breve di cronaca
Si parte da duecento
La Repubblica - 06-08-2002
ROMA - Saranno circa duecento le scuole in cui partirà, a settembre, la mini-sperimentazione per materne ed elementari della riforma del ministro Letizia Moratti. Sperimentazione che durerà un anno, e che coinvolgerà uno o due istituti per provincia. La decisione è venuta oggi pomeriggio, dopo un incontro a Palazzo Chigi tra la stessa Moratti e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta.

Un faccia a faccia delicato, perché giunto dopo che il disegno di legge sulla scuola era stato bloccato in Senato, vista la decisione della maggioranza di andare avanti a tutti i costi col provvedimento sul legittimo sospetto. E, ad aumentare il disappunto del ministro, la decisione - presa pochi giorni fa - di sperimentare il progetto solo in "pochissime unità" scolastiche, come recitava il comunicato di Palazzo Chigi di allora. Anche perché il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, aveva stretto i cordoni della borsa.

Da qui la decisione del premier di ricucire lo strappo, facendo intervenire il grande mediatore Letta. E anche Silvio Berlusconi ha parlato della questione, con una nota rilasciata oggi pomeriggio: la riforma della scuola "è una delle priorità politiche del governo, condivisa e sostenuta da tutta la coalizione - ha ribadito - sono convinto che, subito dopo la pausa estiva, il Senato provvederà rapidamente all'approvazione della legge". Provocando la reazione negativa del leader della Margherita, Francesco Rutelli: "Sulla scuola non c'è un euro da spendere, dopo che Tremonti ha detto no al ministro dell'Istruzione. E la dichiarazione generica di Berlusconi suona come il tentativo di rabbonire il ministro Moratti, che è rimasta abbandonata a se stessa".

Quanto all'esito dell'incontro a Palazzo Chigi, "la sperimentazione sarà effettuata - si legge in un comunicato del ministero dell'Istruzione - previo parere del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, nell' anno scolastico 2002/03 in ambito nazionale". L'adesione sarà su base volontaria: saranno le scuole, nella loro autonomia, a decidere. Comunque i nuovi programmi non potranno essere adottati in più di uno o due circoli didattici delle 103 province italiane. I criteri di scelta non sono ancora stati resi noti. In questi istituti alla scuola di infanzia potranno essere iscritti bambini di due anni e mezzo e in prima elementare di cinque anni e mezzo: come previsto, appunto, dalle nuove norme.

Dal ministero hanno assicurato inoltre che la sperimentazione sarà seguita da Osservatori regionali e nazionali che avranno il compito di "acquisire analitiche informazioni sullo svolgimento e sugli esiti dell' iniziativa, in modo da costituire utili riferimenti per la consulenza, il sostegno, il monitoraggio e la valutazione della sperimentazione stessa". Adesso, per duecento istituti, comincia la corsa contro il tempo per adeguarsi alle novità.

E dopo l'annuncio sulla sperimenrtazione, è arrivata la reazione della Cgil. "E' una sperimentazione pasticcio che punta solo al taglio delle risorse nella scuola pubblica", ha dichiarato Enrico Panini, segretario del settore scuola. Sottolineando anche che il ministero non ha specificato la copertura finanziaria dell'operazione.



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