del Vaticano nell'insegnamento è così forte, che "
i 20.000 insegnanti di religione che ci sono nelle scuole pubbliche in Italia sono scelti personalmente dal Vaticano, però sono pagati dallo stato, e per giunta più di altri insegnanti".
Non c'è da dubitarne: per quanto Veltroni si sforzi di piacergli, Berlusconi ha le tasche piene di un'opposizione che gli fa da zerbino in Parlamento, ma in Europa non riesce a coprirgli le spalle e, ciò che più conta, somiglia ogni giorno di più alla "
copia cinese", del prodotto griffato di origine seriamente controllata. Sarà per questo che ieri, per l'ennesima volta, il protagonista di "
una storia italiana", l'amico di Craxi che
s'è fatto da sé, ha sbattuto risolutamente la porta in faccia all'ombra della sinistra che la cultura di governo ha ridotto a governo ombra; ha chiuso così la speranza di un dialogo su tutti i mal di pancia dell'opposizione ridotta a Canossa col capo cosparso di cenere e ha annunciato la fine della repubblica traballante. Fuori dai piedi, quindi, Veltroni e D'Alema - il lupo perde il pelo ma non il vizio - fuori dai piedi quest'opposizione di finti preti e di pericolosi "
marxisti leninisti". Basta, infine. Basta questuanti e perditempo, basta coi pannicelli caldi. Ci sono uomini e forze. Il governo di Bossi, La Russa, Brunetta e Tremonti è "
un nuovo inizio, il Paradiso che promette all'Italia il cambiamento necessario". E non contento del "
lodo Alfano",
the selfmade man replica alla Spagna di Zapatero annunciando una riforma della giustizia da fare anche mettendo mano alla
Costituzione che, lo sanno tutti, "
si può cambiare dando poi l'ultima parola ai cittadini, perché questa è la democrazia".
Mettiamolo in conto: potrebbe darsi che l'Onda non basti. Non è un caso che Atene stia bruciando.
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1]
Il dittatore di cui più si parla, "Time", 29 marzo 1937.
2]
An italian story, "The Economist", 26-04-2001
Francesco Masala - 13-12-2008
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Alcuni commenti spagnoli all'articolo citato:
-Si la Iglesia Católica quiere hacer política que pague impuestos como los demás. Y si no a callar
-¿Cómo era aquel lema? Ah, sí: "Totus tontus".
-¡¡Todo un poema la foto con la miseria y el hambre que hay en el mundo y ellos tan "arreglados" que parece una película sobre el imperio romano!!
-poderoso caballero es don dinero
La cosa allegra è che in Spagna ridono di noi, la cosa triste che hanno ragione.
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