Lettera al ministro Gelmini
Silvia Minardi - 31-05-2008
All'attenzione dell'On. Mariastella GELMINI
Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca


Egregio Sig. Ministro,

A pochi giorni dall'inizio del Suo mandato, Le scrivo a nome dell'associazione lend - lingua e nuova didattica - per condividere con Lei alcune riflessioni sulla scuola italiana che sono il frutto della nostra lunga esperienza di ricerca e di formazione come associazione di docenti di educazione linguistica.
Verrà presto il tempo di una analisi dettagliata degli aspetti positivi e negativi del nostro sistema di istruzione e di formazione, il tempo per una proposta che ci auguriamo il più partecipata possibile per affrontare problemi vecchi ed esigenze nuove. È quindi in funzione di questo futuro prossimo che vogliamo ricordarLe quelle che, per la nostra associazione, sono attualmente le priorità per la scuola.

È per noi il tempo di chiederLe, signor Ministro, di fare in modo che la nostra possa sempre essere la scuola dell'art. 34 della nostra Costituzione: una scuola capace di equità e di qualità per tutti. È questo l'unico modo che abbiamo per ridurre le disuguaglianze, per eliminare vecchie e nuove povertà, per definire nuove soglie di cittadinanza.
Una scuola di qualità per tutti è una scuola in grado di mettere ogni alunno nelle condizioni migliori per acquisire le otto competenze chiave per la cittadinanza sulla base delle linee guida sancite nella Strategia di Lisbona in materia di istruzione e formazione, una scuola capace di rileggere i saperi disciplinari e le materie scolastiche alla luce delle trasformazioni in atto nella società e delle modalità di apprendimento dei giovani oggi.

Una scuola di qualità per tutti non deve mai smettere di porsi "il problema degli studenti che perde" e deve essere messa nelle condizioni di permettere a ciascuno di imparare di più e al meglio delle proprie forze.
Una scuola di qualità per tutti è possibile nella misura in cui saremo in grado di mantenere il valore unitario e nazionale della scuola pubblica. Infatti, una scuola di qualità per tutti è una scuola autonoma che, all'interno di indicazioni curriculari nazionali comuni a tutto il Paese, è capace di una forte articolazione del modo in cui le diverse discipline vengono insegnate.
Una scuola di qualità per tutti si realizza attraverso un sostegno vero, anche di tipo economico, all'autonomia delle istituzioni scolastiche: riteniamo, in particolare, doveroso realizzare finalmente la possibilità di autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo all'interno delle nostre scuole. C'è bisogno di luoghi e di strumenti di ricerca didattica, cioè di progettazione, sperimentazione, monitoraggio, valutazione, documentazione sui problemi fondamentali del fare scuola oggi, quali individuare i saperi fondamentali, le metodologie, le modalità di relazione, gli ambienti e gli strumenti per dare a tutti la possibilità di imparare e di imparare ad imparare oggi e lungo tutto l'arco della vita.
Una scuola di qualità per tutti è una scuola che riconosce il valore di curricoli rinnovati in chiave europea e flessibili, come quelli di altri paesi europei. È una scuola capace di costruire, nell'ambito dell'educazione linguistica integrata, percorsi per l'acquisizione di competenze comunicative plurilingui e interculturali per tutti. È una scuola che non indebolisce l'apprendimento di lingue diverse dall'inglese perché sa che, in un mondo dove si parlano più lingue anche con livelli di competenza diversi, insistere sull'apprendimento di una sola lingua - l'inglese - per tutta la durata del percorso scolastico significa dare ai nostri studenti minori possibilità rispetto ai loro coetanei di altri Paesi europei.
Una scuola di qualità per tutti dà ai docenti un ruolo importante. Per questa ragione, è una scuola che sa riconoscere il valore della formazione iniziale e della formazione in servizio. Occorre dare stabilità alla formazione iniziale: l'esperienza delle scuole di specializzazione ha messo a frutto modelli di rapporto tra il mondo della scuola e il mondo dell'università che meritano di essere conosciuti e valorizzati. Sicuramente, è un'esperienza da cui occorre partire, eliminando, invece, quel carattere di precarietà che continua ad avere. Anche la formazione in servizio richiede di essere ripensata. Gli insegnanti hanno bisogno di formazione in presenza unita - se necessario - a modalità di formazione a distanza, ma devono poter contare su opportunità di mobilità anche di lunga durata. La formazione deve, in ogni caso, essere di qualità, assicurata da formatori qualificati. Al tempo stesso, è necessario un coraggioso riconoscimento della professionalità docente da tradurre in termini economici, ma anche di responsabilità e di opportunità (periodi sabbatici).

Auspichiamo che qualunque decisione sulla scuola sia anche una decisione presa
- a favore della scuola - abbiamo visto tante volte la scuola considerata come una spesa da tagliare e non come una risorsa su cui investire
- con la scuola, condivisa dagli operatori scolastici, dotata di significato per gli studenti, capita dall'opinione pubblica nell'ambito di spazi effettivi di confronto, condivisione e ricerca comune delle soluzioni ai problemi di cui la nostra scuola soffre, come indicano le indagini internazionali effettuate dall'OCSE nell'ultimo decennio.

Buon lavoro!

Silvia Minardi
Presidente nazionale
lend - lingua e nuova didattica

Roma, 23 maggio 2008.

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