Walter Veltroni
Giuseppe Aragno - 24-04-2008
E' difficile dire se il leader più americano della storia italiana ne sia consapevole, ma non ci sono dubbi: Veltroni si inserisce a buon diritto nella chiacchierata schiera dei "costruttivisti". Non un uomo semplicemente "costruttivo", com'è giusto che sia un politico di limpida e dichiarata ispirazione anglosassone, ma uno di quei capi carismatici che si sentono nati per fare la storia, una di quelle intelligenze furbe, opache e febbricitanti che ricavano dalle dottrine sociali sogni che somigliano ad incubi e hanno in testa un'idea che si ripropone ciclicamente in forma compulsiva. Un'idea sola, ma di quelle forti: poiché è l'uomo ad aver prodotto gli istituti politici e gli ordinamenti civili dei popoli - pensa Veltroni - un leader che ritenga di saperlo fare, può manipolarli come meglio crede affinché corrispondano alla sua idea e ai suoi sogni. Se il geniale Archimede chiese un appoggio per sollevare il mondo, Veltroni appoggi non chiede: fa leva su se stesso; né Dio, né sorte, né situazione di fatto incidono sugli eventi della storia quanto riescano a farlo le intenzioni di un leader. E' una visione così ferma da sembrare delirio: tutta la storia è figlia prediletta di progetti intenzionali.
Sulla base di questa dottrina scintillante, che può abbagliare coloro che l'ascoltano, ma spesso giunge ad accecare chi la professa, in questo aprile anomalo ed ambiguo, che s'è portato appresso troppa variabilità di marzo e non è stato mai capace di aprirsi davvero alla distensione di maggio, la repubblica volta pagina. E però - da vero estremista del "costruttivismo", Veltroni non l'ha messo nel conto - sulla pagina bianca su cui la storia scriverà i suoi eventi politici e sociali, a guidare la penna non è l'esito della sua intenzione, ma le conseguenze inintenzionali del suo progetto - i danni collaterali, direbbero i suoi amici americani - o, se si vuole, la reazione spontanea della gente, stanca di "uomini nuovi" e di prestigiatori.
Il partito democratico, che Veltroni s'è inventato con l'intenzione di dimezzare la sinistra alternativa e sfondare al centro nel cuore dello schieramento di Berlusconi, non solo ha perso ad opera d'una invenzione uguale e contraria ma, andando ben al di là delle intenzioni, ha cancellato la complice e sedicente sinistra parlamentare. Come non bastasse, su 47.126.601 elettori, ci sono stati solo 37.899.566 votanti e 1.437.261 schede nulle o bianche. A conti fatti, 9.236.000 elettori hanno scelto di non votare: più o meno uno su cinque. Assieme alla valanga delle destre e all'azzeramento di una sinistra pseudo radicale che da tempo si era preparata al suicidio, è un dato che segna la Waterloo di questo ex comunista che ha rinnegato il suo passato e ha reso assai fosco il futuro di un Paese in cui maggioranza e minoranza sono ormai pronte a manomettere assieme la Costituzione. Uomo di scuola, nulla avevo da aspettarmi da Veltroni, dopo che Prodi e Fioroni, suoi amici e compagni di partito, avevano lasciato in vita la riforma Moratti e ignorato la legge d'iniziativa popolare proposta dalla scuola militante. Devo dire però che non mi sento certamente orfano di una sinistra che in Parlamento non esisteva più da tempo, orfano di gente che si è resa complice delle peggiori vergogne e che condivide con le destre lo sfascio delle istituzioni. Certo, tutto ora sarà più difficile e c'è da giurarci: ci aspettano in piazza, come hanno già ampiamente dimostrato prima a Napoli e poi a Genova. Eppure è là che fatalmente ci conduce la battaglia per la difesa della scuola, che si fa sempre più battaglia per la difesa della democrazia. E' là che ci conduce la storia: nelle lotte dei movimenti e nell'opposizione sociale riposa ormai la sola speranza di arginare questo moderno autoritarismo che forse non è fascista, ma non fa meno paura del fascismo.
E' difficile dire se il leader più americano della storia italiana ne sia consapevole, ma non ci sono dubbi: Veltroni si inserisce a buon diritto nella chiacchierata schiera dei "costruttivisti". Non semplicemente un uomo "costruttivo", com'è giusto che sia un politico di limpida e dichiarata ispirazione anglosassone, ma uno di quei capi carismatici che si sentono nati per fare la storia. I grandi leader anglosassoni però - Veltroni fa finta d'ignorarlo - dopo una Caporetto come quella patita tra il 13 e il 14 aprile, chiedono scusa e se ne vanno a casa.

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 Alba Chiara Zanatta Ispettrice MPI Scuole europee    - 27-04-2008
Un articolo che fotografa pienamente la penosissima situazione in cui viviamo.
Da sempre marxista, questa volta non ho votato. Non aveva senso votare CONTRO BERLUSCONI, come ho fatto per tante volte. Ho sperimentato sulla mia pelle la gestione PD attraverso l'azione di Fioroni. Sono stata vittima di azioni ignobili che hanno distrutto il mio lavoro in Europa degli ultimi 4 anni.
Non ho speranza ma non voglio più sentirmi vittima del fuoco amico.