Alla Ministra Mariastella Gelmini...
Anna Sarfatti - 03-10-2008
...e p.c. a quanti hanno a cuore la scuola pubblica

Gentile Ministra Mariastella Gelmini,

questa mattina, una come tante, appena entrata in classe alle 8,20 sono stata presa d'assalto dai miei bambini. Avevano da mostrarmi alcuni "tesori": le pietre raccolte in vacanza all'isola d'Elba, "Vedi questa com'è brillante? E' perché c'erano le miniere..."; una buccia di mela miracolosamente intatta e rinsecchita, del tutto priva di polpa, "deve essere stato un animalino che le ha mangiato tutto il dentro"; un orecchino di vetro verde, "ho imparato a farli, se volete ve lo posso insegnare"; un mazzo di carte, "così a ricreazione ci giochiamo, te le posso appoggiare sulla cattedra?"; un temperamatite elettrico "lo potete usare, è per tutti!" portato dal bambino appena arrivato da noi.
Ho osservato le pietre, mi ha incuriosito una blu, "forse questa è un lapislazzulo!" ho detto, ma non ne ero sicura. Ho osservato quella buccia di mela incartapecorita chiedendomi come fosse riuscita a mantenere intatta la sua rotondità, anche vuota, "un animalino? possibile?", poi l'ho fatta girare tra i banchi perché tutti la osservassero. Quanto all'orecchino sono morta di invidia perché adoro gli orecchini e non li so fare. Ho osservato le carte, sono le napoletane, con quelle non ho troppa confidenza. E per concludere, ho scoperto l'esistenza del temperamatite elettrico, promessa di vita per la folla di matite spuntate raccolte nel mio portamatite.
Questa, a mio parere, è la scuola: è quell'insostituibile luogo di scambio di cultura e di culture, alimentato dalle piccole ma significative scoperte di ogni giorno, di bambini e adulti, alle prese coi saperi.
Le pietre e la buccia di mela rimandano alle scienze.
Gli orecchini e il temperamatite alla tecnica e gli orecchini anche all'arte.
Le carte ai giochi della tradizione, che è storia.
Contenuti di tutto rispetto, apprezzabili quanto quelli scritti sui libri di testo. Ma portati dai bambini, scelti da loro, tratti dalle loro esperienze. E quindi carichi di un'elettricità vitale che entra immediatamente in circolo, si trasmette, interessa, motiva, avvince.
Quando ho guardato l'orologio erano quasi le 9. Quasi le 9!!!!!!!!!!!!

L'ora seguente è stata assorbita dalla prova d'ingresso di italiano: in classe non volava una mosca. Una bella prova di impegno e di concentrazione. Evviva!
Ho notato più volte che quando chiedo il massimo dell'impegno di cui sono capaci è più facile ottenerlo all'interno di un patto: abbiamo dedicato tempo alle cose che avete proposto voi, ora ne dedichiamo a quelle che propongo io.

Poi hanno fatto disegno dal vero. Mi sono dimenticata di dire che tra i tesori arrivati questa mattina c'era un sacchetto di uva, fichi e pere cotogne che la mamma di un bambino aveva raccolto per noi.
Ho pensato che, prima di gustarli, potevamo utilizzarli come "natura morta" da disegnare.
Un'attività "giocherellosa", Le direbbero i miei bambini di quinta.

Sì, perché qualche giorno fa ho ritenuto necessario illustrare alla lavagna i termini della riforma da Lei annunciata, specie per quanto riguarda il tempo scuola.
E commentando la riduzione dell'orario scolastico da Lei prevista, abbiamo convenuto che tra le attività che necessariamente verranno ridotte ci sono quelle tipo pittura, palestra, uscite didattiche, attività musicali, teatrali, "insomma tutte quelle giocherellose" ha commentato una bambina con aria accorata.

"Giocherellando" con disegno e pittura, questa mattina è accaduto che un bambino che da tempo rifiuta di fare i compiti che assegniamo per casa, abbia fatto un disegno veramente bello, curato come mai prima di oggi.
Gli ho fatto i complimenti, ero davvero felice di questo suo risultato! Mi ha detto che la mamma gli ha comprato gli acquerelli e un album e lui spesso a casa disegna e colora.
"Vedi? - gli ho detto - L'esercizio dà sempre buoni risultati. Se tu facessi un po' di compiti a casa diventeresti bravo anche nelle altre materie e saresti soddisfatto di te, come sei adesso!"
Mi ha risposto: "Ho capito, li faccio." Semplice! Mentre tutte le "prediche" fatte fino ad oggi non hanno mai trovato una via di accesso alla sua comprensione. Sono certa dal suo sguardo, questa volta non colpevole, nè di sfida, ma profondo e sereno, che ha capito. Non sono certa che metterà in pratica, ma il primo passo c'è stato. Siamo solo all'inizio della quinta, per fortuna c'è tempo!

Funziona così la scuola: non c'è altro modo per fare apprendere che partire dai processi individuali, che seguono tempi e percorsi diversi da bambino a bambino. Il problema è che con alcuni bambini è difficile capire quali siano questi percorsi. Vanno cercati insieme, con pazienza, aggirando il problema o talvolta aggredendolo con ostinazione. Parlarne aiuta, maestro-bambino, bambino-genitore, maestro-genitore, maestro-altro maestro.
Pazienza, ostinazione, e dialogo, mai fretta. Ho fissato nella mia memoria una frase ascoltata da un formatore: "La differenza tra fare una torta con un bambino a casa e a scuola sta nel fatto che alla mamma interessa che cresca la pasta, alla maestra che cresca il bambino".

E allora Le chiedo: se tutto ci porta a dire che a scuola il tempo è un fattore di qualità più che di quantità, come si fa a pensare di ridurlo?
Anzi, quantità e qualità stanno insieme: perché per tanti bambini ogni ora in più passata a scuola è un'ora in meno passata per strada o in casa, abbandonati passivamente davanti alla televisione.
Le posso raccontare una cosa che mi commuove ogni volta che si ripete? Alcuni dei nostri bambini, quando sono assenti, ci telefonano per salutare compagni e maestre e tenere ben tesi i fili dei nostri rapporti. Non è certo stata una nostra richiesta, ha cominciato uno di loro e gli altri hanno seguito l'esempio perché gli è piaciuto.

Perchè tagliare i panni addosso ai bambini?

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 Franco Simonini    - 07-10-2008
Non so commentare l'articolo ma leggendolo mi sono molto emozionato perchè ho sentito una umanità che tutta la sinistra dovrebbe recuperare anche nelle analisi del lavoro e della qualità della vita. Ho sentito in questo articolo l'amore per la vita che cresce che la Gelmini vorrebbe inibire. Vorrei infine fare le mie più grandi congratulazioni ad Anna Sarfatti per aver conservato l'anima che purtroppo stiamo perdendo non solo nella scuola.