ilaria ricciotti - 09-01-2008 |
Il problema dei rifiuti , a mio avviso, non riguarda soltanto Napoli o la Campania, ma tutta l'Italia. Di conseguenza mi sembra riduttivo l'appello che viene esteso solo agli intellettuali e per giunta soltanto meridionali. E il resto degli italiani? Poi Lucio, vorrei chiederti quali iniziative secondo te dovrebbero essere prese sia dai cittadini che dallo Stato per risolvere urgentemente questo gravissimo problema. Problema che ci sta sbattendo in faccia quanto sia difficile vivere in questo Paese che sembrerebbe non avere più vie di scampo, se non quelle di sprofondare ogni giorno in un nuovo braratro. Eppure non è così. Sono molti i cittadini italiani che si danno da fare per aiutare gli altri ed anche questa nostra società. Di loro però non si parla. Non importa. Ciò che conta è che essi ci siano e continuino nel loro piccolo a battarsi, a fare, ad agire, cercando di cambiare qualcosa, in questo mondo dove sembra che regnino sovrani il menefreghismo, l'egoismo e l'insaziabile voglia di guadagno. |
Lucio Garofalo - 09-01-2008 |
Hai pefrettamente ragione, Ilaria. La questione dei rifiuti non investe e non riguarda soltanto Napoli e la Campania. Anzi, ti dirò di più: il problema non è semplicemente locale o regionale, e nemmeno soltanto nazionale, ma è di portata globale. Esso investe la natura e la struttura stessa di un intero modo di produzione, eccessivamente energivoro e consumistico, di un sistema economico planetario che, per produrre merci di consumo, brucia e divora ogni giorno ingenti risorse energetico-alimentari e ambientali, producendo una gigantesca quantità di rifiuti, di scorie e veleni da "smaltire". Lo stesso processo di smaltimento dei rifiuti è diventato una vera e propria merce, un'occasione propizia per lucrare e fare affari colossali, per trarre immensi profitti, non solo a beneficio di organizzazioni economico-imprenditoriali criminali di stampo mafioso e camorrista. Il problema mette a nudo e mette in luce i limiti e le contraddizioni strutturali del sistema, ponendo in discussione l'attuale modello di sviluppo (e sottosviluppo) di tipo capitalistico. Inoltre, io credo che la questione non debba essere ridotta ad un ragionamento egoistico e particolaristico, per cui nessuno vuole la spazzatura altrui, in questo caso l'immondizia di Napoli, ma è necessario vincere ogni campanilismo ed ogni localismo per promuovere ed impostare un discorso di solidarietà e di sensibilizzazione culturale, morale e civile, di natura sovracomunale e intercomunitaria. Oltretutto, la spazzatura in questione non appartiene solo ai napoletani, ma probabilmente proviene in gran parte da fuori, anche e soprattutto dal Nord Italia e dal Nord Europa. Per decenni il territorio di Napoli e della Campania ha ospitato (ed ospita tuttora) numerose discariche abusive, gestite come tutti sanno dalla camorra, discariche dove vengono riversate le peggiori scorie e i peggiori veleni, di tipo chimico e persino nucleare, provenienti da vaste zone del Nord Italia e dell'Europa. Questo problema decennale è una delle conseguenze e degli scotti che paghiamo a causa di un processo di sottosviluppo storico coloniale determinato dallo Stato unitario italiano, sorto in seguito alle guerre "risorgimentali" che non furono altro che guerre di conquista, di espansione e di rapina economica e culturale, condotte dalla monarchia sabauda con la complicità di alcune potenze europee (Francia e Inghilterra in testa), della massoneria anglo-francese e piemontese, nonché col contributo decisivo di squallidi e ambigui personaggi tra cui il pirata-massone-carbonaro Giuseppe Garibaldi, esaltato come "eroe nazionale" dalla falsa e mistificante mitologia filo-risorgimentale. Da tali considerazioni di ordine storico-meridionalistico discende anche il mio appello agli "intellettuali meridionali", ma è ovvio che il problemma riguarda tutti, non solo i meridionali e non solo gli intellettuali, e nemmeno solo gli italiani, ma tutti gli abitanti del pianeta! |
Gugliemo Albarella - 13-01-2008 |
Sono perfettamente d'accordo con le tesi esposte dall'autore dell'articolo, ma bisogna sottolineare che quando il giornalista e scrittore Giorgio Bocca denunciò il degrado del nostro paese di cui Napoli è solo lo specchio ingigantito, molti intellettuali o pseudo tali lo accusarono di essere un vecchio pessimista o un calvinista compreso il direttore del quotidiano il Mattino. Lo scrittore Saviane nel suo libro "Gomorra" ha spiegato dettagliatamente il problema dei rifiuti in Campania, ma nessuno degli uomini politici locali e nazionali se ne è minimamente preso cura. Tutto ciò dimostra che non è solo Napoli e la sua classe dirigente ad essere marcia, ma tutto il nostro sistema Paese, Grillo docet. Concludo con una frase tratta da una canzone di Pino Daniele "Napoli è una carta sporca e nessuno se ne importa" |
Mario Lorenzo - 13-01-2008 |
"I rifiuti in Campania? Prove tecniche di federalismo solidale". Questo potrebbe essere il senso di quanto è accaduto in questi giorni in Sardegna e in altre regioni italiane. Ad una regione (che a scanso di equivoci sia detto con forza ha tutte le sue colpe senza se e senza ma) che ha bisogno, cosa rispondono le altre? No grazie non vogliamo saperne. Sarebbe compernsibile se questo arrecasse danni o difficoltà a chi dovrebbe intervenire per sodilarietà. Invece: 1) lo smaltimento dei rifiuti campani non diminuisce la capacità dei termovalorizzatori locali di smaltire quelli prodotti nelle regioni che rifiutano il loro sostegno; 2) le regioni riceventi i rifiuti guadagnerebbero nella produzione di energia. Infine ma non meno importante mi chiedo e chiedo a tutti "e i rifiuti tossici prodotti in tante regioni del Nord dove sono andati a finire?" Conclusione: federalismo? se il buongiorno si vede dal mattino NO GRAZIE. |