breve di cronaca
Scuola
La voce.info - 27-02-2008
PROVVEDIMENTI

Il ministro Fioroni (a differenza del ministro Mussi) si è caratterizzato per una politica di apparente continuità con i provvedimenti del precedente governo, mentre in realtà ha adottato una politica graduale (il famoso "cacciavite") per modificare i contenuti più invisi alla nuova maggioranza.

Tra i provvedimenti adottati:

1) innalzamento dell'obbligo scolastico a 16 anni, e parziale disapplicazione della alternanza scuola-lavoro prevista dalla precedente riforma Moratti (in particolare mancata sottoscrizione di accordi di sperimentazione regionale).

2) commissariamento della agenzia nazionale per la valutazione del sistema dell'istruzione (Invalsi), ma incompleta realizzazione di un sistema di valutazione nazionale. Il Ministro ha espresso pareri contradditori sulla necessità di una valutazione "campionaria" contrapposta ad una valutazione "censuaria" delle scuole.

3) riscrittura dei programmi scolastici, definendo dal centro traguardi terminali e linee di indirizzo e non prescrizione di contenuti specifici, ma nel contempo preoccupandosi di un recupero contenutistico nella attuale scuola dell'obbligo, a seguito del ridimensionamento degli stessi introdotto dalla riforma Moratti.

4) ripristino della serietà delle verifiche (in particolare reintroducendo i commissari esterni per l'esame di maturità, ma anche con la reintroduzione dell'esame di riparazione in sostituzione del meccanismo del recupero crediti)

5) accettazione della riduzione degli organici previsto in finanziaria 2007 (in particolare con l'imposizione di un tetto massimo agli insegnanti di sostegno) in cambio di una progressiva immissione in ruolo dei precari, con la conseguente chiusura delle graduatorie ed il passaggio ad un nuovo meccanismo di ingresso nella professione insegnante basato sulle scuole di specializzazione (SIS).

6) sperimentazione di nuove forme di gestione a livello locale delle risorse docenti disponibili (proposta avanzata nel quaderno bianco sulla scuola, recepita in finanziaria 2007 ed attualmente in corso di definizione nelle linee di indirizzo del Ministero della Pubblica Istruzione).

QUANDO SI VEDRANNO GLI EFFETTI

Gli effetti attesi dovrebbero essere quelli di innalzamento della scolarità giovanile (intervento 1) e di miglioramento della qualità degli apprendimenti (interventi 3 e 4). Incerti gli effetti degli interventi sugli organici (interventi 5 e 6), sia sul piano del bilancio che su quello della formazione impartita.

OCCASIONI MANCATE

Due sembrano i nodi non ancora affrontati:

1) il riassetto del sistema formativo, alla luce della preoccupante performance negli apprendimenti emersa dalle indagini internazionali. Molti indicatori di inefficienza puntano i riflettori sulla scuola secondaria di primo grado, che in seguito all'innalzamento dell'obbligo avrebbe potuto essere ridisegnata legandola in modo più organico alla scuola secondaria di secondo grado. È curioso che un provvedimento di rilevante portata (quale l'età dell'obbligo) sia finito in Finanziaria, e non invece inserito in una legge appropriata. È stata correttamente arrestata la licealizzazione della formazione tecnica sponsorizzata dal governo precedente, senza però sciogliere il nodo di quale fosse l'assetto desiderato.

2) non si può avere maggior autonomia gestionale a livello decentrato senza la costruzione di un adeguato sistema di valutazione censuario. Come già in passato, non si è avuto il coraggio di andare in una direzione attuativa dell'autonomia scolastica (trasferendo risorse e responsabilità a livello della dirigenza delle singole scuole) costruendone la precondizione di verifica a posteriore dei risultati.

Daniele Checchi

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 Luigi Caminiti    - 04-03-2008
Caro Checchi,
siamo sicuri che la reintroduzione dei commissari esterni sia stato un provvedimento così positivo? Sinceramente, in considerazione del fatto che si tratta del primo intervento del Ministro Fioroni, lo ritengo deludente perché A) di interventi urgenti e strutturali la scuola media superiore ne aveva tanto bisogno e la riforma (ancora una volta!) degli Esami di Stato, se proprio bisognava riformarli, avrebbe potuto rappresentare al più solo la classica ciliegina sulla torta. B) la serietà degli esami dipende dagli esaminatori e non dalla formula. Ed è comunque più difficile "sbagliare" da docente interno, e in presenza di tutto il Consiglio di Classe con il quale c'è una continuità nella valutazione che si è espressa nel tempo, piuttosto che da esterno. Il commissario esterno non conosce gli alunni e il loro potenziale, non conosce (nonostante il famoso documento del 15 Maggio) il percorso didattico se non nelle sue linee generali; può non condividere le scelte di indirizzo dei colleghi non presenti, ma può conoscere certamente genitori, parenti, amici degli amici ecc.
Fatta salva, comunque e a scanso di equivoci, l'onestà dei Commissari sia interni che esterni, mi sembra che in linea di massima la soluzione delle commissioni miste non sia quell'intervento profondo che ristabilisca la serietà dell'esame di stato, né vedo come possa incidere sulla qualità dell'apprendimento: un docente è "serio" e fa il suo lavoro con serietà sia che le commissioni siano esterne che nel caso in cui siano interne. Uno studente "serio" è tale nel corso di cinque anni di liceo e non il giorno dell'esame.
Lontano da ogni tipo di polemica di parte, ma col solo intento di dare un piccolissimo contributo dando voce anche a tenti colleghi che la pensano così, sinceri auguri di buon lavoro.