breve di cronaca
«Atto di forza senza copertura economica».
Il Messaggero - 01-08-2002
Intervista a Maria Grazia Pagano, vicepresidente del gruppo Diesse in Senato

Avete fatto fronte comune per dire no al decreto Moratti. Perché?

«Sembra di stare nella Repubblica delle banane. L’azione del ministro equivale ad un blitz, ad un colpo di mano, che svuota il Parlamento delle sue funzioni. E’ impensabile che un disegno di legge, di cui sono stati approvati soltanto i primi tre articoli, "passi" per altre vie usando l’arma del decreto». Maria Grazia Pagano, vicepresidente del gruppo Diesse in Senato, attacca senza mezzi termini il provvedimento della Moratti.

La maggioranza accusa Diesse, Rifondazione e Verdi di avere fatto ostruzionismo a oltranza.

«Non è vero. Se fosse così avremmo presentato migliaia di emendamenti e non i 170-180 depositati a Palazzo Madama sulle questioni di merito, che per una legge di questa portata sono pure pochi. Difendiamo le regole della democrazia. La verità è un’altra: la Moratti ha voluto fare un atto di forza».

Lei parla di blitz, può spiegare meglio?

«Il governo negli ultimi tempi non sollecitava più la legge, forse perché era in difficoltà sulla copertura finanziaria: sui conti della scuola c’è un "buco" di 3 mila miliardi relativo al 2001 e la riforma richiede soldi, a cominciare dall’anticipo delle iscrizioni. Ebbene, la V Commissione Bilancio del Senato doveva dare il suo parere sul testo in discussione. Quando il parere è arrivato c’erano molti rilievi. Il Bilancio esprimeva perplessità sulla scarsa copertura economica, chiedeva chiarimenti e poneva alcune limitazioni all’anticipo per materne ed elementari. Mentre le Commissioni discutevano è arrivato uno strano ordine del giorno, firmato dal governo».
Che cosa chiedeva l’ordine del giorno?
«Di promuovere e sostenere fin dal prossimo settembre le iniziative sperimentali. Tutto senza copertura legislativa, mentre neppure un ramo del Parlamento si era pronunciato in aula».

E allora?

«Il fatto diventa più grave quando il decreto ministeriale, compresi gli allegati sui programmi, viene consegnato al Consiglio scolastico nazionale. In una lettera di accompagnamento è scritto che l’ordine del giorno del governo è stato votato e approvato. Un "appoggio" che in realtà non esisteva. L’invito del governo non era stato nè votato, nè approvato, dal momento che il presidente Asciutti, di Forza Italia, aveva riconosciuto che un simile documento poteva essere votato solo alla fine. Ho chiesto che la Moratti ne venisse a rispondere in aula. Ma non lo ha fatto».

A. Ser.


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