Pulizie etniche
Monica Capezzuto - 02-09-2008
Si cambia registro. Già, quello che in classe è croce -per gli alunni - e delizia - per gli insegnanti.
Che stanno diventando una specie in via di estinzione. Perché sommando il ritorno del maestro unico, il blocco del turn-over e pochi pensionamenti , il risultato dell'operazione è presto che fatto: quest'anno l'ufficio scolastico provinciale di Napoli non darà alcun incarico annuale su posto comune alle elementari, pardon, scuola primaria.
Insegnanti che hanno servito anni e anni la scuola pubblica con enormi sacrifici, quest'anno si prendono un bel calcione e se ne stanno a casa, pregando tutti i santi - precari e non - di raccattare una supplenza lunga su una maternità o qualche malattia. Non si tratta di cinismo. La legge è sempre quella: mors tua, vita mea. Qualcuna si riverserà nel privato, pur di racimolare quel punteggio che ti faccia fare un salto nella graduatoria generale, anche se , alla luce dei fatti ormai nulla conta più.

La riforma della scuola è fatta per decreto, morbida morbida, strisciante e sibilante come un serpente altamente velenoso.
Non era mai capitata una cosa del genere. Chi riusciva ad ottenere l'incarico annuale aveva una certezza nella precarietà: entrata nel "sistema", non ne uscivi più. Fino all'agognato ruolo. Una regola non scritta ma tramandata oralmente ma che ora sembra solo una leggenda popolare. Oggi anche questo mito è crollato. Decine di insegnanti senza lavoro. E classi sovraffollate ed ingestibili. Sarà difficile alzare la qualità dell'offerta formativa. Anche mettendoci la buona volontà, non credo che ci si sia attrezzati per fare miracoli.
E questa io la chiamo pulizia etnica. Subdola e sottile che si accanisce sul fianco scoperto della società: i precari. Delle poste e della scuola: a casa per decreto. Senza possibilità di appello. Sul lastrico famiglie intere. Purtroppo qui da noi non si vede nessun Obama che ti venda la speranza di riavere una casa. Perché è certo che la ex società medio -borghese finirà sotto i ponti.
Con buona pace di quel che di pubblico era rimasto : la dicitura del ministero .
Per intenderci: quello della Pubblica(?) D-Istruzione.

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