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Fao, Action Aid: L'Italia non ha fatto pienamente la sua parte
Vita no profit - 06-06-2008
Il Segretario Generale Marco De Ponte: «è mancata volontà da parte dei governi di tutelare veramente le popolazioni più povere e vulnerabili»


Le aspettative del Terzo Settore


"Benché il diritto al cibo abbia riacquistato un ruolo centrale nell'agenda internazionale l'Italia non ha fatto pienamente la sua parte", dichiara Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid. "Le conclusioni del Vertice FAO sulla crisi alimentare sono frutto della mancata volontà da parte dei governi di tutelare veramente le popolazioni più povere e vulnerabili."

"Il nostro paese", continua De Ponte, "riveste un ruolo chiave in quanto ospita il polo alimentare mondiale. Eppure durante il vertice, l'Italia non ha aiutato a sufficienza la FAO affinché riguadagnasse credibilità. La decisione di istituire una Task Force delle Nazioni Unite allo scopo di affrontare la crisi dei prezzi del cibo, indebolisce di fatto la FAO che ha come specifica missione affrontare le problematiche legate allo sviluppo agricolo e alla fame".

"L'Italia avrebbe dovuto prendere impegni concreti -continua De Ponte - mentre si è limitata a ripresentare proposte datate, come il contabilizzare l'aiuto umanitario quale spesa non soggetta ai vincoli del patto di stabilità, che è già stata approvata dall'ECOFIN nel 2005".

"L'Italia avrebbe inoltre potuto impegnarsi a colmare il divario - stimato in almeno 750 milioni di euro - che la separa dal livello minimo definito a livello europeo per le risorse da destinare all'aiuto allo sviluppo, ma ha evitato di farlo".

"Il G8 del 2009 sarà il banco di prova per l'Italia, che si troverà a guidare gli otto grandi della terra. Il governo", conclude De Ponte, "deve impegnarsi subito ad aggiungere risorse fresche per misure di lungo termine a favore delle popolazioni agricole colpite dalla crisi, per arrivare con le carte in regola all'appuntamento".

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