Tabula rasa
Ottaviano Molteni - 25-10-2008
Ieri sera ho seguito una parte di Matrix. Argomento, naturalmente, la scuola. Un professore, intelligente a parer mio, formulava un' obiezione interessante. Non è tagliando i fondi che si eliminano gli sprechi o i parentelismi. Presentava l'esempio eclatante dell'Università di Bari dove sono perfettamente collocati nei vari dipartimenti e facoltà molteplici (ed è il termine esatto credo visto che si tratta di 10/15 elementi) vari componenti della stessa famiglia. Pensare ad un caso è quantomeno dubbioso. Ma ad ogni buon conto il ragionamento proposto diceva che al posto di tagliare a caso sarebbe meglio incentivare, premiare la sperimentazione comprovata di alcuni atenei. Solo chi effettua una ricerca sperimentata e comprovata ha i contributi dallo stato. Fondi inviati ad Università come quella sopracitata non farebbe altro che permettere di nuovo una nuova divisione delle sovvenzioni sui titolari presenti che, al limite, se necessario, potrebbero organizzare un corso nuovo di laurea ed incamerare ulteriormente altre risorse. Un'idea. Se ne potrebbe parlare.

Ma il punto cardine di tutto è la scuola Primaria. Lì va a colpire in modo incisivo la riforma. Dopo aver sperimentato direttamente il maestro unico e, ormai da vent'anni, il lavoro di squadra devo riconoscere che la qualità è nettamente superiore oggi. Il discorso è lungo e variegato. Impossibile farlo qui. Ma è necessario sottolineare una cosa importante e cruciale. Una delle mie prime esperienze è stata una classe a Milano con 33 alunni. Primo anno d'insegnamento. Consigli e collaborazione da chi era più esperto di me. Giornate lunghe e complsse. Ma c'era qualcosa che ora NON C'E' PIU': il rispetto.
La distinzione dei ruoli. Trenta bambini con cui parlavi, ragionavi, studiavi, scoprivi e giocavi. Ma nel rispetto del tuo ruolo e della tua persona. I problemi erano di genere diverso. Gli alunni erano "vivaci". I genitori ti ascoltavano, venivano ai colloqui, alle assemblee di classe, chiedevi loro e loro chiedevano a te.
Oggi abbiamo classi dai 16 ai 24 alunni (alcuni molti di più, lo so). I problemi vanno da quelli comportamentali a quelli di salute, da quelli psicologici a quelli della lingua diversa. La partecipazione dei genitori alla partecipazione attiva della scuola è scesa del 35/40%. Il rispetto devi guadagnartelo giorno dopo giorno (e questo potrebbe anche essere giusto, ma non per quello che riguarda l'educazione). Sovente i genitori, non presenti verso i loro figli nelle cose quotidiane, si sentono però in dovere di attaccarti se li richiami o li avverti di un comportamento corretto. Non siamo tutelati affatto. Non pochi i casi di docenti che oer aver richiamato o sanzionato uno studente sono stati malmenanti o hanno subito danni all'auto.
Tutto è loro dovuto. Niente invece permette una vera trasparenza del nostro lavoro continuo e logorante verso l'esterno, verso quel pubblico che ora grida felice "viva il ministro". Come ha fatto proprio il direttore Feltri ieri sera..."insomma via i tre maestri...tanto sono solo un peso inutile..."

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 Giuseppe Comune    - 26-10-2008
Ma che sa Feltri di scuola? Feltri vende parole. Se ics gli chiede di dire che fa caldo e ne vale la pena, lui lo dice. Stop. Io credo che la protesta della scuola sia seria. Feltri non l'ha capito. E' raro che gli riesca di guardare lontano. I conti perciò li facciamo alla fine.