breve di cronaca
Lasciateci crescere qui
Retescuole - 18-02-2008
Poche parole, semplici. ma efficaci: Laissez nous grandir ici.

Questo l'appello dei bambini figli di sans-papier che in Francia dal settembre 2006 sono ricercati dalla polizia per essere espulsi con i loro genitori, grazie alle decisioni prese dall'allora Ministro degli Interni, ora Presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy.

Moltissimi genitori e insegnanti hanno deciso di costituire una rete di resistenza, la resf, e di prendere questi bambini sotto la loro protezione, così come si legge nel loro primo appello che risale al luglio 2006.

Si sa, ultimamente essere come "Sarko" va di moda, a Milano poi moltissimo.

La storia dei bambini figli di "clandestini" esclusi dalle scuole dell'infanzia milanesi continua.

Lunedì 11 febbraio l'Ordinanza del Giudice Claudio Marangoni sembrava aver segnato una svolta nell'intera vicenda. A seguito del ricorso presentato da una mamma marocchina nell'interesse della figlia minore, il Giudice ha ordinato al Comune di Milano la cessazione del suo comportamento discriminatorio.

Nei giorni immediatamente successivi sembrava che l'Assessore Mariolina Moioli volesse modificare la Circolare sulle iscrizioni incriminata, per dar seguito all'ordinanza del Giudice, senza riconoscere il diritto a tutti i bambini che vivono a Milano di frequentare la scuola dell'infanzia, ma solo accogliendo i figli di clandestini che hanno abituale dimora a Milano e affidando tutti gli altri ai servizi sociali.

La linea dell'Assessore Moioli non è stata però condivisa, così come in altre occasioni, dalla sua stessa maggioranza. Lega, AN e Forza Italia hanno infatti preteso che il Comune di Milano presentasse ricorso contro l'Ordinanza del Giudice Marangoni, e così è stato. La voce di alcuni esponenti si è anche levata minacciosa, alludendo al fatto che con il nuovo Governo Berlusconi episodi di questo tipo non potranno più verificarsi.

Sta di fatto che la Giunta milanese ha deciso oggi, con il Sindaco Moratti in testa, di procedere in tal senso: si darà seguito all'Ordinanza, non si sa bene in che modo, così come sostiene lo stesso MPI, ma contemporaneamente il Comune presenterà ricorso contro l'Ordinanza stessa.

Questa la cronaca giudiziaria. Parliamo del resto.

Tutta questa vicenda sembra non interessare la maggior parte dei cittadini milanesi, tanto meno quelli italiani, ma solo i palazzi: da una parte il Comune di Milano, dall'altra il Ministero della Pubblica Istruzione. A colpi di dichiarazioni sui giornali e carte bollate il conflitto procede, ma è solo un regolamento di conti per l'esercizio del potere, nient'altro.

Chi sono allora questi bambini e i loro genitori? Delinquenti, assassini, spacciatori, come leghisti, fascisti e forzisti vogliono far credere?

La mamma marocchina che ha avuto il coraggio di esporsi al rischio di espulsione per difendere il diritto di sua figlia ad andare a scuola, è una donna come tante, ha avuto solo la disgrazia di perdere il lavoro, come accade a tanti di questi tempi, e per questo di non poter rinnovare più il suo permesso di soggiorno. Niente di più.

Dove sono allora? Sono vicino a noi, ma non ce ne accorgiamo perché sono come noi, non hanno niente che li distingua dagli altri genitori o dagli altri bambini, per tutti lo stesso desiderio, far crescere bene i propri figli e voler crescere bene qui a Milano, in Italia. Niente di più.

Per molto tempo mi sono chiesto dove fossero per davvero e poi mi sono accorto che li incontro tutti giorni: mamma, papà, bambino e bambina. Il bambino frequenta la scuola elementare che frequentano le miei figlie, il papà ha perso da poco il lavoro regolare e per portare avanti la famiglia è stato costretto a trovarne un altro, in nero però. Un lavoro che permette loro di vivere dignitosamente, ma che non permette di mandare la bambina alla scuola dell'infanzia. Per lei infatti sarebbe dovuto essere questo il primo anno, ma mamma e papà sono terrorizzati all'idea di essere espulsi e quindi hanno deciso di tenerla a casa. Tutto questo si sa perché la mamma si è confidata con le altre mamme fuori da scuola all'uscita dei bambini. A nulla sono valsi i tentativi per cercare di convincerla a iscrivere la bambina ugualmente, garantendole la solidarietà e l'aiuto degli altri genitori: niente, è prevalsa la paura, la paura di non poter più far crescere qui i loro figli. Meglio a Milano senza asilo che altrove senza casa, lavoro e in un Paese che i loro figli conoscono appena.

Quanti saranno i genitori spaventati da tutta questa vicenda, che non intendono rischiare l'espulsione e rinunciano per questo a mandare a scuola i loro figli? Almeno due di sicuro.

Anche se la Circolare sarà modificata ormai l'effetto previsto si è già verificato: i genitori sono stati spaventati e questo è stato sufficiente per raggiungere l'obiettivo.

Indipendentemente dalle circolari, le ordinanze, ma anche dalle manifestazioni davanti a Palazzo Marino, proviamo a cercarli e a "prenderli sotto la nostra protezione". Così come è accaduto in Francia nonostante "Sarko", può accadere a Milano nonostante la Moratti.

Milano, 15 febbraio 2008

Mario Piemontese


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