L'anno scorso durante una puntata di Ballarò al buon Giulio Tremonti sfuggì come commento, in diretta e a microfoni aperti , all'intervento della sua collega Luisa Todini sulla cancellazione delle province un finissimo "Ma che cazzo dice?". Verrebbe voglia di utilizzare la stessa frase per commentare le ultime uscite scolastiche della banda Tremonti-Brunetta-Gelmini-Aprea.
Bisogna ammettere che tanta approssimazione e incompetenza, anche in un mondo che da almeno 10 anni vive nel caos quotidiano, non l'aveva raggiunta nessuno. Iniziamo dal Tremonti.
Devo ammettere che quando verso ferragosto ho visto l'agenzia sull'intervista a Padania contro voti e '68 ho pensato fosse solo una confidenza buttata lì tra un grappino e l'altro in vacanza tanto per far parlare di sé durante le olimpiadi. Adesso me la sono andata a leggere e sono rimasto di stucco.
Il Tremonti non è evidentemente una mascotte, un nanetto portaborse: di questo governo rappresenta un po' l'eminenza grigia, è presidente dell'Aspen Istitute Italia ( una associazione nata in USA che privilegia il confronto e il dibattito" a porte chiuse...") e membro fisso del gruppo Bilderberg, insomma è uno che conta. Uno che si permette di uscire dal seminato e, come nella citata intervista a Padania del 12 agosto, di sproloquiare su argomenti lontanissimi dalle sue presunte competenze economiche. Sentenzia che "i numeri sono una cosa precisa, i giudizi sono spesso confusi" perciò è bene che nella scuola tornino i voti.
I numeri sono così precisi che, ad esempio, da anni veniamo ammorbati ad ogni cambio di governo dalle varie interpretazioni, anche e soprattutto sue, sull'andamento dei conti pubblici. D'altra parte i libri che ha scritto, le copiose esternazioni televisive rilasciate sono appunto pieni di giudizi e l'altro ieri al Meeting di Rimini ha sintetizzato il nocciolo del suo pensiero in "Dio, patria e famiglia" categorie obiettivamente poco determinabili numericamente anzi assolutamente legate al giudizio.
Ma la cosa più grave è che il nostro genietto non sa neppure che nella scheda di valutazione i voti per le singole discipline già ci sono. Certo sulle pagelle vengono adoperate cinque categorie (da ottimo a non sufficiente) mentre in USA si usano le lettere e altrove i numeri ma la sostanza è quella. Dalla prima elementare ogni alunno viene valutato due volte all'anno in tutte le materie e non è che un non sufficiente sia molto diverso da un 4: invece il Tremonti ci sbrodola sopra toccando il fondo quando afferma "le farò alcuni esempi basati su "giudizi scolastici" e relative "interpretazioni autentiche". Vediamo: "Ha ottime capacità di socializzazione". Che cosa vuol dire, che fa copiare i compiti ai compagni? "Collaborativo con i docenti". Ossia non esita a fare la spia? "Molto precoce per la sua età". Insomma, beve e fuma? "Spiccate doti di leader". Capeggia forse una banda di bulli? "Molto attento all'informazione". Legge a scuola la Gazzetta dello Sport?».
(Giornalista) Il numero fa chiarezza... «Esatto. C'è un numero da togliere e uno da introdurre. Quello da togliere è il numero 1968, sintetizzato in '68. È da quell'anno che inizia ciò che abbiamo convenuto di chiamare...casino».
Certo, lui se ne intende, visto che nel 1987 viene candidato nelle liste del PSI , in quanto buon amico di Gianni De Michelis per poi passare nelle liste Segni e approdare definitivamente alla corte del Berlusca. Comunque visto che i numeri sono una cosa precisa basta fare due conti per capire che di sessantottini nella scuola ne sono rimasti ben pochi. Ne rimangono un bel po' invece (Ferrara, Mentana, Liguori, ecc) alla corte del suo capo. Ma questi , si capisce sono giudizi "spesso confusi".
Il resto dell'intervista e le geniali trovate sui libri di testo completano l'idea di presuntuosa ignoranza che circonda il personaggio ma che a questo punto pare essere un po' la costante dei vari ministri. La scuola è un mondo complesso e delicato e non si possono fare affermazioni così, a braccio, il grembiulino oggi, gli organi collegiali ieri, il maestro unico, i fannulloni, l'educazione civica. Delirio totale.
Ma come fa l'Aprea a mischiare in una legge unica il rinnovo degli organi collegiali (consiglio di amministrazione?) e la professione docente, basata sui giudizi di una commissione...
Come può essere credibile la reintroduzione del maestro unico vista la complessità didattica moderna, l'informatica, inglese, l'intercultura, i progetti...
Come è possibile dire che un bambino oggi ha bisogno di una sola figura di riferimento quanto già la famiglia ne propone due e comunque i bambini sono già a 5 anni abituati a fare zapping tra molti canali e a rapportarsi con moltissime persone.
Come si può affermare che la scelta di istituire moduli e tempo pieno sia stata fatta solo per criteri
occupazional-sindacali quando l'unica giustificazione che viene data alla soppressione di fatto dell'unico segmento della scuola che funziona, con la scuola d'infanzia, è di ordine puramente economico?
Come si può credere che la bocciatura tramite il voto di condotta possa risolvere il problema del bullismo? Cosa farà il giovane con problemi dopo una o due bocciature? Entrerà in convento o finirà in sala giochi?
Come può proporre la reintroduzione dello studio della costituzione un governo dove il presidente deve far passare una legge per non essere processato, il presidente della Camera in spregio di ogni legge, va a fare immersioni con la barca dei vigili del fuoco nel cuore di un parco naturale e un altro ministro fa gestacci verso l'inno nazionale?
Arridatece Bertagna!!
Rimane tra tutte queste boutade l'impressione che alla fine l'unica cosa che i poteri forti perseguono veramente, con la compiacente complicità sindacale, siano la definitiva disgregazione della scuola e della società italiana.
Cordiali saluti
Miha