Ieri, 29 ottobre 2008, un giornale, organo ufficiale della destra della mia città, titolava "
Aggrediti gli studenti che vogliono studiare".Solo il giorno prima un articolo di Repubblica con relative interviste rendeva noto ai più il pensiero dei figli della
a-borghesia napoletana .Uso questo termine perché non è mai esistita una borghesia napoletana, essa è in gran parte, nella sua parte migliore, composta da bottegai e artigiani che, se di buona levatura, conquistano posizioni di mercato durature, da pregiudicati o più o meno tali che diventano imprenditori e spesso in seconda e terza generazione si riqualificano come professionisti, e boiardi di stato a vario titolo .
Ebbene a tutti costoro è rimasta la certezza dell'appartenenza di classe, basta riprendere l'affermazione di quella studentessa dell'Umberto nell'articolo di Repubblica "
Gli altri studenti lottano per dei privilegi che noi abbiamo già, ecco perché non occupiamo". Tutte le altre affermazioni vanno nella stessa direzione: "
noi studiamo per diventare in fretta, notai, avvocati ecc.". Consapevoli come sono che il sapere sia per loro quell'infarinatura necessaria per subentrare nell'azienda o nello studio paterno o intraprendere il LAVORO DI POLITICO, oggi che le liste sono formate dai padroni della politica e non dal consenso o dissenso nato dalla pratica politica.
Come sono simili al loro ministro, liceale in liceo privato, universitaria dagli studi tardi e incerti e con bassa votazione finale figlia di un ex democristiano sindaco, ed essa stessa già a vent'anni presidente del Consiglio Comunale di Leno, sfiduciata per inoperosità, scesa di corsa al Sud per esser certa di superare l'esame di avvocato, CERTA CHE A LEI LA PRECARIETA', LA FATICA DEL VIVERE, IL SENSO DELL'INUTILE sarebbero stati risparmiati, perché obbedendo tacendo è certa di essere finalmente RAZZA PADRONA.
Ma la storia spesso volta pagina in modo inaspettato come acutamente osserva un caro amico, e se solo abbandoniamo per un attimo le mille illusioni che fin qui ci hanno annebbiato, noi, l'ALTRA CLASSE , POTREMMO FORSE RIPRENDERCI IL NOSTRO POSTO NELLA STORIA, NON SARA' NE' FACILE NE' TEMO INCRUENTO, MA ABBIAMO IL DOVERE DI PROVARCI.
Antonio - 02-11-2008
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La rappresentazione della borghesia napoletana proposta in questo articoletto è sommaria, largamente incompleta e tutto sommato priva di qualsiasi efficacia critica. |