breve di cronaca
Rom: un progetto di didattica a distanza
Vita no profit - 07-12-2007
In classe due giorni alla settimana, il progetto sperimentato a Pescara


L'associazione RomSinti@Politica negli anni scorsi ha sperimentato a Pescara una innovativa strategia per abbattere la dispersione scolastica degli alunni Rom. L'associazione ha infatti realizzato un sintetico scritto del progetto di istruzione a distanza realizzato a Pescara in collaborazione con una Scuola Media Statale nel periodo 2001/2005.

Oggi le famiglie Rom e Sinte sono più consapevoli che è necessario per le giovani generazioni Rom e Sinte di imparare anche quelle abilità veicolate dalla lingua scritta, consapevoli che il rifiuto metterebbe in gioco la sopravvivenza stessa delle nostre minoranze. Da diversi anni si registra una inversione di tendenza e, nei genitori Rom e Sinti la volontà di scolarizzare i propri figli va aumentando di anno in anno, ma nonostante ciò i bambini Rom e Sinti raramente hanno un percorso scolastico normale, troppo spesso le loro competenze sono molto al di sotto di quelle dei loro coetanei.

Maria Grazia Dicati, insegnante con grande esperienza di scolarizzazione dei bambini Rom e Sinti, sul sito di RomSinti@Politica illustra brevemente i risultati ottenuti con il progetto.

Prima regola, conoscere le caratteristiche d'entrata del bambino in tutti i settori.

«Alle caratteristiche di tipo cognitivo spetta il 35% di successo o insuccesso e alle caratteristiche personali spetta il 25% (complessivamente il 60%) mentre alla qualità dell'istruzione resta il 40%. Si può quindi capire l'importanza di accertare i pre-requisiti di partenza prima di procedere alla programmazione didattica, accertamento che ci permette di inserire l'attività educativa e didattica sulle effettive condizioni degli alunni ROM e SINTI».

Secondo, i rapporti con la famiglia

«Da non sottovalutare la conoscenza dell'ambiente familiare per realizzare la continuità con gli altri contesti di vita del bambino: la famiglia infatti trasmette un quadro di valori di riferimento in base ai quali egli sviluppa un sistema di attese e motivazioni nei confronti della scuola. Di particolare importanza quindi definire alcune linee e modalità di collaborazione tra scuola e famiglia».

Terzo, non creare una scuola ad hoc

«Le caratteristiche di partenza dei bambini rom NON devono indurre a ritenere che sia necessario costruire una didattica ad hoc, cioè una scuola speciale per i Rom o una ghettizzazione all'interno della scuola ma, la conoscenza dovrebbe aiutare ad utilizzare accorgimenti, strategie, materiali che, nel rispetto dei riferimenti teorici, pedagogici e didattici, siano di supporto per la programmazione degli obbiettivi cognitivi e delle unità di lavoro. [...] Il considerare l'aspetto del disagio e dell'emarginazione come l'elemento che contraddistingue la realtà dei bambini zingari è rischioso per diversi motivi:
si corre il rischio che il docente si assuma e/o attribuisca compiti e funzioni che non rientrano nel suo ruolo; ci si potrebbe accontentare di risultati nettamente inferiori rispetto ai bambini non zingari, dimenticando che l'apprendimento per i bambini Rom non è un elemento secondario; si rischia di interpretare le difficoltà di comportamento dei bambini Rom come disturbi della personalità e non come inevitabili disagi dovuti al cambiamento del contesto culturale».

Il progetto di Istruzione a distanza rappresenta il tentativo di applicare una strategia didattica per gli alunni Rom in dispersione scolastica, in particolare per superare le motivazioni di ordine culturale. L'Italia non ha una grande tradizione di Istruzione a distanza e le poche esperienze realizzate si collocano a livello di formazione. RomSinti@Politica in collaborazione con una scuola media di Pescara, dal 2001 ha messo in atto la sperimentazione di un progetto triennale di istruzione a distanza per le alunne Rom. Venti alunne rom sono state individuate con la collaborazione di esperti mediatori culturali Rom, dopo un colloquio con i genitori per la condivisione personalizzata della programmazione: le alunne vengono iscritte alla classe di riferimento (1° media, 2° media, 3° Media).

I docenti impegnati del progetto predispongono 7 moduli, ciascuno composto da diverse unità didattiche, per ogni classe di riferimento. Con le alunne si concorda giorno ed orario in cui devono venire a scuola (due giorni alla settimana per un totale di 6 ore) per studiare con gli insegnati, i quali al termine di ogni incontro consegneranno alcune esercitazioni da fare a casa tratta dall'unità didattica oggetto di studio della giornata. All'incontro successivo l'insegnante provvederà a correggere le esercitazioni fatte a casa dall'alunno e spiegare nuove unità didattiche, e cosi via fino alla fine dell'anno scolastico. Il mediatore culturale Rom periodicamente farà visita alla famiglia dell'alunna Rom per rilevare eventuali problematiche ed altro. Alla fine dell'anno scolastico le alunne di 1° e 2° media sosterranno un esame per essere ammesse alla classe successiva mentre le alunne di 3° media sosterranno gli esami di licenza media.

L'esperienza del progetto di istruzione a distanza a Pescara dopo quattro anni ha realizzato i seguenti risultati: 40 alunne Rom iscritte al progetto, 23 alunne hanno conseguito la licenza media, di cui 2 si sono iscritte alle scuole superiori; 9 alunne rom iscritte in 2° e 3° media; 8 alunne rom non classificate per le numerose assenze. Una sperimentazione positiva con punti di criticità da migliorare, che però l'amministrazione comunale di Pescara nell'anno 2005 ha deciso di non rifinanziare.

Un'esperienza locale che potrebbe essere ripetuta con successo sul territorio nazionale, soprattutto nei casi più complessi?
O una rinuncia, un gioco al ribasso, visto che molti alunni rom vanno a scuola con costanza, per tutte le ore previste?

Info sul blog di RomSinti@politica



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