Claudio Pierucci - 18-11-2007 |
Che bravi gli alunni dell'Istituto d'Arte Venturi. Che bel compitino hanno messo giù, con l'aiuto del Preside che li ha fatti ragionare e, a quanto pare, ravvedere. Mi dispiace, bravi ragazzi, tra di voi rimane uno stupido che è stato in grado di fare quello che ha fatto, tra di voi rimangono gli stupidi pronti a far girare sui loro stupidi telefonini quelle immagini e, magari, a riderci su durante l'ora di Religione. Per carità, niente nomi (siamo sempre in Italia, che diamine!) anche perchè quello stupido, che è tra voi, sono sicuro che è pronto a rifarlo. Nonostante il vostro Preside, nonostante il vostro compitino, che a parte il concetto di "gogna mediatica" che sembra vi sia chiaro, raggiunge appena la sufficienza. Claudio Pierucci, insegnante e non giornalista. |
Domenico Filippini - 18-11-2007 |
Cari studenti dell'Istituto Venturi, sono un insegnante ed ho lasciato la scuola dallo scorso settembre. Ho sempre cercato in piena coscienza, ma certamente non sempre con successo, di "educare" alla vita e ai suoi valori" i miei allievi. Vengo a conoscenza, tramite i massmedia, della tragedia della vostra compagna e sento una grande tristezza nel cuore per la vittima, per la sua famiglia, per tutti voi. Sinceramente non mi interessa, in questi momenti, esprimere giudizi, come altri insegnanti e come voi stessi state facendo, sul comportamento del Dirigente o sulle speculazioni mediatiche. Una cosa sola auspico, e per essa prego Dio anche se la mia fede è molto labile: "Le vostre nobili parole non rimangano affidate al vento ma si traducano subito in un concreto, quotidiano impegno, vostro e nostro, affinché la dignità della persona sia sempre rispettata, salvaguardata e valorizzata. Solo così anche la perdita di Sara avrà avuto davvero un senso. E' un augurio che faccio a voi, agli insegnanti e ai genitori: quello di una "crescita" culturale e morale di ciascuna persona. La nostra società ne ha estremamente bisogno. Personalmente penso che sia realizzabile se le tre componenti della scuola iniziano da oggi, da subito e con spirito collaborativo, a lavorare per tale finalità. DomenicoF |
Stefano Cuomo - 18-11-2007 |
Caro Pierucci, mi dici quanti idioti rimangono tra gli adulti che fanno come e peggio dei ragazzi? E mi dici anche se per caso sei convinto che per la prima volta nella storia dell'umanità è nata una intera generazione di depravati? E se così fosse, tu poi sei sicuro di non entrarci niente? |
Cinzia - 18-11-2007 |
A volte sbagliano e noi dobbiamo essere pronti ad ascoltarli. Non dico a giustificarli, semplicemente ascoltarli. Non sono tutti uguali, non sono un unico gruppo. Anche tra gli adulti c'è lo stupido. Certo è che l'esempio dei giornali e di tutto ciò che viene pubblicato in nome della libertà d'informazione non è sempre un buon esempio. Forse converrebbe riflettere anche su questo . |
Nerella Buggio - 18-11-2007 |
"A volte sbagliamo ma siamo pronti a pagare". Ed invece io credo che a volte si sbaglia, ma più nessuno è pronto a pagare, a chiedere scusa, ad assumersi le proprie responsabilità. Perchè da sempre c'è qualcuno pronto a giustificare, il "poverino". La colpa è sempre della maestra, del professore, dell'allenatore, della soceità, della televisione... Pronti a pagare, in questo caso vuol dire "sono stato io, chiedo scusa, se devo essere punito, sono qui", qualcuno scrive..."potremmo essere stati noi" ma non lo siete stati... generalizzare è sempre sbagliato, bisogna tornare a dire "IO", in tutti i sensi. |
Daniela Mazzocchini, insegnante e madre - 26-11-2007 |
Mi chiedo davvero come, come siete disosti a pagare. Con un mea culpa, troppo davvero troppo facile. Non voglio dire altro, anche se ci sarebbe tanto, troppo da dire. Si nascondono troppi alibi dietro quel dito che accusa un po' tutti, tranne i veri colpevoli (che devono restare anonimi non si capisce bene perché ...."buonismo"? Già voi siete i buoni). L'importante è accusare genericamente gli altri e con ciò assolversi. La verità è che non si può tornare indietro quando il male è stato fatto e le parole non contano. Troppo facile, ragazzi. In realtà ha pagato solo la vittima e la sua famiglia. Non vedo comunque una briciola di ravvedimento nelle vostre parole, ma solo rabbia mal dissimulata. Le parole costano poco, i fatti restano. Preferisco non dire di più. |