Non è giusto sottovalutare l'ampiezza del suo disegno e la portata storica dei suoi provvedimenti, ministro Gelmini. Si faccia animo, quindi, lei che è così giovane, e senza timori riverenziali lo spieghi al vecchio trombone padano che siede con lei nel Gran Consiglio: per tenere in vita il federalismo fiscale, bisognerà sottomettere il Paese. Occorrerà, ministro, e il suo ruolo si fa qui decisivo, smantellare la scuola statale in quanto luogo privilegiato della formazione e, quindi, della costruzione dell'intelligenza critica. Bossi la calunnia, ministro Gelmini Il suo compito è vitale per le sorti del regime e lei, che è giovane e guarda lontano, l'ha capito subito: televisioni e giornali non bastano, il terreno decisivo dello scontro tra la civiltà e barbarie è la scuola e: per questo, per sottometterci, ci taglia i viveri, ci nega ogni risorsa, ci licenzia e ci affama.
Lei, ministro, ha la forza per provarci e crede che la forza equivalga al diritto. A noi, gente di scuola, tocca quindi avvertirla. La scuola vive e funziona senza e contro i ministri. Contro la reazione borbonica si levarono in armi persino le scuole private e le scuole cattoliche tirarono a raffica contro lo Stato liberale e laico tant'è che quell'anima pia di Galli Della Loggia giunge a parlare di "guerra civile".
Come che saprà ridurle, ministro, quante che riuscirà a chiuderne, le scuole continueranno ad insegnare ai giovani ciò che La Russa, ministro per caso come lei in un Parlamento che nessuno ha eletto, finge d'ignorare: la forza non uccide le idee. Le piaccia o meno, non c'è legge che basti né arma utile alla bisogna. L'intelligenza critica, il dissenso, la voglia di capire, il senso della giustizia, da cui irrefrenabile nasce l'impulso a rivoltarsi, sono il portato biologico di millenni di storia scritta nel nostro DNA. Lei può cambiare i libri e imbavagliare i maestri, ministro, ma non è in grado - nessuno lo è - di cancellare la dignità e l'orgoglio che corrono col sangue nelle vene dei nostri giovani. Il desiderio di libertà, il bisogno di essere se stessi, di difendere il proprio mondo di idee e di valori si respirano con l'aria, si diffondono come per contagio, passano invisibili e veloci da una testa all'altra, riempiono ad uno ad uno i cuori, crescono incoercibili nei petti e non c'è forza umana che possa impedirlo. Benché faccia la storia presente, ministro, l'uomo non può cancellare quella del passato e, senza passato, non si dà futuro.
La sottovalutano, ministro. Lei sa quello che fa: colpisce la scuola perché storicamente essa rappresenta un baluardo della democrazia contro un regime autoritario. Proceda, ministro, ha la forza per farlo. E, tuttavia, ricordi: La storia è complessa, ministro e ci vive dentro con le sue mille contraddizioni, le sue infinite variabili, le sue insormontabili costanti.. La tracotanza dei patrizi che si scatenò contro i Gracchi aprì la porta alla vittoria della plebe;. l'ambigua grandezza di Cesare si spense là dove il pugnale di Bruto e Cassio segnò il confine tra libertà e tirannia; la chiesa mortificò Platone e fece della scolastica una nuova bibbia, ma il mondo andò per la sua strada nonostante i roghi, la caccia alle streghe e l'Inquisizione, e non bastò terrorizzare Galilei, ridurre in catene Campanella, giustiziare Tommaso Moro e martirizzare barbaramente Michele Serveto e Giordano Bruno per impedire il corso del libero pensiero. Caddero ad una ad una, sotto la lama della ghigliottina, le teste d'una aristocrazia che s'era messa di traverso sulla strada della storia. Stalin non spense nei gulag la dissidenza, Hitler ritenne di poter cancellare dal cuore e dalla mente dei tedeschi la luce della ragione e il senso di umanità, ma dal branco delle pecore timorose gli si levarono contro giovani studenti coi loro insegnanti e, opponendosi alla sua ferocia, andarono incontro alla morte i figli migliori della Germania, alcuni dei quali finirono tra i partigiani sulle nostre montagne. Persino Rommell, il più valoroso dei generali hitleriani, cercò di uccidere il Fuhrer: in quanto ai camerati del suo collega La Russa, alleati della belva nazista, invano chiusero in carcere il dissenso: non c'è gabbia che imprigioni le idee, ministro Gelmini.
