breve di cronaca
Sperimentazione o Riforma?
Tuttoscuola - 15-07-2002
Riforma: in arrivo altre sei "Intese" tra Ministero e Regioni

Una dopo l'altra: dopo quelle realizzate con la Regione Lombardia e la
Provincia di Trento si stanno profilando altre sei Intese, tra il
Ministero e le Regioni, in materia di riforma scolastica. Si tratta di
intese gia' in avanzata fase di definizione, che saranno sottoscritte
dal MIUR e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con
Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Molise e Puglia.
Il punto di riferimento e' sempre il disegno di legge delega Moratti,
ancora all'esame del Parlamento, ma a quanto pare i modelli di
percorso che si intende porre in sperimentazione gia' dal 2002-2003
divergono in parte da quelli prefigurati nel Ddl. Vediamo come.
Il provvedimento del governo, infatti, prevede la scelta, dopo la
terza media, tra due sottosistemi diversi e alternativi, pur se di
pari dignita'. Nelle sperimentazioni si prefigurano invece soluzioni
di compromesso: dalla collaborazione tra le scuole e i Centri di
formazione professionale per cogestire i curricoli, alla
riproposizione, in sostanza, della legge n. 9/1999, che comportava
l'assolvimento dell'obbligo prolungato a 9 anni solo all'interno del
sistema scolastico, con assegnazione di crediti spendibili nella
formazione professionale.
Le decisioni in merito saranno prese a livello regionale, e potrebbero
comportare dunque anche il ripescaggio di soluzioni gia' avviate in
era berlingueriana, cui si affiancherebbero altri e diversi modelli:
la Lombardia, per esempio, sembra orientata ad accreditare la ex
formazione professionale regionale come secondo canale di istruzione e
formazione, mentre la provincia di Trento appare piu' in linea con
l'architettura disegnata dal Ddl, e con il modello "forte" di canale
professionale progettato dal prof. Bertagna.


Sperimentazione e/o riforma?

Cerchiamo ora di valutare la scelta del ministero: e' verosimile che
le difficolta' di vario genere (finanziarie, politiche, istituzionali,
di iter parlamentare) che ostacolano il cammino della riforma generale
stiano inducendo il ministro Moratti a battere, in parallelo, anche la
strada della sperimentazione attraverso lo strumento delle Intese con
le Regioni disponibili.
Al di la' delle critiche registrate sul fatto di applicare parti di
una riforma ancora non approvata dal Parlamento, in questa operazione
coesistono vantaggi e svantaggi. Il principale vantaggio e' quello di
cominciare a sottoporre ad un serio collaudo il percorso professionale
profilato nel Ddl. Lo svantaggio, o il rischio, e' costituito dal
fatto che le Intese potrebbero promuovere soluzioni organizzative e
curricolari anche sensibilmente diverse, il cui consolidamento
potrebbe compromettere la coerenza generale della riforma cosi' come
e' prefigurata nel disegno di legge, e creare difficolta' in sede di
emanazione dei decreti legislativi e dei regolamenti, sui quali va
acquisita la "previa intesa" con le Regioni. Intesa su che cosa, se
nel frattempo le soluzioni poste in sperimentazione saranno andate in
direzioni diverse e contrastanti?
E come reagiranno le Regioni non titolari di Intesa, tra cui tutte
quelle guidate dal centro-sinistra?
E poi come la prendera' il Parlamento, che in mancanza di un'intesa di
fondo tra maggioranza e opposizione ancora una volta sara' chiamato
soltanto a ratificare decisioni maturate e codificate in altre sedi
istituzionali?


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