Fioroni,Toukan e il ponte culturale
Giuseppe Aragno - 28-08-2007
Nell'Italia cattolica e costituzionale, dominata da furbi e da cialtroni, i prezzi dei libri scolastici sono fuori controllo, ma in compenso abbiamo l'intesa Fioroni-Toukan per un "ponte culturale" con la Giordania. Mentre la scuola pubblica è in stato comatoso, il ministro fa la ruota coi ciellini: coi quattrini scippati ai contribuenti incrementerà lautamente il finanziamento per la scuola privata. Pensionato l'articolo 33 della Carta costituzionale, il nuovo avanza: parte il programma "Bello e bravo" con gli incentivi e l'albo delle eccellenze. Poco più poco meno che il berlingueriano bollino qualità. Nunc est bibendum, è il momento di brindare, esulterebbe Orazio.
L'Italia dominata da furbi e da cialtroni è chiusa nei boschi che bruciano e annega felice ogni sera nel sangue d'un feroce omicidio - chi sarà l'assassino? sbavano mezzibusti d'ogni rete e colore, più o meno noti, più o meno strapagati, tutti disciplinatamente proni di fronte a quello che sempre più chiaramente appare un velenoso e grottesco autoritarismo parlamentare. Si vive a Garlasco, tra il sangue d'una sventurata ragazza massacrata a botte sulla testa e il linciaggio mediatico d'un presunto assassino lapidato dal "diritto-dovere d'informazione". L'Italia dominata da furbi e da cialtroni è cronaca nera. L'ampiezza dell'orizzonte è più o meno quella che offre il buco d'una serratura: siamo un popolo di "guardoni. A tratti, prontamente oscurate, affiorano verità che non si possono dire: le vergogne del re nudo, il puzzo di fogna del capitalismo uscito indenne dalla crisi delle Borse dilapidando soldi dei piccoli risparmiatori - dove sono finiti gli apologisti dello scippo della liquidazione? - la disperazione dei disoccupati, la svendita dei precari - che fine ha fatto la promessa di lavoro a tempo pieno? - lasciati ad affondare coi pensionati nell'abisso assassino - la politica è cronaca nera - del Protocollo sul Welfare che la Bonino comanda non si tocchi e la sinistra sedicente alternativa vuol cambiare ad ottobre dopo averlo firmato ch'era luglio. L'orizzonte è questo: quel nobil uomo di Montezemolo, dopo avere intascato i miliardi del cuneo fiscale, fa da portavoce a Bossi, che minaccia di sparare a salve col fucile di latta e lo sciopero del lotto. E' furioso ed eversivo Luca Cordero - non pagheremo un euro di tasse in più! - e punta i piedi a terra per difendere la "giusta flessibilità" di Tiziano Treu, di Biagi e della legge 30. Strepita Montezemolo e pretende la sola libertà che gli stia a cuore: la libertà di licenziamento.
Il fucile che Bossi ha evocato - quello che ha scandalizzato Fassino e Rutelli benpensanti, pacifisti e veterani di "guerre umanitarie" - quel fucile spara da tempo ogni giorno. Spara e uccide la gente che lavora senza sicurezza, senza tutela, senza garanzie. Spara il fucile, ed è inutile che chi preme il grilletto finga di scandalizzarsi. Spara e sparerà sui lavoratori schiavizzati, sui popoli martirizzati: spara e non serve nascondercelo: un fiume di sangue ci scorre in casa per i morti sul lavoro, un fiume di sangue scorre tra Gaza e Baghdad, lungo la linea degli oleodotti che passa per Kabul. Spara il fucile e sparerà ancora, mentre portiamo sulle spalle fardelli insostenibili: il mondo non è in una casa di Garlasco, nei boschi incendiati, nelle chiacchiere estive di Letta, Veltroni e Rosi Bindi o in quelle di Alba Sasso, che ritiene inaccettabili i tagli dei docenti nella scuola pubblica e sta col chirurgo che taglia e coi sindacati che nessuno sa dove stanno. La gente è altrove: vive, pena, si ribella, cade, si rialza, torna a ribellarsi e lotta disperata contro un capitalismo vittorioso che vuole stravincere e ci conduce per mano a una tragedia.
Sami al Hajj, un giornalista della televisione "al Jazeera" è detenuto nella base militare di Guantanamo dal 2002.
L'hanno in mano i nostri alleati americani. E' un giornalista che ha conosciuto la tortura sulla sua pelle, che è stato molestato sessualmente e minacciato di stupro, che è stato costretto a rimanere per molte e interminabili ore in posizioni scomode o dolorose, che è stato pestato scientificamente e metodicamente, privato del sonno, battuto sulle piante dei piedi, fratturato negli arti, ferito ferocemente al volto e suturato senza l'anestetico, un uomo tenuto in gabbia senza un capo d'accusa, senza speranza di processo, senza alcun rispetto di diritti umani. A nulla servono le denunce di Amnisty International. Nell'Italia dominata da furbi e da cialtroni, nell'Italia della "libertà di stampa" non se ne sa praticamente nulla: il regime, servo dei capitale, non vuole se ne parli.
Per ora la risposta è affidata alle armi d'una agonizzante democrazia e per Sami al Hajj si lanciano appelli e si organizzano raccolte di firme. Tutti lo sanno però e giova e ricordarlo: anche i codici della presunta democrazia capitalista riconoscono il diritto alla legittima difesa e un fucile che spara, si sa, prima o poi provoca una risposta. Qualcuno dovrà ricordarlo a Montezemolo, Bossi e a Fassino e Rutelli, casi curiosi di scandali scandalizzati.

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