Invano Giovanni Gentile, suo illustre predecessore, costruì una scuola di classe fatta apposta per formare padroni. Carcere, bastone o coltello invano troncarono la vita di Gramsci, Gobetti, Amendola e Matteotti. Invano Ciano chiamò in soccorso assassini reclutati in Francia tra i fascisti della "
Cagoule", che straziarono le carni di Carlo e Nello Rosselli. Lei, ministro, lo sa, ma
repetita iuvant: "
non vinceremo subito, ma vinceremo" aveva profetizzato Carlo Rosselli. Le sue parole rimasero in vita e acquistarono maggior forza dalle pugnalate fasciste. Crebbero di tono, si fecero urlo di rivolta, produssero oppositori, chiamarono alle armi, mossero eserciti. E' stato e sarà sempre così, ministro Gelmini. Le scelte liberticide di un governo diventano la miglior propaganda dell'opposizione imbavagliata, suscitano sdegno, alimentano il desiderio di libertà, seminano un vento terribile e sono destinate a raccogliere tempesta. La storia non si ripete, ma Vico ne colse l'andamento ciclico. Vada avanti, ministro, e lo dica al suo collega La Russa: non si nasce eroi, le manette, la galera, il pugnale, fanno paura a tutti e la tortura spezza i corpi e insidia le menti. Eppure l'ethos politico che è parte viva della vicenda dei lavoratori, la religione della libertà per la quale Croce non volle trovare aggettivi, ma si può ben chiamare libertà sociale, spingono i popoli oppressi ad affrontare ogni pena. Più li colpisci, più sono lì che lottano. E non ci sono dubbi, ministro: il tiranno poi cade.
Aurora Garra - 13-09-2008
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Su Youtube e su Retescuole.net c'è il video di protesta delle docenti del 73° Circolo di Napoli contro la riforma Gelmini lunedì mattina all'imgresso a scuola ci sarà una nuova performance di protesta. I docenti accoglieranno i bambini in nero nero e sarà avviato volantinaggio per coinvolgere ed informare i genitori e i cittadini.
Geppino, vieni siamo a Bagnoli .ti aspettiamo. |
Annamaria Tranfaglia - 14-09-2008
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Sono settimane che scrivi articoli molto belli e anche coraggiosi. Finché ci sarà chi reagisce con tanta forza e dignità, avremo speranze di uscire da questo incubo. Ma li mandi al ministro? Se non lo fai, fallo. Io credo che non capirà molto, ma anche questo è utile, perché secondo me la cultura la mette in imbarazzo. |
Alessandra - 14-09-2008
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Grazie all'Autore!
i miei complimenti sinceri
ha scritto cose profonde e giuste, che mi trovano d'accordo su tutto
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Giuseppe Di Salvo - 14-09-2008
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4.000 EURO AGLI INSEGNANTI, E LA SCUOLA CAMBIA!
Dal primo settembre in molte scuole italiane si riuniranno i Collegi dei Docenti per decidere anche il giorno di inizio del nuovo anno scolastico. E la stessa cosa faranno in seguito gli altri Collegi. BUON ANNO SCOLASTICO A TUTTI. Ma in giro non si fa altro che parlare delle innovazioni (voto in condotta, valutazione espressa coi numeri, educazione civica, maestro unico, uso del grembiule...). Che rivoluzione??! E' l'esempio evidente di come ogni due anni, con la presenza di un nuovo ministro nella scuola italiana, si stabilisca che tutto deve cambiare per non cambiare niente. Gli insegnanti hanno stipendi molto bassi. Ogni contratto si rinnova con un ritardo di due anni e con la conseguente perdita del potere d'acquisto delle buste paga. Lo sanno e spudoratamente lo dicono. A Destra e a Sinistra. La Casta al potere, in una notte, è capace di votare nuove forme di finanziamento pubblico ai partiti. Come mai in poche ore non sono capaci di adeguare gli stipendi degli insegnanti ai parametri europei? La risposta è semplice: della scuola pubblica i partiti tutti se ne infischiano! E, sindacati compresi, fanno Alta Demagogia e la fanno coincidere con l'Alta Pedagogia.
E allora il cittadino con un'intelligenza media ha una sola riflessione da fare: la scuola cambierà davvero quando un insegnante italiano con circa 30 anni di servizio guadagnerà 4.000 euro al mese. Al contrario, deve sapere che si tratta di propagandistiche ed altisonanti balle! Lo stipendio dignitoso crea rispetto verso una professione: e uno stipendio che si rispetti non solo genererà "rispetto", ma cambierà anche le regole di reclutamento. Altrimenti c'è solo fumo e il gioco delle tre carte. Forse la componente di Destra della nostra Casta è meno abile di quella di Sinistra per venderlo? Ché anzi!
Bagheria, 31/ agosto/2008
Giuseppe Di Salvo
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nello69 - 15-09-2008
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La protesta continua, cortei spontanei a napoli di insegnanti, ieri corteo “il funerale della scuola pubblica a salerno” ( centinaia di partecipanti )( il funerale si è poi trasformato in festa perchè noi vogliamo LA SCUOLA PUBBLICA. proteste a Bari, Palermo, Catania, Messina, Venezia, Bologna etc.
domani presidi sotto moltissimi csa d’italia.
Ma non finisce qui il 17.10 sciopero generale contro il maestro unico e contro i 150.000 tagli nella scuola.
L’autunno si prevede caldissimo: Alitalia e la scuola saranno le avanguardie.
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lina - 15-09-2008
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Complimenti, è sempre illuminante la lettura dei tuoi testi.
Sono, come sempre , d'accordissimo! |
oliver - 20-09-2008
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Tra i vari commenti mostra tutta la sua pochezza quello che ancora una volta non distingue questa destra becera dalla sinistra, l'unico elemento che potrebbe convincerlo che la scuola è diversa tra i due schieramenti è l'aumento dello stipendio. Qualunquista DOC. |