La caduta dei muri e il blocco dei confini
Claudia Cernigoi - 03-09-2007
Vi racconto brevemente una piccola storia ignobile dei nostri giorni.
Da diversi anni una mia conoscente, che vive a Trieste, ha instaurato assieme a suoi amici e familiari, un bel rapporto di amicizia con una
famiglia di Belgrado. Di conseguenza, a volte i triestini andavano a trovare gli amici di Belgrado, altre volte erano i belgradesi a recarsi a Trieste.
Tutto è andato bene per diversi anni sotto il "regime" di Tito, mentre oggidì, che abbiamo abbattuto tutti i muri per permettere la libera circolazione in Europa agli europei, gli amici di Belgrado hanno fatto a giugno scorso richiesta di visto turistico per venire a
Trieste. Dopo due mesi di attesa e dopo avere sostenuto delle spese non indifferenti rispetto all'entità delle loro pensioni (eh sì, perché parliamo di persone che hanno ormai ottant'anni) dopo due mesi
si sono sentiti rispondere dalle autorità italiane che per agosto non c'è niente da fare, e che per settembre bisogna ancora vedere ma non gli assicurano niente.
A questo punto, per evitare di rimetterci tutti i soldi del biglietto del treno (che doveva essere comprato in anticipo ed esibito), i belgradesi hanno deciso di rinunciare al viaggio.
Valeva proprio la pena di sfasciare la Jugoslavia per arrivare a questo punto di "libertà"!
Con profondo disgusto
Claudia Cernigoi
Dal Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia

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