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Questi è...Don Pierino Gelmini
Giocondo Talamonti - 01-04-2008
Lo strumento migliore per verificare la validità delle scelte effettuate in qualsiasi attività umana è il monitoraggio sistematico dei risultati ottenuti, l'aggiornamento metodologico, il consolidamento degli obiettivi.
Nel caso del connubio che vede l'IPSIA "Sandro Pertini" e il Mulino Silla di Amelia collaborare con l'idea di formare professionalmente e caratterialmente i ragazzi ospiti della struttura di Don Pierino Gelmini, arricchendoli di conoscenze utili ad affrontare il mondo del lavoro, l'idea, nata quasi per caso, non ha avuto necessità di analisi periodiche né di bilanci programmati, tanto evidenti sono stati, di volta in volta, gli esiti della felice scelta iniziale.
La Scuola ha recuperato, presso la Comunità-Incontro, un'impostazione dell'insegnamento prossima alla sua primordiale valenza di "palestra di vita", dove il sacrificio allo studio viene premiato, dove il riconoscimento dei saperi trova applicazione pratica, dove il sistema di studio si identifica con l'ordine logico ed il rigore morale.
Si tratta di "progetti" singoli e collettivi dove studiare riacquista senso, specie per chi ha ritenuto di averlo smarrito, consegna fiducia nelle risposte all'impegno, apre prospettive di reinserimento nella vita civile e speranza di integrazione sociale.
L'intera sovrastruttura che sostiene il disegno si regge sulle capacità dei docenti, ma soprattutto sul contributo di amore di cui dispongono i giovani della Comunità-Incontro, un patrimonio prerogativa di ciascuno, fin dall'accoglienza, grazie all'attenzione che Don Pierino riserva alla loro maturità e al processo di autonoma riscoperta dei valori umani perduti.
Il delicato equilibrio che regola il rapporto tra chi dona e chi riceve, si regge sul rispetto reciproco, sulla fiducia incondizionata, sugli effetti empatici che finiscono per confondere i ruoli, dividendo equamente i meriti relazionali.
La gestione di una simile intesa è estremamente delicata ed è prerogativa di chi, come Don Pierino, sa dosare nelle giuste proporzioni timore ed amore, fiducia in se stessi e nel prossimo, impegno e divertimento, partecipazione civile e fede religiosa.
Non è facile coordinare le esigenze educative con la comprensione dello stato di disagio degli allievi; almeno non sempre. Ecco, allora, che le abilità dei formatori e le componenti affettive assumono posizioni decisive per la riuscita del processo di sensibilizzazione e di recupero dei giovani.
Il tramite per l'armonizzazione è l'abilità dell'educatore ad ascoltare i problemi dei ragazzi, a cogliere le loro aspettative, ad instaurare un dialogo costruttivo ininterrotto, a sostenere, senza mai apparire protagonisti, il lento recupero dei principi smarriti.
Don Pierino ha sperimentato un'infinità di percorsi negli anni del suo impegno ed ha verificato che i cambiamenti comportamentali devono avere un denominatore comune: originarsi all'interno delle coscienze per maturarsi come processo autonomo.
A sorvegliarne le fasi realizzative, senza imposizioni, illusioni o minacce, deve esserci un preposto razionale, intelligente e lungimirante, ma anche disposto al perdono e alla comprensione delle debolezze umane.
Questi è Don Pierino.

Ing. Giocondo Talamonti
(Dirigente Scolastico dell'Ipsia "S. Pertini")


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